Genoa-Benevento 0 a 0. Non è successo nulla. Siamo alla seconda giornata di campionato,  meglio che gli allarmi suonino in questi giorni.

Una lezione non da parte dei sanniti, ma da parte del Campionato di Serie B: volere non sarà potere. Il Genoa deve giocare di squadra, essere aggressivo e compatto. Fare pressing e rubare subito il pallone, altrimenti farà fatica. Contro il Benevento non è riuscito anche per merito dei campani, del loro 3-5-2 statico a gioco fermo, un 5-3-2 fisico.

Le Streghe non hanno smesso di esistere, grazie anche alle parate di Paleari. Il Grifone non è riuscito a “bruciarle”, senza il gioco arrembante e tante seconde palle perse. Blessin ha detto in conferenza stampa che è mancato solamente il gol. Non solo: anche per gli errori sui fondamentali (stop) di qualche calciatore. Il Genoa non ha vinto per il ricorrente difetto di ritrovarsi senza qualcuno che salti l’uomo con un dribbling cercando di creare superiorità. Contro squadre che giocheranno con la stessa strategia, il Genoa dovrà utilizzare meglio i cambi campo.

Non riuscendo a fare il proprio gioco, il Vecchio Balordo ha scelto il palleggio dal basso, troppo lento per aprire spazi. Palleggio da “tiki taka” senza averne la proprietà e in un terreno di gioco che non si può chiamare di patate, perché sarebbe un’offesa per il tubero, ma di “cacca”. Le Streghe lo hanno utilizzato meglio difficilmente giocando rasoterra.

Blessin dal primo giorno di allenamento, aspettandosi quello che sarebbe successo durante il campionato, ha sempre dichiarato che sarebbe stato importante dare variabilità alle soluzioni. Contro il Benevento non è riuscito fare più partite nella stessa partita. Difficilmente i suoi ragazzi hanno cercato di creare linee di passaggio diverse per complicare il gioco avversario.  L’idea di gioco è sempre stata la stessa, ma toccava anche  ai giocatori spostarsi per avere vantaggi posizionali.

Il Genoa fa fatica a giocare lento, palleggiare e rifiatare. La B non aspetta nessuno,  rincorrere il non gioco avversario diventa difficile.

Per tale motivo bisognerà inserire qualità per creare superiorità numerica, cambi campo e utilizzo delle corsie laterali, oltre a ricevere falli diretti da limite delle aree avversarie, operazione vista difficilmente nelle gare ufficiali giocate. Gli ultimi 10 giorni di calciomercato al Genoa faranno fare i conti e si passeranno in esame le gare giocate, in particolare quella contro il Benevento. Saranno dieci giorni di calciomercato dove non si potrà più ragionare con i se e con i ma.

In ogni caso non è successo nulla: siamo alla seconda giornata di campionato, è tempo di correggere gli errori e non ripeterli. Qualcosa bolle in pentola: non solo Aramu, di cui aspettiamo le ufficialità.

Un plauso a Caserta tecnico delle Streghe. Prima della partita ha tuonato allo Scoglio: “chi non è convinto, posi la borsa e si tolga le scarpe di calcio“. Operazione riuscita con il cambio tattico e di uomini, portare via per primo un punto dal Ferraris in festa con 20mila spettatori.

L’arbitro Pezzuto, scarso, non è stato aiutato dal VAR sulle massime punizioni. Non aiutato neppure dalle ultime parole del designatore Rocchi: “più fuorigioco e meno gol”. Non aiutato da se stesso nell’utilizzo del tempo di gioco. Alla fine del primo tempo solo 2 minuti di recupero, con tre minuti e più di verifica del VAR sul rigore su Portanova, (sacrosanto e infatti subito concesso, non andava revocato dalla tecnologia invocata dalle Streghe) e due interventi del medico sannita sul terreno di gioco: minimo sarebbero dovuti essere 5 i minuti di recupero.

Insufficiente sotto l’aspetto disciplinare non doppiando i cartellini gialli per Masciangelo e Acampora, provvedimento adottato dal tecnico Caserta operando il cambio. Per il Genoa, per Blessin non è tempo di processi. La critica è un tribunale, o meglio – come diceva il Dottore della Commedia dell’arte – è un “terribil orinal” (A.G. Bragaglia).