L’Italia di Mancini in due partite ravvicinate ha fatto vedere la faccia del calcio che si propone in ogni partita giocata, contro le squadre chiuse e quelle aperte. Contro la Bosnia venerdì scorso ha giocato con il freno a mano tirato: al calcio non si può fare e giocare.

È stata la Nazionale azzurra a inaugurare la nuova stagione che, come quella appena terminata, si annuncia troppo intensa, complicata e difficile a causa di un calendario ancora compresso e ancora sotto pressione del Covid. Gare volute dalla Uefa che aveva la speranza di giocarle a porte aperte per monetizzare gli eventi. Il pareggio contro la Bosnia è arrivato dopo un lunghissimo stop e per di più la maggior parte dei calciatori impegnati fino ad agosto inoltrato. Non erano e non potevano essere al massimo della condizione visto che gli allenamenti con i club erano ripartiti da pochissimi giorni: questo è stato il primo pensiero dopo l’1-1 contro Dzeko e compagni.

Mancini e il suo staff invece dovranno ragionare sulla fatica fatta contro i bosniaci che hanno giocato tutti dietro la linea del pallone e la colpa non è stata solo la condizione fisica. La riflessione, senza togliere nulla a Immobile e ai boys italici, è che all’Italia serve un centravanti di ruolo. Per il ct sarà difficile trovare una pedina come c’è l’hanno le prime sette della classifica, tutti stranieri.

Occorre far crescere anche dei centravanti da parte della FIGC e dai settori giovanili, potrebbero esserci anche se nei campionati Primavera questi posti, non tutti, sono occupati da giovani extra-comunitari o stranieri e quando vengono a galla i boys italici fanno panchina in squadre della parte destra della classifica.

Contro l’Olanda ieri un’ottima prestazione. Quando ha funzionato il fiato, non è sembrato che gli Azzurri non giocassero insieme da 10 mesi e si è messo in evidenza che l’Italia di Mancini non può giocare lenta e prevedibile anche se i concetti sono sempre stati gli stessi: possesso pallone, tagli, cambi di gioco che senza fiato e benzina nelle gambe tutto si affloscia. Senza dimenticarsi che per ottenere ciò hanno giocato contro gli Orange, che volevano fare la partita e non solo difendersi lasciando spazi invitanti. A casa dei Tulipani in testa al girone di Nations League prima della partita per la vittoria della Polonia, un cambio per reparto ha rigenerato la squadra del Mancio. Tutto è stato fatto per preservare i giocatori e le società da possibili infortuni. Visto e considerato che in molti hanno fatto solo due allenamenti e poi sono andati in ritiro a Coverciano: situazione veramente anomala.

Tutti gli innesti hanno dato la prova che possono dare qualcosa in più alla nazionale: Chiellini e  Jorginho  conosciuti, Spinazzola tornato carro armato sulla corsia di sinistra , Locatelli a centrocampo al debutto e mezzala a tutto campo,  Kean che ha sostituito Zaniolo al 40′ del primo tempo. Gli accertamenti diagnostici di oggi non lo hanno salvato da un’altra quarantena calcistica come quella dello scorso campionato.

È piaciuto il totalvoeetbal alla Mancio nella casa di Cruijff. Un contro-gioco che fonda tanto sulla fase di possesso e sull’attesa dell’avversario. Il gioco di Mancini si basa sulla pressione complessiva di una squadra sull’altra, pressione votata alla conquista di spazi in attacco e al recupero del pallone in fase difensiva. Piacciono gli Azzurri che sembrano pronti a giocare il calcio totale perché hanno una mentalità positiva, avendo piena fiducia in loro stessi e in ciascun compagno della propria squadra. Piace il calcio di Mancini, piace il suo ruolo di selezionatore, perché è sempre pilotato, ragionato mai subito contro qualsiasi avversario. Contro l’Olanda ha messo a tacere anche chi filosofeggiava che le 11 vittorie consecutive fossero solamente frutto degli avversari scarsi e modesti. Il commissario tecnico adesso deve trovare un centravanti che faccia sfruttare le potenzialità dei centrocampisti, tutti portati ad attaccare e riempire l’area di rigore, così come cercare in anticipo i sostituti di Bonucci e Chiellini che non potranno essere eterni. Giustamente si accontenta, perché la rosa a disposizione ha dimostrato di non aver dimenticato nulla di quello assimilato tra il novembre 2018 e il novembre 2019.

Anche gli olandesi, che si credono sempre gli inventori del calcio totale, lo hanno capito: l’Italia di Mancini non è più  solamente cinismo e contropiede, dimenticandosi che quel modo di giocare all’italiana ha portato anche trionfi nello stivale calcistico e che non è stato sicuramente il catenaccio o il contropiede a far fare brutte figure alla Nazionale Italiana di calcio, ma la gestione sbagliata che iniziava dietro le scrivanie della FIGC. Vincere questo girone di Nations League, con un’altra vittoria ad ottobre con la Polonia, darebbe la possibilità di giocare non solo le fasi finali dell’Europeo 2020 in pole position considerato che si giocheranno in Italia, senza dimenticarsi che questa competizione offre l’accesso al Mondiale e al sorteggio di dicembre tra le teste di serie.