Dopo 13 giornate di campionato giocate nel periodo Maran e 15 giocate sotto la fase con Ballardini si può tentare di fare un focus tecnico, seppure al buio per colpa del virus, e questo perché al timone della preparazione fisica è tornato Alessandro Pilati e dal preparatore del Genoa qualcosa abbiamo imparato guardando gli allenamenti del passato  già dal periodo estivo.

Al Genoa si è avuta l’impressione, nella  la prima  parte del  campionato, di una mancanza di forza fisica, ovviamente senza dimenticarsi del Covid e della necessità di continuare a giocare ogni  60  ore, utilizzando poco la palestra per puntare sul lavoro aerobico che senza forza non rende.

Dalla quattordicesima giornata, gara dopo gara, si è capito che Pilati responsabile della preparazione ha trovato anche lo spazio, d’accordo con Ballardini, per la cura del potenziamento muscolare visti i risultati nei tackle e nel recupero delle cosiddette seconde palle. Il Genoa è ai primi posti per recuperi palla, ma soprattutto ha messo assieme le sue cinque migliori gare per rendimento in termini di chilometri percorsi da gennaio scorso ad oggi, nella parentesi Ballardini, arrivando al picco di 117,5 km percorsi complessivamente dalla squadra in occasione di Atalanta-Genoa (record negativo proprio Benevento-Genoa con 101,8 chilometri macinati).

Con Ballardini e il suo staff, con Pilati e Scarpi, è rinata nella rosa dei calciatori la voglia di gareggiare e l’istinto competitivo che trascina tutti, forse  il vero segreto del Ballardream. Non c’era tempo da perdere per uscire dalle secche della classifica e il lavoro di Pilati si sarà svolto nell’indicare una cadenza da seguire, basata sulla frequenza cardiaca e più avanti sulla velocità. Se non è cambiato nulla, tutto questo lavoro sarà stato controllato da un orologio singolo che avverte se i calciatori stanno rallentando troppo e impone il cambio di marcia.

Giocando ogni tre giorni e senza una preparazione pre-campionato c’era da curare l’intensità, perché Ballardini richiede alta intensità. Non è causale, in tal senso, che il Genoa sia poco a poco risalito fino ad essere oggi con 111,2 km medi percorsi a partita la quarta squadra in Serie A dopo Inter, Lazio e Napoli.

Pilati avrà dovuto impegnarsi nel dare le basi che permettessero lavori di alta intensità con il pallone, il tutto studiato tra staff tecnico, atletico e anche medico al fine di raggiungere obiettivi comuni, ma anche individualizzato con lavori personalizzati: il  lavoro fisico, per dirne una, sarà stato diverso tra un esterno a tutta fascia e un difensore.

Il Genoa così è tornato vicino al Top e sono i precedenti dati che lo comprovano rispetto al passato, altro segreto che potrebbe  essere l’individuazione del lavoro. Ballardini con Pilati non avrà potuto stilare per tutti lo stesso lavoro perché ciò che può essere utile per qualcuno potrebbe essere meno utile per altri. Era impensabile che tutti fossero al 100% all’arrivo di Ballardini  motivo per cui assieme a Pilati è stato fondamentale studiare e fare qualcosa in più per tenere il gruppo sopra l’85% e ottenere i risultati fatti.

Passata la serie delle tre partite alla settimana, i pilastri della preparazione atletica sono venuti alla luce con atteggiamento mentale, movimento, palestra, nutrizione comune e recupero. Il gioco di Ballardini non può prescindere dal fatto che i calciatori siano precisi, attenti ed efficaci per tutti i 90 minuti più recupero: le gare ormai sono da 100 minuti complessivamente.

Nelle ultime 10 partite della stagione avrà una grande competenza il piano atletico. Avere risorse di energia sarà fondamentale per giocare il Ballardream. Per il tecnico rossoblu e Pilati il giocatore resta un calciatore prima che un atleta e trovare la giusta alchimia aiuta per raggiungere gli obiettivi.

A Pegli ci saranno rari momenti di rilassamento, altrimenti come nei ritiri estivi Pilati avrebbe messo in scena da sguardi indiscreti qualche sfida speciale di judo: si ricorda era quella che andava nel palcoscenico della palestra di Neustift con Sebastian De Maio. Il roccioso difensore perdeva sempre, subito  al tappeto. Chissà se Pilati gli ha comunicato che era stato campione di judo. Altra chicca che il Covid ha portato via per amalgamare il gruppo.


I CHILOMETRI PERCORSI DAL GENOA DALL’INIZIO DELLA STAGIONE

  1. 107,8 km Genoa-Crotone
  2. 107,8 km Napoli-Genoa
  3. 112,1 km Genoa-Torino
  4. 108,7 km Verona-Genoa
  5. 113,8 km Genoa-Inter
  6. 106,9 km Sampdoria-Genoa
  7. 110,4 km Genoa-Roma
  8. 112,6 km Udinese-Genoa
  9. 112,9 km Genoa-Parma
  10. 112,3 km Fiorentina-Genoa
  11. 108,2 km Genoa-Juventus
  12. 108,7 km Genoa-Milan
  13. 101,8 km Benevento-Genoa
  14. 110,3 km Spezia-Genoa
  15. 110,2 km Genoa-Lazio
  16. 114 km Sassuolo-Genoa
  17. 111,9 km Genoa-Bologna
  18. 117,5 km Atalanta-Genoa
  19. 115,9 km Genoa-Cagliari
  20. dato non rilevato Crotone-Genoa
  21. 116,6 km Genoa-Napoli
  22. 111,3 km Torino-Genoa
  23. 108,3 km Genoa-Verona
  24. 112,6 km Inter-Genoa
  25. 114 km Genoa-Sampdoria
  26. 111,8 km Roma-Genoa
  27. 112,3 km Genoa-Udinese
  28. 111,1 km Parma-Genoa