Il titolo dato al pezzo, da cronista, può andare bene solo alla seconda parte di Benevento-Genoa. La formazione iniziale del Genoa era quella che aveva giocato circa novanta ore prima contro il Milan. Il dubbio era Destro, assente per troppo tempo, nuovamente in campo dal primo minuto e fuori Scamacca. La speranza è che fosse una strategia cercando di dare una svolta alla gara nel secondo tempo con le 5 sostituzioni a disposizione.

Le Streghe nel primo tempo non hanno fatto paura e non hanno prodotto nulla secondo le aspettative di Pippo Inzaghi con l’Albero di Natale a trazione anteriore. Il 4-4-2 di Maran  visto nella gara con il Diavolo è apparso efficace e attuale anche a Benevento.

In fase di possesso, con una pressione individuale  efficace nelle ripartenze dal basso dei sanniti, il baricentro non basso pronto a non offrire spazi tra le linee ai trequartisti di Pippo Inzaghi, creando anche una buona densità di uomini tale da non offrire possibilità di giocate in verticale all’avversario. Le corsie laterali coperte dai terzini e dagli esterni permettevano anche di spingere lateralmente. Non era un Genoa attendista e non permetteva di concedere superiorità nel cuore del gioco. All’appuntamento è mancato solamente Destro, marcato e tallonato ad uomo da Tuia o Glik.

Al riposo, se si fosse giocato ai punti, avrebbe meritato il Vecchio Balordo vista l’unica parata  importante dei numero uno in campo, quella di Montipò su tiro di Shomurodov, in crescita di gara in gara e in grado di coprire il campo in largo e in lungo, non solo in fase di possesso. Nell’intervallo entra in scena il titolo del pezzo: “Chi l’ha visto“, come la trasmissione del Mercoledì alla ricerca di personaggi smarriti.

Il Genoa prende il gollonzo su errore difensivo di Czyborra, un peccato di gioventù, visto che i palloni possono anche scagliarsi in fallo laterale se non si possono giocare. L’errore di Czyborra passa in secondo piano perché Maran e Maraner, pur essendo il Grifone sotto di un gol, fanno tre cambi che sarebbero stati inaspettati anche sullo zero a zero, figurarsi   prima che il direttore di gara riprendesse il gioco per la segnatura di Insigne.

Fuori Sturaro e Shomurodov, i migliori in campo fino al 56° di gioco, e dentro Radovanovic e Pandev. Fuori Czyborra e dentro Criscito. Peccato che Mimmo il capitano non fosse presente nella prima frazione quando vi era stato un calcio di punizione diretto dal limite dell’area sulla sinistra e non ci fosse in campo un calciatore di piede sinistro per calciarla: questo è un filo rosso che non è più sottile da tempo.

Da quei cambi, chi l’ha visto il Vecchio Balordo? Nessuno, la partita finiva mestamente con i cambi azzeccati e il cambio modulo di Pippo Inzaghi che non era più sfrontato e sbarazzino. Arrivava il secondo gol su rigore, solo per la cronaca per un errore di Perin con le mani nel rilanciare l’azione. Cose non da Grifo.

Le letture delle partite di Maran, non solo quella di ieri nel Sannio, hanno sempre lasciato perplessi e non solo perché hanno prodotto pochi risultati.  Dalla sua esperienza per tutti sarebbe stato lecito inquadrare lo svolgimento di una gara meglio, aiutato anche da quelli che collaborano con lui, che dovrebbero studiare con tutti i mezzi a disposizione non solo gli avversari nel pre-partita, ma anche consigliarlo in corso di gara.

Sette punti in classifica dopo 13 giornate, 8 gare perse, 12 reti realizzate, 26 incassate,  essere l’unica unica squadra che nei 5 top campionati europei non vince una partita dal primo di ottobre in compagnia con Schalke 04 (Germania) e Sheffield (Inghilterra) e altri dati statistici non confortanti hanno fatto ballare la panchina di Maran.

Il Diavolo non ci era riuscito, le Streghe sì aprendo le porte dell’inferno. La società sta pensando che ci possa essere ancora una reazione e per tale motivo oggi al Pio Signorini dovrebbe tornare Davide Ballardini. Lo “special normal” ha già effettuato una simile operazione portando dentro lo spogliatoio, nel 2017, con i suoi due collaboratori coraggio, serenità, incisività.

Balla, fai un regalo di Natale ai genoani mercoledì prossimo come il 19 novembre 2017 quando prendesti il posto di Juric battendo il Crotone in Calabria per 1 a 0.