Al termine della mattinata di tifo e carica al centro sportivo “Signorini”, il Presidente rossoblu Alberto Zangrillo è intervenuto in un breve punto stampa. Queste le sue parole.

“Che messaggio mandiamo al mondo del calcio coi tifosi presenti questa mattina al Signorini? Che stiamo tornando alla normalità. È stata una grande dimostrazione di passione e attaccamento ai colori. Ho visto davvero tanti giovani ed è molto bello. Il calcio italiano deve ripartire e deve farlo anche sulla base dei supporter, dell’interesse che deve scaturire soprattutto dai giovani. Noi siamo follemente innamorati perché il Genoa è passione. C’è stato un momento bellissimo, quando mister Blessin è scivolato sotto i tifosi: lì avrebbe potuto chiedere qualunque cosa. Va al di là della competizione, al di là della categoria. Si è creato un clima bellissimo. Tanto lo dobbiamo a lui, ma anche alle persone che ci credono e ce la stanno mettendo tutta lavorando ogni giorno con grande serietà. Dobbiamo arrivare a Verona, tifosi e squadra, facendo un appello: grande compostezza, rigore, senso di responsabilità che sono propri di una squadra come il Genoa. Dobbiamo insegnare un nuovo stile e una nuova presenza. Siamo 2500, ma credo toccheremo anche i tremila: un’altra prova di forza di una tifoseria unica in Italia”.

Si ritorna poi sulla mattinata di tifo al Signorini: “I tifosi del Genoa sono eccezionali, particolari, ed io sono uno di loro. Sono emozionato, contento, ma certamente non stupito. Non dobbiamo mollare, non dobbiamo cavalcare l’entusiasmo in maniera facile, semplice. C’è stata una sosta e deve essere interpretata in maniera intelligente: dovremo essere ancora più carichi come se non ci fosse stata la sosta. Abbiamo un obiettivo preciso, alla portata. Siamo all’apice della forma, abbiamo recuperato un sacco di calciatori, e non ci sono motivi per dubitare che non ci proveremo fino alla fine con grande entusiasmo”.

“Mister Blessin è una persona che stupisce tutti quotidianamente. Appaiono evidente la sua fisicità e la sua emozionalità. È un grande trascinatore e condottiero, ma è anche un uomo di grande intelligenza nello spiegare la tattica e nel capire le situazioni, nell’essere un padre o un fratello maggiore con questo ragazzi. È veramente la persona giusta al momento giusto. Blessin ha saputo dare un’interpretazione psicologica del momento. In un primo momento è stato in silenzio, ha ascoltato come tutte le persone intelligenti, senza svolgere azioni che non sarebbero state capite. In modo molto disciplinato ha gradualmente capito i ragazzi, è entrato nelle loro teste e si è fatto sentire uno di loro. È persona rigorosa, che fa veramente la differenza, e credo che anche grazia a lui apriremo un ciclo perché è qualcosa di sorprendente, che in Italia – mi spingo a dire – non si era mai visto”.

Se credo nella salvezza? Sono assolutamente certo che questo sia l’obiettivo da perseguire.L’unità che si vede adesso è stata portata da Blessin o prima c’era e non si vedeva? Prima c’era e non è che non i vedesse, ma non si manifestava. Era come una pentola a pressione a cui nessuno era riuscito a togliere il coperto. Blessin ha scoperchiato questa pentola che era piena di contenuti, di sofferenze e di una serie di cose che probabilmente portava negatività e che comunque non faceva emergere una serie di cose che stiamo vedendo adesso. Adesso stiamo vedendo dei ragazzi che ci credono. Ora noi stiamo parlando della prima squadra, ma il mondo Genoa è più ampio, è fatto di un sacco di persone che nella prima squadra vedono il raggiungimento di una serie di fatiche e rinunce. E in questo momento sta succedendo qualcosa di bello”.

Il Presidente Zangrillo, poi, è intervenuto anche sulla crisi del calcio italiano: “Il Genoa ha sempre fatto la sua parte. Noi sappiamo che il mondo del calcio italiano è molto particolare ed è fatto di cose che vanno oltre i semplici parametri qualitativi. Alcuni vivai di squadre nazioni sono riusciti a fare emergere negli ultimi anni delle eccellenze che non sempre trovano sbocco come dovrebbero. Questi ragazzi devono essere seguiti, fanno dei sacrifici perché per esempio non studiano, o comunque studiamo meno dei loro coetanei, corrono il rischio di diventare ricchi prima dei loro coetanei senza però avere quelle basi che poi nella vita ti aiutano. Essere un presidente di calcio, essere una persona che conosce questo senso di responsabilità, significa anche curare questi aspetti. Quindi semplicemente non chiedere al calciatore di allentarti bene, cercare di vincere e cercare di segnare, ma cercare di comportarti da campione, da persona per bene, da persona che crede nel proprio futuro. Quindi hai dieci anni per esprimere questo, devi cercare di farlo e il Genoa deve mettere le basi per impostare un discorso sul futuro che deve partire da qua”.

Settori giovanili? Lì lavorano in silenzio, con sacrificio e devo dire anche con mezzi che sono insufficienti soprattutto se rapportati con i risultati che ottengono. Io questo lo so. Però la vita professionale di ciascuno di noi è fatta di priorità. È inutile che in questo momento vi spieghi qual è la mia priorità. Però ho trovato il modo per avere contatti con il settore giovanile e quindi in modo sincero far credere che questo settore giovanile sia la base per il futuro. Anche perché, sinceramente, dal punto di vista imprenditoriale non ha assolutamente logica, se noi riusciamo a tirare fuori il meglio a casa nostra, andarlo a pagare tre o quattro volte tanto affidandoci ai soliti procuratori o a chi ci consiglia qualcosa a scatola chiusa. Abbiamo questo tipo di fortuna che poi dobbiamo strutturare. È evidente che la Liguria orograficamente non è una terra facile, Genova non è una terra facile. Non siamo in Pianura Padana, costruire un campo di calcio o una struttura sportiva all’avanguardia come quella di Milan, Inter o Atalanta, che è esattamente bello, non è semplice perché manca lo spazio. Non è solo una questione economica. Bisogna fare dei ragionamenti, poi sapete che c’è la politica, che è difficile e contrasta, poi c’è il campanilismo, poi ci sono tutte una serie di ragioni che hanno reso impossibile lo sviluppo di un certo livello. Però, adesso, forse è arrivato il momento. Perché c’è un nuovo spirito imprenditoriale, che non è solo locale, che non è solo nazionale, ma è internazionale. A questo punto io credo che quello di cui stiamo parlando si imporrà e noi dobbiamo essere propositivi e protagonisti di questi nuovi progetti”.

Infine, un passaggio sul deferimento del Genoa relativamente all’inchiesta plusvalenze: “La mia posizione è quella che, non avendo gli elementi per poter esprimere un giudizio, la cosa più intelligente che io possa fare è stare zitto. Ho visto che anche altre società sono state zitte, io sto zitto perché veramente non ho alcun elemento obiettivo e direi solo delle banalità”.


Genoa, la carica dei tifosi al Signorini. Blessin in scivolata sotto la tribuna – VIDEO