Nonostante il Genoa abbia disputato una buona partita, è uscito sconfitto dal turno infrasettimanale contro il Sassuolo. Alcune gravi ingenuità difensive hanno impedito ai rossoblu di lasciare Reggio Emilia con un risultato positivo. Oggi, nell’ anticipo delle ore 18, il Grifone incontrerà al Ferraris il Bologna, squadra che è attestata sul centroclassifica e che è guidata in panchina da Sinisa Mihailovic. Anche nella lotta contro la sua terribile malattia l’allenatore serbo si è dimostrato uomo dal forte carattere e con una forza invidiabile. Oltre a queste qualità personali, Sinisa ha dimostrato di essere un tecnico preparato e con principi tattici ben definiti.

Uno sguardo d’insieme sul Bologna.

La squadra denota qualche difficoltà a livello difensivo e anche oggi dovrebbe soffrire di alcune assenze per infortuni di vario tipo e di una per squalifica (Svanberg). L’undici di Sinisa scende in campo con il 4-2-3-1 e preferisce iniziare l’ azione partendo dal basso. Importante è il lavoro di Soriano che, per sottrarsi alla marcatura, si abbassa al livello dei due mediani e diventa l’ equilibratore della manovra felsinea.

L’analisi reparto per reparto: la difesa.

Oggi il portiere sarà Da Costa, chiamato a sostituire l’ infortunato Skorupski. È un estremo difensore esperto, ma nelle sue precedenti apparizioni ha lasciato a desiderare e sembra non godere di molta fiducia né tra i compagni di squadra né presso il tecnico serbo, anche perché lascia parecchio a desiderare nelle uscite alte. La linea difensiva è composta da Tomiyasu, Danilo, Paz e Dijks, reparto non sempre irreprensibile e che ha subito almeno un gol in tutte le partite, tranne una. Tomiyasu e Dijks sono i due esterni bassi. Il giapponese è senza dubbio il bolognese con il miglior rendimento in questo spezzone di campionato: è svelto, rapido, bravo di testa e ha buona tecnica, è molto attento e concentrato in tutti i momenti della partita. Dijks gioca sulla fascia sinistra, possiede una fisicità importante ed un buon piede mancino, non garantisce regolarità di rendimento e soffre di amnesie durante la partita. Danilo e Paz, il duo centrale, formano una coppia fisica e complementare. Danilo, elemento navigato, molto bravo nel gioco aereo e con mezzi tecnici più che sufficienti, ha notevole personalità. Paz ha un fisico importante, e sopperisce alla poca mobilità e velocità con un buon senso della posizione. Anche lui è abile di testa. La scorsa stagione era stato prestato al Lecce.

Il centrocampo.

Dominguez e Schouten sono i due mediani. Il primo, un giovane argentino, in patria era considerato un vero “crack”, ma in Italia ancora non è riuscito ad imporsi. Bravo sia nel gioco lungo sia nel corto, una buona tecnica e una “garra” tipicamente sudamericana sono le sue principali qualità. Schouten è bravo nel pressing e nel recupero palla, ha discrete qualità tecniche, possiede i tempi giusti per gli inserimenti.

L’attacco.

Orsolini, Soriano e Barrow sono i tre giocatori alle spalle dell’unica punta Palacio. Orsolini e Barrow come di consueto giocano a piede invertito. Orsolini aziona sulla fascia destra il suo sinistro fatato, ha gamba e forza fisica, ma non continuità di rendimento: se in giornata, può essere determinante. Barrow, a sinistra, è croce e delizia degli emiliani: veloce e dalla potente accelerazione, passa da prestazioni esaltanti ad altre da ” Chi l’ ha visto”. È un’ altro prodotto del vivaio Atalanta, particolare che è sinonimo di buona qualità. Palacio, la punta centrale, ex indimenticato dal popolo genoano, ha capacità aerobiche importanti ed è sempre pronto ad attaccare la profondità. Giocatore dalla correttezza e dal comportamento esemplare, sa rendersi pericoloso in ogni occasione.

Come si muovono sulle palle inattive?

Sui corner e sulle punizioni laterali a sfavore si schierano a zona. Da Costa difficilmente esce dai pali. Il Bologna non è squadra dall ‘importante fisicità e bisognerebbe approfittare di simili situazioni. In fase d’attacco i calci d’ angolo e le palle inattive vengono calciate da Orsolini o Barrow, mentre Danilo e Paz salgono, Dijk, Soriano e Palacio fanno densità dentro l’ area di rigore e uno tra Orsolini e Barrow si aggiunge agli incursori.

In conclusione?

Viene da dire che questa dovrebbe essere una “partita da Grifo “, ma non siamo nemmeno alla fine del girone d’ andata e quindi c’è da augurarsi che queste gare, proibite ai deboli di cuore, diventino sempre meno frequenti perché tutti noi speriamo che il “Vecchio Balordo” si tiri fuori al più presto da questa scomodissima posizione di classifica. Ahimè, sperare non costa niente.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.