Aspettando Godot. Con il Genoa di mezzo calza a pennello la frase dell’opera teatrale di Beckett quando vogliamo parlare di qualcosa che attendevamo e che non arrivava mai. “Non succede niente, nessuno arriva, nessuno va”. Invece il 26 agosto 2020 due “Godot” si sono presentati sull’uscio del Pio Signorini con la presentazione del ds Faggiano e l’arrivo nel nuovo allenatore.

Con Maran è importante che il Genoa abbia trovato la persona giusta che “materializzi, personifichi ed esprima quello che vuole Preziosi non solo calcisticamente, ma anche come simpatia, intercettando anche gli “ideali” della tifoseria genoana. E non uno per fare un favore al procuratore amico: sarebbe un altro errore.

A Maran la competenza della categoria e la visione di gioco non mancano, come gli successe a Catania, Brescia, Bari, Chievo e Cagliari, ma non fu fortunato nei risultati che gli costarono l’esonero.

Maran a Ponente della Lanterna si dovrà ricordare quando alle prime armi nell’anno 1997 era vice di Silvio Baldini che, oltre tatticamente, fu il primo a mettere in campo il 4-2-3-1. Non negoziava valori e principi di calcio con nessuno. Per niente è stato scomodo al calcio italiano.

Dopo l’ultima brutta esperienza vissuta a Cagliari, quarto in classifica per un quarto di campionato, è stato esonerato per una crisi di risultati pesante 11 giornate di fila senza vittorie. In tempi di lockdown calcistico, nei primi giorni di maggio, parlò in una trasmissione di Sky scottato e arrabbiato per quanto successo sull’isola affermando: per tornare in panchina devo sentirmi coinvolto nel progetto. Quando mi arriverà una proposta devo essere certo che sia quella giusta”. La speranza è che tutto questo possa accadere nella prossima stagione del Vecchio Balordo.

Con Faggiano alle spalle, uno che non hai mai abbandonato un tecnico solo perché in balia dei risultati, può riuscire nel suo operato se non sarà deviato da qualche consiglio di procuratore pronto a fargli proporre qualcuno non utile al suo progetto.

Faggiano ha lasciato l’incarico – e anche l’ingaggio – per non essere d’accordo con Zamparini sull’esonero del mister De Zerbi, da lui portato. Il direttore sportivo ci aveva visto lungo considerato che l’attuale tecnico del Sassuolo è nel mirino dei top club. Mister Maran, nella lotta salvezza l’equilibrio difensivo è vitale ma se lei scorrerà il film dei campionati con Chievo e Cagliari si renderà conto che senza i Pellissier, i Pavoletti, gli Joao Pedro, i Simeone Jr difficilmente avrebbe fatto divertire, operazione che non è riuscita ai suoi colleghi al Genoa che la hanno preceduta, i quali non hanno avuto una punta da doppia cifra. Ci hanno provato, Nicola per ultimo mettendo in campo la somma delle proprie idee tradite dalla mancanza di qualità di quelli davanti che non andavano di pari passo.

Mister Maran, dopo il finale del campionato al Covid anche la stagione 2020/2021 creerà un’altra situazione inedita mai vissuta finora e la sua esperienza, avendo studiato da fuori la ripresa del dopo lockdown, cercherà di ovviare alle problematiche tecnico-tattiche vissute in tutte squadre. Buon calcio Mister Maran: è l’augurio uguale per tutti quelli che sono arrivati a Pegli.

Venendo a Faggiano, la conferenza stampa di ieri ha confermato che pur essendo giovane è uomo di calcio. La scuola e l’esperienza fatte con Perinetti e Antonio Conte hanno dato i giusti risultati in squadre del Sud, nella rinascita del Parma e arriveranno anche al Genoa se lo lasceranno lavorare.

Visto il poco tempo a disposizione e vista l’ampia rosa da smaltire (e non solo quelli che non sono stati all’altezza del compito e dell’ingaggio percepito nella scorsa stagione e quelli tornati alla base dai prestiti e dimenticati e quelli da ingaggiare per alzare l’asticella), l’operazione di Faggiano non è semplice. È consapevole che la preoccupazione del tifosi sia il calciomercato e che aspettano con ansia il diradarsi della nebbia che avvolge il futuro del Genoa inteso come società e, di conseguenza, come squadra.

Della conferenza stampa di Faggiano integrale nello scritto e nell’audio di Buoncalcioatutti si estrapolano alcuni passaggi e alcune frasi non perché scripta manent, verba volant, ma perché saranno una componente del decalogo dell’uomo arrivato dal Sud. Eccoli:

  • “Sono pugliese, ma ho tanti amici che tifano Genoa e me ne hanno parlato di cosa significa: basta guardare le partite del Genoa per capirlo”.
  • “Ci dobbiamo seguire a vicenda, non inseguire. Non c’è un ambito, il mio è quello tecnico, ma andrà a spaziare un po’ ovunque per cercare di essere uniti. Io mi prendo la responsabilità di allenatore, giocatori, di chi entra e chi esce. Non sarà semplice quest’anno, ma in generale, perché bisogna fare tante cose in poco tempo e il campionato è già alle porte”.
  • “Il contratto me lo sono costruito io e non ho premi in caso di salvezza, ma li ho a salire: quindi spero che mi vada bene. Per lasciare due anni di contratto in una squadra in cui ho fatto bene mi dovevo prefissare un obiettivo a livello personale ed emozionale per provare a dare qualcosa in più”.
  • La mia storia calcistica spiega che a gennaio preferisco toccare il meno possibile, altrimenti significa che si è fatto male in precedenza. Preferisco, per il mio modus operandi (e anche se il calcio non è una materia precisa), costruire la squadra a giugno, luglio e agosto senza poi dover andare ad affaticarsi a gennaio”.
  • “Ho 42 anni, il mio obiettivo è andare sempre avanti e se ho scelto il Genoa è perché ci credo, perché penso che il Genoa possa darmi molto e io possa dare molto a loro”.

Ogni commento sarebbe superfluo. Presidente Preziosi: lasciando spazio a Faggiano e non a coloro che negli ultimi anni la hanno consigliata male visti i risultati, nel momento di fare la rosa della prossima stagione si ricordi non solo delle paure passate, ma anche del conto economico differente e abissale tra la Serie A e la Serie B.

I ricavi della serie A sono 10 volte superiori a quelli della B, che sono vicini ai 300 milioni circa, come il fatturato medio di una società di Aerie A superiore sempre del quasi 90%. Allora perché rischiare, lei che è affermato imprenditore, e continuare a scommettere sul calciomercato? 

Provi a fidarsi, lasci spazio a chi vuole fare quel salto in classifica auspicato da tutti e da chi cura il settore giovanile con passione e competenza e le plusvalenze, il bancomat del campionato di Serie A assieme ai diritti televisivi, arriveranno per l’autogestione da lei auspicata.