È da tempo che chiediamo di vedere gli allenamenti di Blessin per vari motivi casuali o accidentali, meglio precisare non per colpa della società, ma non ci siamo riusciti. L’intenzione sarebbe stata sempre la stessa, quella di fare i cronisti senza addentrarsi in giudizi che sarebbero inutili e fuorvianti.

Blessin lo abbiamo conosciuto indirettamente – e anche direttamente – nell’intervista rilasciata a Buoncalcioatutti e quale sarà stato l’approccio che ha in mente per la stagione che inizierà ad agosto, lo possiamo immaginare.

Blessin, Spors e il loro staff avranno incorporato la filosofia calcistica della Red Bull al Pio Signorini che ad inizio di ogni preparazione estiva aveva la prerogativa di portare a correre tutti i componenti della rosa fino a coprire 10 chilometri di distanza, spazio che ogni calciatore medio professionista deve coprire per partecipare ad un gioco aumentato esponenzialmente per il quale serve essere più robusti, più potenti, più esplosivi.

Prossimamente tutto questo funzionerà solo se tutti saranno al top della forma, con l’obiettivo che già alla fine della scorsa stagione Blessin aveva specificato: tutto si ottiene con carichi di lavoro pesanti. Certamente il fiato rappresenta le fondamenta su cui costruire, ma poi serviranno la tecnica (compito di Spors trovare calciatori con più qualità) e la tattica per fare la differenza.

A Blessin come tutti gli allenatori piacerebbe partire da un potenziale offensivo come nelle squadre che si giocano la Champions e provare ad integrarlo con una tattica difensiva funzionale. Ha puntato e punterà anche in B su una tattica che cerca di creare continuamente situazioni di vantaggio numerico.

In allenamento proverà in continuazione il raddoppio sistematico sul portatore di pallone e ogni calciatore, attaccanti compresi, avrà compiti precisi in fase di copertura con l’obiettivo di lasciare pochi spazi disponibili. Più si mette pressione agli avversari, più è facile indurli all’errore. Obiettivo riconquistare subito il pallone, verticalizzare e arrivare il primo possibile al tiro.

La mano di Blessin si vedrà quando la squadra si muoverà in modo compatto in spazi stretti. Abbiamo fatto tanti Km nell’estate del 2014 da Neustift per andar nel cuore dell’Austria a vedere un allenamento di Klopp: alle nove del mattino arrivammo in ritardo perché era iniziato alle 7.30. Nel secondo allenamento Klopp non allenava solo il fiato ma anche il cervello con la Life kinetik: acchiappare una pallina con le mani e stoppare un pallone in contemporanea, esercizio per un aumento della concentrazione durante il quale i calciatori si divertivano anche.

Sarebbe interessante vedere gli allenamenti di Blessin anche se siamo convinti che la generazione tedesca che ha prodotto risultati dal 2010 in poi abbia inventato poco. Dopo la crisi del calcio tedesco studiarono il Milan di Sacchi, gli allenamenti in fase di preparazione in Trentino di Zeman e da vicino quelli di Trapattoni, allenatore al Salisburgo tra 2006 e 2008.

Altro allenatore nel mirino fu Lobanovskyi, al punto che Nagelsmann l’innovatore del RedBull Lipsia dopo una partita giocata contro la Dinamo di Kiev dichiarò, visto il pressing: “ero convinto che giocassero in 12“.

La formula vincente degli allenatori tedeschi è sempre la stessa: calcio rapidissimo, verticale, in costante movimento, tutto riassunto in un gioco identitario con l’intensità che deve essere il fulcro di tutta la gara. Blessin ha studiato la cadetteria e ha subito compreso con il suo staff che ogni gara sarà una battaglia atletica ai limiti dell’insostenibile.

Il pressing dovrà essere uno dei cardini del gioco, non solo uno strumento difensivo. Dovrà essere il primo regista e creatore di gioco. Un pressing per affogare subito le ripartenze da dietro degli avversari. Ancora più efficace rispetto allo scorso anno se ci saranno giocate di prima con maggior coefficiente di difficoltà.

Per ottenere questi risultati, i giocatori dovranno a livello individuale metterci qualcosa di loro: dribbling, assist e conclusioni senza dimenticarsi l’approccio collettivo nel recupero del pallone vicino l’area. di rigore avversaria. Cosa farà di nuovo Blessin, oltre far correre chilometri e palestra, per raggiungere un buon livello di intensità, pressing, flessibilità tattica e portare i suoi giocatori a livello più alto rispetto alla scorsa stagione?

Come vengono coinvolti i calciatori in stazioni di carattere coordinativo, eseguendo la conduzione del pallone con differente modalità, con o senza dribbling, velocità e distanza? Per fare tutto ciò utilizzerà la speed ladder, ossia un mezzo per aumentare la coordinazione il ritmo e la rapidità dei piedi?

Come massimizzerà il potenziale di corsa rapida per avere sprint, il paracadute o gli elastici?

Per aumentare l’esplosività faranno movimenti dinamici ad alta velocità per costruire la forza esplosiva (tutti esercizi visti in palestra nei vecchi ritiri di Neustift)? Gli altri esercizi a secco con il pallone tra i birilli per i cambi di direzione, con tutti gli altri esercizi per stabilizzare il core?

Per quanto riguarda la tecnica e la tattica, il solito torello con numero differente di calciatori e di porte, adesso lo chiamano rondo, per passare ai giochi di posizione con l’unico scopo di alimentare stimoli in ogni esercitazione il più possibile vicini al gioco reale, per migliorare le prestazione del giocatore di calcio pronto ad intercettare il pallone bloccando le linee di passaggio.

Il Genoa che verrà dà l’impressione di aver iniziato bene la stagione 2022/23 non per il lavoro duro sul campo dei calciatori, ma perché dirigenti e direttore sportivo parlano la stessa lingua, in sintonia non solo nello scegliere i giocatori, ma anche nel perseguire uno stile di gioco condiviso, un approccio e una gestione dei calciatori concordati che faranno parte della rosa.

La rivoluzione al Pio Signorini è iniziata: le parole di Spors nella conferenza stampa di Martedì, riportate in modo integrale da Buoncalcioatutti, sono state chiare. Si lavora a riportare il Genoa subito in Serie A, al calciomercato in entrata e uscita ma anche ad altro. Ciò di cui abbiamo bisogno è sviluppare le strutture, ma anche da un punto di vista medico, psicologico, tecnologico. Speriamo di vedere i risultati che derivano da questo nelle buone performance sul campo”.

È il Genoa del futuro, modello RedBull sposato dai 777 per portare il Grifone a volare. Blessin oltre fare allenamenti duri come fece lo scorso anno quando arrivò a Pegli predicherà che ci vuole coraggio, giocare per attaccare, vincere le partite, vivere senza paura del risultato e giocare solamente per non perdere.