Jerome Onguené si è presentato questo pomeriggio alla stampa nelle vesti di nuovo giocatore del Genoa. Sceso in campo per uno spezzone di partita già al Gewiss Stadium contro l’Atalanta, il difensore camerunese appena arrivato dal RedBull Salisburgo ha raccontato i motivi della sua scelta e cosa si aspetta dalla sua nuova avventura in rossoblu.

Cosa ti ha spinto a venire a Genova?

“Intanto il fatto che il Genoa sia un club storico, il più antico d’Italia. E poi dal punto di vista del gioco ha un modo di giocare confacente alle mie caratteristiche. Sono molto contento di essere qui. Come sono stato accolto dai compagni? Ho avuto un’impressione stupenda dall’accoglienza riservatami dal gruppo. Tutti sono gentili e qualcuno si sforza anche a parlare in francese. La mia integrazione sta andando bene e spero che tra qualche settimana tutto sarà perfetto. Se ho qualche difensore modello? L’Italia è stata la culla di eccezionali talenti della difesa. Mi sono documentato e conosco il gioco di Nesta o Maldini, ma un mio modello è anche Koulibaly, che personalmente apprezzo moltissimo. Da bambino avevo altri giocatori cui mi ispiravo,  tra cui Puyol, ma guardando ai difensori di oggi ci sono Ramos o Thiago Silva”.

Sei arrivato in un campionato molto tattico come quello italiano, dove difendere è un aspetto assai curato. Cosa ti aspetti, dove puoi migliorare da questo punto di vista e in quale posizione di una difesa a tre ti troveresti meglio?

“L’aspetto tattico della difesa, qui in Italia, ha una storia: c’è moltissimo da imparare ed è quello che farò qui al Genoa. Non ho una preferenza particolare nel giocare in una difesa a tre e sia a destra sia a sinistra, dove servirà, io naturalmente sarò disposto a giocare”. 

Le prime impressioni dopo aver già esordito contro l’Atalanta?

“Devo direi che ho avuto un’impressione ottima, soprattutto della gara della nostra difesa. Ci siamo difesi bene e abbiamo giocato bene. Nelle ultime tre partite la difesa si è comportata bene, ma anche nelle azioni offensive e di contropiede. Siamo pronti a salire un po’ in classifica, il più velocemente possibile. Se mi aspettavo di giocare subito nel finale con l’Atalanta? Sì, col mister ne avevamo parlato prima della partita e io gli ho confermato di sentirmi bene: lui mi ha detto di tenermi pronto perché ci sarebbe potuto essere bisogno di me. Sono entrato quando dovevamo mantenere il risultato e di questo sono stato soddisfatto”.

Che tipo di difensore sei? Dove preferisci giocare nel reparto arretrato?

“Devo dire che non ho preferenze particolari fra giocare a tre o quattro. In passato ho giocato con tutti e due i sistemi e mi sono trovato bene in entrambi i casi. Direi, quindi, che non ho preferenze”.

Che passaggio è stato per te passare dal RedBull Salisburgo, che gioca la Champions, al Genoa che sta lottando per la salvezza? Cosa ti aspetti da questa esperienza in Italia?

Nel gruppo ci sono sicuramente elementi di altissimo livello e l’esperienza col Salisburgo mi aiuterà sicuramente, perché là ho imparato molto. Cercherò di utilizzarla per portare ciò che posso al Genoa, e nel contempo potrò imparare e crescere molto qui a Genova”.

Hai vestito in piccolo la maglia dell’Inter, nei campus in Camerun, e con le giovanili della Francia hai affrontato più volte l’Italia. Era nel tuo destino. 

“Ho dei trascorsi con l’Italia e con la Francia siamo arrivati in finale mondiale Under 19 con l’Italia, e abbiamo vinto. E ancora l’anno dopo, con l’Under 20, abbiamo trovato l’Italia e in quel caso ci hanno battuto. Diciamo che l’Italia sembrava essere nel mio destino”. 

Hai due idoli: Superman tra i supereroi e LeBron James come star dell’NBA, che usa molto la sua immagine. A quale dei due senti di appartenere di più come filone?

“Mi sento più simile a Superman avendo un carattere riservato, schivo, quasi timido. Mi piace stare un po’ in un angolo. Ma quando si tratta di partire per il fronte, il Jerome timido resta a casa ed esce fuori la voglia di combattere”. 

Arrivi in un campionato dove ci sono Ibrahimovic, Ronaldo, Lukaku. Ti sei confrontato in allenamento con Mbappé o Haaland. C’è un attaccante su tutti col quale attaccante vorresti confrontarti in Serie A?

Ho avuto la possibilità di conoscere giocatori come Mbappè e Haaland. Ora arrivo in un campionato con grandi campioni e da tutti questi giocatori avrò l’opportunità di imparare. Parliamo di campioni per i quali ho sempre nutrito rispetto. Sul campo di gioco, però, il rispetto non c’è più e devi andare oltre, cercando di contrastarli”. 

Da qualche mese non sei stato titolare: qual è la tua condizione fisica attualmente? Pensi di avere bisogno di un po’ di tempo per essere al cento per cento a disposizione della squadra?

“Quello che posso dire è che mi sento perfettamente in forma, fisicamente sto molto bene e sono al top della condizione. Se il mister avrà bisogno di me, sarò a disposizione”. 

Prima di passare al Genoa avevi parlato con qualche altro giocatore camerunese che già aveva giocato nella Sampdoria, come Samuel Eto’o?

“No, non ho avuto occasione di parlare coi calciatori camerunesi che mi hanno preceduto qui a Genova. Perché ho scelto il numero 25? Non ci sono motivi particolari. Ci ho un po’ pensato sopra e ho scelto quello perché è il numero del dipartimento della squadra con cui ho esordito in Francia (Sochaux, ndr)”.


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