Uscito con le ossa rotte dall’incontro casalingo contro la capolista Juventus, il Genoa cerca un pronto riscatto con l’Udinese in terra friulana, anche perché ora la situazione di classifica si fa sempre più preoccupante. L’Udinese nel turno precedente ha vinto in trasferta contro la Roma e vede nella partita contro i rossoblu la possibilità di uscire dalla palude della zona retrocessione.

Uno sguardo d’insieme sull’Udinese.

I bianconeri sono allenati da Ivan Gotti, chiamato proprio nella partita d’andata contro il Genoa a sostituire l’esonerato Tudor. Gotti era l’allenatore in seconda del croato e la sua doveva essere una sostituzione provvisoria, ma con il suo modo di gestire lo spogliatoio e con la sua serietà si è guadagnato la stima dei giocatori e della società, e la relativa promozione da mister in prima.

Non va dimenticato che Gotti è stato il vice anche di Sarri e Donadoni ed è stato vicino a grandi campioni. L’Udinese scende in campo con il 3 5 2, sistema similare a quello del Grifone, ed è una della squadre fisicamente più forti del campionato italiano.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

L’argentino Musso, il portiere, ha fornito sempre ottime prestazioni ed il suo rendimento è stato un continuo crescendo sino a conquistare la maglia della nazionale albiceleste. Musso è molto forte tra i pali e abile nelle uscite alte e basse. I tre difensori centrali sono De Maio, Nuytinck e Samir, un trio che fa della forza fisica il punto di forza e che va in difficoltà sul breve. De Maio e Samir sono i due “braccini”: il primo, a destra, ha buon senso della posizione e discreta tecnica, ed è un ex Genoa dell’era Gasperini; il secondo, a sinistra, è il più rapido, anche se ha poca predisposizione alla marcatura: avendo giocato per di più come esterno, è il più portato alla costruzione del gioco. Nuytinck, il centrale, olandese, forte di testa e fisico imponente, è al secondo anno in Italia.

Il centrocampo.

È formato da Larsen, De Paul, Jajalo, Fofana e Sema. I due esterni sono Larsen e Sema, giocatori di gamba e di corsa. Il primo è un danese a cui piace essere lanciato ed è molto attento in fase difensiva; il secondo è uno svedese di origini congolesi, è in possesso di un’eccellente falcata e di un piede sinistro educato, è bravo nel dribbling, i suoi assist sono pericolosi, all’andata fece il suo primo gol in Italia. De Paul e Fofana sono i due interni di metà campo. De Paul è l’uomo in più delle zebrette friulane, ha tecnica sopraffina e sfodera tiri da fuori spesso letali. Da quando viene impiegato come centrocampista è diventato un giocatore completo, pericolosissimo nelle palle inattive. Fofana è un francese che abbina corsa e forza a una buona tecnica, ma tatticamente è un po’ disordinato. Jajalo, che gioca al posto dell’infortunato Mandragora, è giocatore ordinato e diligente: da anni in Italia, non è un fulmine di guerra.

Infine l’attacco.

Lasagna e Nestorovski sono i due attaccanti, entrambi mancini. Il primo è devastante quando viene trovato in profondità ed è forte in acrobazia; il secondo, macedone, è pericoloso nei sedici metri e nel gioco corto. Nestorovski ha vissuto il suo momento magico nelle fila del Palermo. Come punta di rincalzo hanno Okaka, munito di una forza fisica dirompente, ottimo nella difesa della palla e nel far salire la squadra. Okaka però non sta attraversando un buon momento di forma, per questo gli viene preferito Nestorovski.

Come si comportano sulle palle inattive?

Quando devono difendere, si dispongono a zona sia sui corner sia nelle punizioni dalle zone laterali. In fase offensiva la quasi totalità dei calci da fermo è battuta da De Paul e questo è uno dei punti di forza dell’Udinese. Dal limite tira quasi sempre De Paul, raramente ci provano Fofana e Nestorovski.

In conclusione?

Partita difficile contro una squadra scorbutica, che fa della fisicità la sua primaria qualità. La partita potrà essere risolta da una palla buttata nel mezzo o da una mischia improvvisa. In questa stranissima fine di campionato certe caratteristiche potranno risultare determinanti. Per il Genoa inizia un ciclo di partite che saranno di vitale importanza. Speriamo di rivedere già da oggi la squadra pre-covid.

Articolo precedenteSerie A, Milan pigliatutto all’Olimpico. Lazio resta a -7 dalla Juve
Articolo successivoRassegna Stampa del 5 Luglio: le probabili formazioni di Udinese-Genoa
Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.