Il Grifone è vivo. E non è vero che l’allenatore conta solo il 35% come affermava Agroppi. Blessin in 60 ore ha fatto vedere che non è vero.

La prestazione, quella vista contro l’Udinese, è una vera prestazione, non come quella raccontata in altre gare, e questo principalmente perché essere aggressivi,compatti, organizzati nell’immediata conquista del pallone dà frutti.

Tutto è riuscito perché la squadra era assolutamente convinta della scelta fatta dal nuovo Mister. Come in tutte le strategie, la condivisione di un’idea è fondamentale per ottenere un esito positivo.

In Genoa-Udinese è venuto a galla dai primi minuti di gioco un refrain cantato da molti: la scelta prima di Shevchenko e dopo del Direttore sportivo (errore che gli americani, consigliati male si spera solo da un algoritmo e non da altri, potrebbero non pagare alla fine di questo campionato) ha fatto male al Genoa.

Il licenziamento di Ballardini e di Sheva potrebbe non essere un licenziamento da giusta causa. Balla qualche punto in più lo avrebbe portato nel ciclo terribile e non avrebbe perso le due gare regionali. E Sheva allontanato dopo la sua migliore partita in Coppa Italia avrebbe incassato il risultato tennistico a Firenze?

In ogni caso, da ieri alle ore 17 bisogna azzerare le 23 gare giocate coi loro gol subiti e con quelli fatti (pochi) alla pari dei tanti sbagliati.

Il Vecchio Balordo ha iniziato un altro campionato: ci sono 15 gare da giocare, 45 punti in palio, e se le gare saranno giocate con l’intensità e la voglia di vincere viste ieri chissà se la Serie A non si potrebbe conservare.  

Sirigu contro l’Udinese non ha fatto una parata, 10 i corner battuti, 6 palloni  gol sciupati, in 7 dentro il centrocampo dell’Udinese quando Sirigu lanciava il pallone in avanti. In 10 dietro la linea del pallone quando ci si difendeva, in 7/8 sopra la linea del pallone quando si era in fase di possesso, il lancio lungo mai a vuoto. Difesa alta, pressing ultra-offensivo, tre contro uno quando l’avversario entrava in possesso del pallone, correre senza pallone dicendo basta con la melina delle ripartenze da dietro, primi nelle seconde palle.

La partita è stata preparata anche bene, in particolare con la marcatura a uomo su Wallace, il fulcro avversario da parte di Portanova. Questa è la foto a colori – e non in bianco e nero – di un cronista sulla gara del Genoa.

Al di là dei numeri di modulo che non contano nulla, la strategia di Blessin è stata la raccolta della fase difensiva con due linee compatte (4 e 5) che si incollavano e cercavano di rubare il pallone. Un volta in possesso, salire velocemente con i due esterni difensivi (operazione riuscita meglio a destra con Hefti perché Vasquez non è un esterno, ma un centrale) che allargavano il campo e facevano spostare i friulani correndo spesso senza pallone. Quelli a centrocampo approfittavano dello spazio per cercare il filtrante giusto per chiudere l’azione, operazione andata a buon fine almeno cinque volte ma non riuscita con il gol. Peccato.

La gara contro i friulani ha dimostrato che il Vecchio Balordo non è ancora da necrologio: da questa mattina il pallone passa nelle mani del General Manager Spors. Deve rimpolpare il centrocampo con quantità e qualità, rinforzare una corsia laterale e inserire una prima punta, tutto da tirare fuori dal suo database e non dal lascia e molla del campionato italiano. Nelle prossime 15 gare da giocare, Spors dovrà calcolare che i cartellini gialli e rossi non si fermeranno, perciò occorreranno forze nuove e fresche.

Capitolo arbitro. Tanta delusione nella gestione dei cartellini dell’arbitro romano che appenderà il fischietto al chiodo a giugno e sarà uomo specializzato in VAR. Doveri non congruo e uniforme l’utilizzo dei cartellini gialli. Il primo cartellino esibito a Cambiaso su segnalazione del primo assistente Bindoni non ci stava dopo tutti i falli visti, fischiati ma non sanzionati. Cambiaso ha ricevuto un altro giallo alcuni minuti dopo e, di conseguenza, il rosso. Makengo nei primi 10 minuti di gara è stato perdonato della seconda ammonizione.

Il Grifone rimasto in 10 al 36’ del secondo tempo e ha dovuto abbassare le ali pur essendoci ancora 15’ da giocare, compreso il recupero. Adesso due settimane di sosta dove si aspettano notizie da Spors. La salvezza non è facile, ma bisogna provarci. E il sabato del villaggio di Blessin ha sottolineato che ci si può provare.