Anche il Napoli è uscito vittorioso da Marassi e ora il Genoa occupa la terzultima posizione in classifica. Un Genoa dai due volti: abulico ed arrendevole nel primo tempo; coraggioso e a tratti anche bello a vedersi nella ripresa. Oggi contro la Spal, che occupa l’ultimo posto e che viene da due sonore sconfitte, il Grifone è obbligato a vincere per continuare a sperare nella salvezza. La squadra di Ferrara ha esonerato qualche mese fa Leonardo Semplici e lo ha sostituito con Gigi Di Biagio, ma i risultati non sono migliorati. Di Biagio nel recente passato ha allenato l’Under 21 azzurra.

Uno sguardo d’insieme sulla Spal.

Con Semplici la Spal è sempre scesa in campo con il 3-5-2, ora con il nuovo mister parte sempre con la difesa a quattro, per poi cambiare sistema di partita in partita, dal 4-3-3 al 4-2-3-1 o al 4-4-2, cosa non sempre capita dalla squadra. Oggi si presume possa schierare un 4-4-2 molto lineare e dalla facile interpretazione. La squadra di Di Biagio preferisce iniziare l’azione partendo dalla propria area con la palla, ma sovente i biancoazzurri vanno in difficoltà, se pressati con i tempi giusti: sicuramente non hanno la stessa qualità dei giocatori del Napoli e soprattutto non godono oggi della tranquillità necessaria per farlo. Cercano anche la palla lunga per Petagna o Cerri, ma il resto della squadra fatica ad accorciare.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Letica, portiere croato, ha un fisico imponente, ma è ugualmente reattivo, esce spesso dai pali con successo: sostituisce l’infortunato Berisha. I quattro della linea difensiva sono Cionek, Vicari, Bonifazi e Reca. Cionek, tutto grinta ed applicazione, non ha proprietà tecniche di assoluto livello, ma è giocatore che fa della carica agonistica e della concentrazione i suoi principi. Sul lato sinistro c’è Reca: di proprietà Atalanta, con buona corsa e piede mancino educato, offre un rendimento regolare. Vicari e Bonifazi costituiscono la coppia centrale: abituati a giocare nella difesa a tre, ogni tanto incorrono in errori di posizionamento dovuti a movimenti diversi. Vicari è il capitano e da diverse stagioni indossa la maglia biancoazzurra, Bonifazi è considerato come uno del difensori più bravi in prospettiva.

Il centrocampo.

D’Alessandro, Valdifiori, Dabo e Strefezza sono i quattro centrocampisti. D Alessandro e Strefezza gli esterni; veloce, abile nel dribbling e nei cross dal fondo il primo, e anche lui di proprietà Atalanta; mentre Strefezza, brasiliano da anni in Italia, destro che gioca a piede invertito, può agire anche trequartista o seconda punta. Anche lui ha nelle corde un buon dribbling e dispone di buona tecnica di base. Valdifiori e Dabo sono i due centrali di centrocampo.Valdifiori, il regista, piedi buoni, ma giocatore di relativa mobilità, era uno dei pupilli di Sarri: fisicamente non è un colosso. Dabo, arrivato dalla Fiorentina a gennaio per garantire chili e centimetri, non ha garantito sino ad ora un grande apporto: anche in Francia non era considerato un giocatore eccezionale.

L’attacco.

Petagna e Cerri sono i due attaccanti. Entrambi hanno un importante fisicità e sono due prime punte, vedremo oggi come potranno coesistere. Petagna, il bomber dei ferraresi, è in possesso di un buon piede mancino, copre abilmente la palla con il corpo, ed è già stato acquistato dal Napoli per il prossimo anno. Cerri ha caratteristiche similari, ma usa prevalentemente il piede destro: forte in acrobazia, è arrivato a gennaio dal Cagliari.

Come si comportano sulle palle inattive?

Sui corner e sulle punizioni laterali a sfavore difendono a zona, anche uno dei due attaccanti va ad aiutare. In fase offensiva i corner e i calci piazzati dalle fasce sono calciati da Valdifiori e Strefezza. I due centrali difensivi salgono per colpire; Petagna, Cerri e Cionek sono gli altri incursori dentro l’area.

In conclusione?

Partita da dentro o fuori, partita da Grifo, verrebbe da dire. Sicuramente il tifoso genoano vorrebbe vedere la sua squadra lottare per qualcosa di più prestigioso, cosa che sembra non rientri più nei sogni del popolo rossoblu. Dovrebbe far riflettere l’ascesa dell’EX GASPERINI.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.