Un Genoa combattivo, concentrato e anche capace di esprimere gioco gradevole, almeno per la prima parte della partita, è uscito con un buon punto dalla difficile trasferta di Bergamo contro l’Atalanta. Oggi a Marassi il Grifone affronta il Cagliari, che dopo un buon inizio di campionato si è inceppato, ha subito cinque sconfitte consecutive e da undici turni non vince. Sembra che la permanenza di Eusebio Di Francesco sulla panchina cagliaritana sia legata al risultato di oggi. Di Francesco, dopo le positive stagioni di Sassuolo e Roma non è più riuscito ad esprimersi su quei livelli.

Uno sguardo d’insieme sulla squadra sarda.

Il Cagliari si schiera con il 4-3-2-1 e cerca sempre di essere propositivo iniziando il gioco dal basso. La squadra è aggressiva, ma non brilla per qualità, ragion per cui, se qualche elemento della squadra va in difficoltà sotto l’aspetto fisico, il Cagliari entra in sofferenza.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il portiere Cragno, di grandi prospettive e dall’ ottimo rendimento, è bravo in tutte le caratteristiche del ruolo, soprattutto è reattivo tra i pali e abile nelle uscite alte e basse. Zappa, Ceppitelli, Godin e Lykogiannis compongono la linea a quattro. Zappa, di scuola Inter, dopo un anno a Pescara ha fatto il salto nella massima serie: instancabile cursore di fascia destra, ha tecnica discreta e si propone spesso in avanti; in fase difensiva palesa a volte qualche incertezza. Lykogiannis, sulla sinistra, garantisce buona corsa, ha un piede sinistro educato ed è molto più bravo ad attaccare che a difendere. Ceppitelli e Godin sono i centrali. Il primo, da anni in Italia, è bravo nel gioco aereo e attento in marcatura, però non è molto rapido e soffre nell’uno contro uno. Godin è il leader della retroguardia, ma sia nell’Inter della stagione scorsa sia quest’ anno a Cagliari non ha ancora espresso l’alto rendimento che garantiva nell’Atletico Madrid. Comunque è un giocatore esperto e carismatico, cattivo e grintoso. Sa leggere bene le situazioni che si creano in partita, è abile e tempista nei colpi di testa.

Il centrocampo.

Nandez, Duncan e Marin formano una mediana in cui forza e corsa prevalgono su geometria e fantasia. Nandez ha una gamba inesauribile, è bravo palla al piede e nei recuperi, le sue incursioni e i suoi cross dalla fascia destra sono pericolosi. Duncan, alla seconda partita con i sardi, agisce da playmaker anche se non ne ha le caratteristiche. La fisicità e un buon sinistro sono le sue qualità, ma il giocatore non è molto disciplinato tatticamente: nella prima parte di campionato, giocata con la maglia della Fiorentina, ha collezionato poche presenze. Fortemente voluto da Di Francesco, il rumeno Marin possiede buona tecnica ed è bravo a districarsi nelle maglie del centrocampo. Anche lui è portato ad aggredire: difficilmente sa temporeggiare e rischia di andare fuori giri.

L’attacco.

Joao Pedro e Nainggolan sono trequartisti. Il brasiliano, bomber della squadra, ha una tecnica di primordine, in particolare possiede un ottimo dribbling, che usa con successo nell’uno contro uno. Joao Pedro però non aiuta molto la squadra in fase difensiva. Nainggolan, ex Inter, è il giocatore più rappresentativo: corsa, cattiveria agonistica, inserimenti e tiro da fuori area fanno parte del suo bagaglio. In avvio di stagione era con i nerazzurri di Conte e ha giocato ben poco, ora deve trovare la forma migliore. Simeone è l’unica punta. L’ex Genoa ha mezzi tecnici sufficienti e mostra una grande propensione al sacrificio, perché aiuta i compagni nel recupero palla. In più è bravo ad “allungare” la squadra. Come sua alternativa c’è un altro ex genoano, Pavoletti, autentico pericolo sui palloni alti e bravo nella difesa della palla. Nelle ultime due stagioni, però, il “Pavoloso” è stato vittima di due gravi infortuni.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su corner e punizioni laterali a sfavore difendono a zona. Cragno esce sovente dai pali per sbrogliare situazioni ingarbugliate. In fase d’attacco, su analoghe occasioni, salgono Ceppitelli e Godin, entrambi pericolosi nel gioco aereo, e a loro si aggiungono Simeone, Joao Pedro e Nainggolan. Gli incaricati alla battuta sono Marin, Lykogiannis o Nandez. Nei calci fermi dal limite dell’area Nainggolan, Joao Pedro e Lykogiannis sono i protagonisti. Bisognerà prestare un’attenzione particolare al sinistro educato di Lykogiannis, senza trascurare la botta potente di Nainggolan e il tiro a giro di Joao Pedro.

In conclusione?

Il match è importante. Il Grifone vuole dare continuità a risultati e prestazioni, ma si trova davanti una squadra ferita e piena di stimoli, che vuole interrompere la serie di cinque sconfitte consecutive e risalire al più presto in classifica. Serviranno massima applicazione e concentrazione, condite dalle qualità tecniche tattiche che appartengono alla squadra di Ballardini. Finire il girone d’ andata con un successo garantirebbe una vera e propria boccata d’ossigeno ai polmoni genoani.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.