Per il Genoa non sarà l’ultima spiaggia, nemmeno la penultima, ma senza dubbio la gara con il Sassuolo si doveva giocare da Grifoni per tutti i 90′ di gioco e non solamente 60′ con il Ferraris 17esimo uomo e non più 12esimo, complici le 5 sostituzioni.

Entrambe le squadre hanno vissuto nelle prime 7 giornate di campionato un percorso a corrente alternata. La vittoria serviva ad entrambi gli allenatori per scacciare i fantasmi di una crisi all’ottava giornata di campionato.

Ha pareggiato il Genoa trascinato dalle sue genti che hanno giocato una partita dentro la partita riempiendo il Ferraris con il 75% della presenza solo nella Nord, con il cuore, con la voce, con i colori. Scriveva Manlio Fantini: “la Gradinata Nord non è solo una folla seduta sul cemento armato, è soprattutto un clima e un modo per misurarsi con le favole antiche“.

Lo stop doveva permettere a Ballardini di proseguire il lavoro di affinamento, ma gli infortuni e le nazionali gli hanno concesso poco spazio, unico alibi per quanto successo nei primi 30 minuti e per la scelta di formazione e modulo. Ormai è una consuetudine regalare minuti importanti agli avversari.

Il Grifone fino alla prossima sosta del 7 novembre dovrà scalare la classifica, anche senza l’aiuto di Messner: Torino, Spezia, Venezia, Empoli, anche se tre gare saranno in trasferta, sono alla sua portata giocando strategicamente e con il cuore come nel secondo tempo col Sassuolo.

Il campo non  ha detto che la gara con il Sassuolo è stata la partita della svolta, ma lo ha fatto capire. Ballardini dovrà cercare la novità, anzi le novità, ad di là della carta d’identità che non conta più anche nel campionato italiano. Nel suo DNA allenatore visti i cambi di ruolo fatti con successo nel passato si possono ripetere. Attualmente basta un ruolo a centrocampo, la croce di tutte le strategie tattiche di Ballardini.

Ballardini prima di ogni partita alza l’attenzione contro qualsiasi squadra decantando le qualità degli avversari: operazione che lascia il segno nei suoi che hanno sempre sbagliato, quasi, tutti i primi tempi di queste prime otto giornate di campionato?

Il 3-5-2 iniziale in questa stagione ha funzionato male troppe volte, meglio la strategia con la difesa a quattro: 4-3-3 o 4-2-3-1 non si differenziano e per i giocatori di Ballardini appaiono schemi tattici affidabili e probabilmente più flessibili, considerato quello che è successo negli ultimi 20’ del primo tempo e per tutto il secondo tempo contro gli emiliani, ma già in altre gare precedenti.

A Ballardini il coraggio non manca, ma per fare risultati deve farlo diventare follia non giocando tatticamente e strategicamente da genovese acquisito e con il braccino corto.

Il Genoa non può giocare lezioso, lento e non cattivo davanti a Sirigu, giocando da singoli e commettendo errori da singoli: Scamacca ringrazia. Il Grifone non può più fare prestazioni grigie nei primi tempi.

In negativo nel primo tempo corretto dopo mezz’ora la corsia di destra del Grifone: Biraschi e Sabelli non si sono capiti e Rogerio e Djuricic hanno messo in crisi tutto l’apparato difensivo genoano. Cambiaso e Kallon subentrati nel secondo tempo hanno fatto svanire la spinta e la corsia sinistra sassolese.

Eukuban ha sbagliato gol importanti ma la sua entrata, con corsa e carica come contro il Verona, ha fatto la differenza nel pressing, assente in precedenza.

Badelj sostituito, giustamente, perché nel primo tempo ha giocato male. Tutte le colpe potrebbero non essere le sue considerato che ha fatto lo stopper su Raspadori schierato trequartista mentre Frattesi e Maxime Lopez, i mediani avversari, giocavano indisturbati nelle praterie libere del Ferraris. Rovella ha sfoderato un suntuoso secondo tempo e ha preso la squadra per mano nel ruolo di play moderno. Ballardini deve decidere se è utile giocare con entrambi.

In futuro difficile che Vasquez, anche lui tra i positivi, possa fare panchina. L’impressione – ma si aspettano conferme – è che il Genoa abbia tra le mani un nuovo Romero: cazzimma e grinta al peperoncino messicano non mancano.

Cambiaso, dopo averlo visto giocare nel settore giovanile e nell’Albissola quando ha vinto il campionato, ha sempre giocato mezzala. Lo può fare anche in questo Genoa dove manca la mezzala che sappia fare le due fasi gioco. Cambiaso sa inserirsi a destra o a sinistra  visto che è un ambidestro e tira con entrambi i piedi. Come si è visto giocare Frattesi nel Sassuolo, arrivato dal Monza: un classe 1999, mentre Cambiaso è un classe 2000, entrambi nazionali Under 21 con la sola differenza che Frattesi è unicamente destro.

Per quanto riguarda Kallon, da Yayah bisogna aspettarsi di più, anche se la sua presenza dà fastidio agli avversari. Kallon come nella Primavera non deve avere pause. Deve rammentarsi che in Serie A non si può giocare con il terzino addosso, che in qualsiasi maniera può marcarti. Anche se gli costerà fatica, Kallon dovrà giocare di più senza pallone partendo da destra e armare il sinistro. In Primavera fatto 11 gol lo scorso anno e una decina di assist.

Bene Criscito, Destro ormai cecchino alla Carlo Galli soprannominato “testina d’oro”,  Behrami la grinta e Fares nel secondo tempo, come avevamo scritto in precedenza, terzino sinistro, ruolo ricoperto nell’Algeria che si gioca un posto per il Mondiale 2022.

Per Ballardini in questo pezzo nessuna indulgenza polemica, solo constatazioni di un cronista rimasto non impressionato ma piacevolmente sorpreso nel secondo tempo nel vedere il Vecchio Balordo e il suo gioco vissuto con i giovani. Il Grifone ha dimostrato, a sprazzi anche lunghi, di potersela giocare con tutti, almeno con quelli che viaggiano nella parte destra della classifica.

Un saluto a Marroccu, un uomo di cui nel calcio la natura non può tirare quante copie vuole.