Si allunga la lista degli episodi a sfavore del Genoa dal punto di vista arbitrale, che adesso iniziano a pesare molto sulla classifica rossoblu, già largamente compromessa per le lacune palesate da 32 turni in termini prima di tutto realizzativi. La poca lucidità dei direttori di gara italiani è lampante e le coppe europee certificano solo questo dato. Poi si torna nello Stivale, in campionato, e se ne ha la compiuta conferma.

L’ha detto Blessin in sala stampa, lo ribadiamo noi per evitare equivoci: oggi la Lazio ha fatto la sua partita, ha giocato in contropiede in maniera impeccabile sfruttando anche alcuni errori macroscopici dei rossoblu e ha con merito portato a casa tre punti. Detto ciò, l’episodio dell’atterramento di Piccoli al 31′ di gioco è clamoroso. E non perché il VAR Nasca non sia intervenuto (non poteva farlo perché il contatto non era iniziato in area di rigore), ma perché  per l’arbitro Manganiello non c’è neppure il fallo.

Come si faccia a non vedere quel fallo, pur essendo a venti metri di distanza, non è spiegabile. Acerbi travolge letteralmente il centravanti del Genoa, senza mai toccare il pallone, e lo fa colpendolo a pochi centimetri dalla riga dell’area di rigore. Manganiello non fischia quello che sarebbe stato un fallo da ultimo uomo perché nessun altro difensore laziale avrebbe avuto modo di chiudere e impedire a Piccoli una eventuale conclusione a rete sul lancio di Badelj.

La realtà dei fatti, rivista al monitor, racconta di un fallo da ultimo uomo che avrebbe richiamato il cartellino rosso. Il protocollo VAR si rivela un’altra volta inapplicabile su un episodio chiaramente sbagliato in termini di valutazione arbitrale.


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