Troppo forte l’Inter di Conte per il Genoa post-Covid, anche se gli uomini di Nicola hanno disputato una partita più che dignitosa e solo negli ultimi minuti di partita l’Inter ha dilagato. Nonostante la sconfitta il Genoa rimane a +4 sul Lecce che, sconfitto in quel di Bologna, è ora il maggior indiziato per la retrocessione in serie B. Anche se il Grifone dovrà conquistare da solo i due punti che ancora mancano alla conquista della salvezza, e non sperare come negli ultimi campionati nelle sconfitte degli altri, va rimarcato che mancano solamente due partite alla fine di questo allucinante campionato.

Uno sguardo d’insieme sull’avversario odierno.

Oggi il Genoa affronterà in trasferta il Sassuolo, che insieme all Atalanta e al Verona ha messo in mostra il calcio più bello del torneo. De Zerbi è il mister dei neroverdi: allenatore giovane, dalle idee innovative, pretende dalla sua squadra un calcio propositivo e cerca il risultato sempre attraverso il gioco, un gioco fatto di possesso palla e continuo fraseggio. I neroverdi raramente usano il lancio lungo e hanno esterni offensivi che nell’uno contro uno risultano molte volte letali. Per fortuna ne mancherà uno, Boga, che ora come ora è il giocatore più in forma degli emiliani.
De Zerbi schiera la sua squadra con il 4-2-3-1in alternativa può anche far giocare la sua squadra con il 4-3-3. Oggi al Mapei Stadium penso possa optare per il primo.

L’analisi reparto per reparto. La difesa.

L’ estremo difensore è Consigli, portiere bravo tra i pali, sufficiente nelle uscite alte, da anni difende la porta del Sassuolo ed è uno degli uomini più ascoltati dello spogliatoio neroverde. Toljan, Ferrari, Peluso, Kyriakopoulos formano una linea difensiva non sempre irreprensibile perché a volte non difende di reparto ma singolarmente. Toljan ha una corsa importante, è bravo in appoggio e negli inserimenti, ma non sempre attento alle scalate difensive. Ferrari e Peluso costituiscono la coppia centrale. Il primo, ex Sampdoria, è difensore rapido e dalla buona tecnica di base: forte di testa, è l’elemento più affidabile del pacchetto difensivo. Peluso nasce come esterno di fascia sinistra, ruolo che ha abbandonato con l’avanzare degli anni, ha un buon piede sinistro e senso della posizione, quando viene attaccato sul piede destro può avere delle difficoltà, è sufficiente nel gioco aereo. Kyriakopoulos, esterno di sinistra, usa solo il piede mancino, macina chilometri sulla fascia, difficilmente entra dentro il campo.

Il centrocampo.

Bourabia e Magnanelli sono i due mediani a sostegno. Bourabia, uomo di fatica, giocatore sempre pronto ad aggredire e a rubare tempo e spazio agli avversari, possiede anche buoni fondamentali. Magnanelli, il capitano e autentico leader della squadra, anche se non sempre titolare, è tatticamente intelligente e mezzi tecnici ottimi, che gli consentono di essere sempre nel cuore del gioco, poi è bravo nel leggere le situazioni che si creano in campo.

L’attacco.

I tre giocatori che giocano alle spalle della punta centrale sono Berardi a destra, Haraslin a sinistra e Djuricic in verticale. Berardi, tutto mancino, ha corsa e forza nelle gambe e un carattere a volte bizzoso ma con De Zerbi sembra aver trovato la giusta maturazione. Djuricic è un trequartista ambidestro che riesce ad abbinare corsa e fantasia: abile nel dribbling e negli inserimenti senza palla, giocatore dalle grandi potenzialità, è un ex blucerchiato. Haraslin, dotato di facilità di corsa, ama essere lanciato in profondità e come oramai quasi tutti gli esterni gioca a piede invertito. La punta centrale è Caputo: bomber della squadra, arrivato tardi nella massima serie, si sta dimostrando attaccante di assoluto valore, è un vero maestro nei movimenti dentro l’area di rigore, abile nel gioco breve.

Come si comportano sulle palle inattive.

In fase difensiva marcano a zona, e parliamo di una squadra carente quanto a fisicità. in fase offensiva i corner sono calciati da Berardi e Djuricic, oppure i neroverdi giocano corto per trovare il lato debole della difesa avversaria. Salgono Ferrari, sempre molto pericoloso, e Peluso, mentre Caputo attacca il primo palo o va a caccia del pallone sul palo opposto e altri due giocatori riempiono l’area. Sulle punizioni dirette dal limite Berardi è il pericolo numero uno, ma anche Caputo e Djuricic a volte provano la battuta.

Altri giocatori degni di nota?

In panchina oggi si accomoderà Locatelli, a mio parere uno dei centrocampisti italiani più completi del torneo: forza, ottima tecnica, lancio lungo e disponibilità al sacrificio sono le sue doti.

In conclusione?

Mancano 180 minuti alla fine di questo assurdo campionato, noi tifosi genoani vorremmo gioire per traguardi più prestigiosi. Invece dobbiamo accontentarci di una sudata salvezza, ma almeno questo avvenga per i nostri meriti e non per le sconfitte altrui.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.