Ogni giorno leggendo i quotidiani sportivi si parla sempre più di gioco e allenamenti duri. Un calcio che tende alla “universalizzazione” dei ruoli, dimenticandosi che ciascun calciatore, quando viene ingaggiato, è chiamato ad operare in relazione alla zona di campo nella quale di preferenza e dovrà assolvere compiti specifici.

I vecchi libri dell’Università del calcio di Coverciano hanno sempre fatto capire quale fosse l’importanza dell’analisi dei ruoli.

Il difensore deve prima  di tutto:

  • possedere un buon senso della posizione sul terreno di gioco;
  • essere un buon colpitore di testa e di piede;
  • saper temporeggiare e non farsi superare in dribbling;
  • non farsi superare dalla parte cieca, cioè alla spalle;
  • leggere subito dal proprio angolo visivo sia il pallone e il gioco, sia l’avversario diretto;
  • il libero (non c’è più nelle formazioni, ma ogni difesa lo deve avere momentaneamente) deve coordinare con la voce e con altri segnali tutto il movimento della fase difensiva;
  • essere pronto ad assicurare copertura ai compagni in difficoltà, pronto ad operare il raddoppio di marcatura, comandare il fuorigioco , pronto ad inserirsi nella fase di possesso.

Il centrocampo nel gioco attuale è il motore e perno di tutti i movimenti. Il centrocampista deve avere doti fisiche e tecniche che sono proprie di qualsiasi tattica e numero di modulo del calcio. Pronto ad occupare la giusta posizione sul terreno di gioco in relazione alla posizione del pallone e degli avversari. Saper giocare ad uomo o a zona e smarcarsi rapidamente. Tecnicamente deve essere in grado di fare lanci precisi rasoterra e a parabola. In fase d’attacco essere abile nell’uno-due, nel fare corse in sovrapposizione e nel tirare in porta.

Essendo chiamati ad assolvere questo duplice compito, i centrocampisti devono essere pronti ad attuare disinvoltamente e velocemente le due fasi di gioco, quella di non possesso e di possesso.

In qualsiasi sistema di gioco è fondamentale il gioco dei centrocampisti, dal cui comportamento dipenderà un carattere prevalentemente offensivo o difensivo.

Chi gioca in attacco, non solo il centravanti, deve:

  • sapere disimpegnarsi con disinvoltura quando ha l’avversario di fronte anche in spazi ristretti;
  • avere un tiro secco e preciso, adesso è di moda anche ad effetto;
  • sentire la porta e dirigere il pallone da tutte le posizioni essendo ben padrone di tutte le tecniche relative;
  • essere dotato di scatto, di elevazione e di buona tecnica nel colpire il pallone di testa;
  • smarcarsi in zona luce, cioè quello spazio di terreno in cui il portatore  di pallone può vedere il compagno smarcato e servirlo senza che alcun avversario lo possa intercettare.

Nel gioco moderno il compito della prima punta è anche quello di far salire la squadra in fase di possesso. I difensori esterni devono essere dei fluidificanti di grande spinta, ma con buone capacità difensive.

Gli esterni di centrocampo devono essere tornanti, in quanto oltre i compiti di ala in fase offensiva, è richiesto loro di rientrare in fase difensiva e fare copertura della zona esterna del campo. Fare le due fasi gioco fino in fondo e in attacco, non fare cross dalla trequarti, ma dal fondo.

Spors, i suoi collaboratori e Blessin in questo calciomercato stanno lavorando non solo sui nomi o gli “algoritmi”, ma anche sugli errori dello scorso anno che hanno prodotto pochi risultati e gol.

Il principale difetto sono stati i doppioni in mezzo al campo, tutti con lo stesso passo: si cercava di fare risultato con le folate singole di un calciatore. Tutto ciò ha inciso anche nel gioco d’attacco anemico di gol con le prime punte in balìa delle non giocate di un  centrocampista in fase di possesso, ma anche di mancanza tecnica .

Spors sta lavorando bene e qualcosa continuerà a fare. Blessin è al lavoro non solo per fare correre la squadra, ma per cercare di sviluppare capacità tecniche cercando doti intellettuali e soprattutto collaborazione.

Blessin , già dallo scorso anno, aveva in  testa il modo di coordinare armonicamente le abilità e gli sforzi di ogni singolo calciatore al fine di vincere, ma l’operazione è stata difficile non per la tattica, il modulo o la strategia ma per la mancanza di fondamentali in qualche giocatore. Operazione che in Serie B non potrà ripetere.