Dopo Eugenio Lamanna intervistato due giorni fa, oggi è tornato a parlare ai nostri microfoni Giorgio Perinetti, ex direttore generale del Genoa, grande conoscitore della Serie B.

Negli ultimi dieci anni ha fatto promozioni con Bari e Siena e un playoff col Palermo: parliamo di Giorgio Perinetti, che conosce bene la Serie B

“Negli ultimi dieci anni sono arrivate le promozioni con Bari, Siena e Palermo e un playoff col Brescia. È un campionato sempre intrigante, sempre difficile da interpreta. Inizia ogni domenica, ha un nuovo inizio, e ha il suo epilogo nelle otto giornate finali quando i nodi vengono al pettine. Nelle ultime stagioni vi è stato un incremento delle società che ambiscono a tornare in Serie A. Quello che abbiamo visto quest’anno all’ultima giornata è che non c’erano verdetti né per la vittoria del campionato né per la retrocessione. L’anno prossimo sarà pieno di squadre che vorranno tentare la scalata in Serie A”. 

Cosa consiglierebbe alle squadre retrocesse dalla A alla B per affrontare un campionato che è molto cambiato?

“Intanto calarsi nella realtà senza pensare a cosa è successo, alla retrocessione, e puntare molto sulla motivazione dei calciatori. Calciatori che accettino lo stato delle cose, si rimbocchino le maniche per cercare di salire in Serie A non guardando al blasone, ma alle proprie qualità e alle motivazioni caratteriali, capendo che è un campionato differente. Se sono avvantaggiate le squadre che scendono dalla Serie A? Solitamente hanno il paracadute, quindi un budget più ampio. Quest’anno retrocedono tre società di grande valore come Genoa, Cagliari e Venezia che vanno a creare un organico di squadre veramente importante assieme a chi non è salito come Brescia, Benevento, Pisa, Parma, Ternana, Frosinone. Per tre posti, di cui soli due danno la promozione diretta, ci sono almeno otto contendenti”. 

Come fa un direttore sportivo a creare la mentalità giusta, la costanza per affrontare un campionato così difficile?

“Le caratteristiche del campionato sono molto particolari. L’allenatore deve avere già un modulo conto e congruo al campionato che deve fare. E poi contano le motivazioni, che sono fondamentali: chi pensa di fare valere un maggiore tasso tecnico, rischia di sbagliare. Servono qualità sostenute da un agonismo molto marcato”. 


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