Diego Capel ha trascorso una sola stagione con la maglia del Genoa. 21 partite giocate, quanto basta per definirla un’avventura “avvincente”. 23 agosto 2015, stadio Renzo Barbera, il Grifone di Gasperini affronta il Palermo. L’ala spagnola entra nel secondo tempo al posto di Lazovic ma viene sostituita dopo poco più di un quarto d’ora. Capel, in un articolo scritto sul quotidiano sportivo Marca, preferisce passare avanti e riportare alla luce altri ricordi.

Un esempio? Quel giorno ad esordire in maglia rossoblu fu anche Goran Pandev, che a Genova di stagione ne ha vissuta più di una. “Quel giorno ha esordito anche Pandev, che un’istituzione del calcio italiano. Abbiamo giocato insieme nel finale di partita, in un sistema di gioco davvero caratteristico come quello di Gasperini, allenatore che ora trionfa all’Atalanta. Eravamo una squadra molto offensiva e Goran, grazie al suo modo particolare di vedere il gioco e vivere il calcio, ci ha aiutato molto. Sono stato solo un anno in Italia, ma ho un ricordo piacevole di quel che ho vissuto e di cosa abbia significato per me giocare al fianco di un calciatore del livello di Pandev”.

Ancora Capel, ancora sul collega 37enne: “Ha enormi qualità, che si vedono anche in allenamento. Ha dimostrato di saper segnare – non è facile superare le 100 reti in un campionato come la Serie A – E anche di saper giocare in vari ruoli. Ma quello che rimane più impresso è la visione e il modo di interpretare ogni situazione di gioco: saper attaccare, far male alle difese, uscire dalle situazioni di difficoltà. Il suo calcio era differente perché lo era la sua mente”. 

L’ex giocatore del Genoa, oggi svincolato a 33 anni dopo la parentesi maltese con il Birkirkara FC, consiglia a Goran di non guardare la carta d’identità: “L’età è solo sui documenti, per di più in questi tempi in cui la preparazione fisica ti permette di giocare fino a una certa età senza problemi, anzi riuscendo anche ad essere un giocatore importante”. Poi, sempre fra le righe di Marca, lancia un messaggio: “Per me sarà un onore guardarti. Indosserai la fascia di capitano con orgoglio perché sei un calciatore diverso, di quelli di cui ormai non ne restano più. Buona fortuna”.


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