Durante il lockdown Nicola avrà ripassato le nove gare giocate dal suo arrivo con occhio più alle negatività da correggere che alle positività da confermare con la ripresa della stagione. E durante questi dieci giorni di ripresa della stagione 2019/2020 avrà cercato di capire cosa è successo al suo Genoa.

Nicola non si sarà preoccupato della condizione fisica non ottimale per nessuna squadra e  per ottenerla come preventivato prima della ripartenza giocando ogni tre giorni saranno le partite e il lavoro (non scarso) da una gara all’altra a farla migliorare.

Come tutti i genoani, eccetto quelli che hanno subito cercato il capro espiatorio della preparazione post Covid sbagliata, Nicola è stato chiaro nelle sue conferenze stampa centrando il problema di queste tre prime gare, in particolare nelle prime due e nei primi tempi: “oltre i ritmi giusti sono stati i tempi corretti delle giocate a mancare”. Si può aggiungere che non si è visto quel gioco del doppio play davanti che permetteva alla difesa e al portiere di non fare quei lanci lunghi che si dimostrano inutili.

C’è qualche risorsa in più per il tecnico genoano, ma bisognerà tenere conto che nelle gambe oltre il lockdown hanno anche la lunga assenza patita per l’infortunio.

Dopo le dodici gare giocate Nicola e il suo staff si renderanno conto che il problema con le squadre che ti costringono a giocare con il 5-3-2 non essendo in grado di accettare una parità numerica con i tre calciatori dietro, sono gli spazi grandi difficili da gestire.

I dati, al di là dei ritmi di gioco che Nicola e lo staff avranno ottenuto dalle ultime tre gare, avranno fatto capire che devono migliorare nei duelli uno contro uno. In quelle prime due gare il Genoa costruendo dal basso, impiegando molti uomini e utilizzando troppi passaggi, ha perso molti palloni, il che ha comportato di subire le ripartenze avversarie. Tra i numeri esaminati non saranno neanche eccelsi, oltre punti e gol realizzati, anche cross e i dribbling riusciti.

Il Genoa e i giocatori devono subito rimettere in moto il gioco pre-Covid basato su una costruzione dal basso, ma fatto con pochi calciatori, con pochi fronzoli di passaggi che sono apparsi attualmente pericolosi per questioni tecniche e riuscita della transizione. Il Genoa prima della Pandemia sotto la gestione di Nicola era efficace ed efficiente perché trasmetteva il pallone velocemente nella trequarti avversaria, anche se non si è visto qualcosa di preparato durante gli allenamenti. Il campo era quasi diviso a metà con una zona di costruzione e un’altra di sviluppo, rifinitura e tiro. L’ultima dell’otto Marzo contro il Milan due o tre passaggi al massimo dopo una verticalizzazione in avanti, la ricerca di un centrocampista tra le linee o la ricerca diretta di una punta.

Il Genoa post-Covid non ha occupato bene gli spazi e ha sbagliato i tempi del passaggio e difficilmente si sono visti i meccanismi di occupare o liberare gli spazi.

Il Vecchio Balordo nelle prossime 6 gare (due in trasferta con Udinese e Torino e 4 in casa compreso il derby con Napoli, Spal e Lecce) dovrà dominare il pallone per fare risultati con l’abilità individuale e attraverso la tecnica dei calciatori di qualità a disposizione, velocizzando le giocate in verticale e occupando bene gli spazi nelle due fasi di gioco che non hanno nulla da spartire con i numeri dei moduli. Lo step decisivo per giocare il quattordicesimo anno in Serie A.

Se tutto accadrà come nelle gare pre-Covid, il Genoa organizzato tatticamente e forte fisicamente potrebbe nuovamente annullare il gap tecnico anche senza utilizzare al massimo il pressing ultra offensivo. Basterebbe per far riuscire bene il pressing riprendere a fare bene i movimenti dei singoli calciatori: cioè mantenendo corte le distanze tra i reparti senza lasciare scoperti spazi di gioco tra i singoli ruoli.

All’inizio dell’avventura a Pegli grazie alla sosta natalizia Nicola chiedeva degli step da superare cercando di far crescere la mentalità e la sicurezza alla squadra dei propri mezzi. Adesso nel post- Covid avrà chiesto a tutta la rosa di essere competitivi alzando il livello tecnico, ma anche quello psicologico per essere tutti al centro dell’obiettivo: la salvezza. Da qui alla fine ci sarà spazio per tutti.

È una frase fatta che nel calcio contano gli stimoli: il calcio dopo il Coronavirus è l’occasione giusta per dimostrare di averli. Nicola per questo motivo avrà inserito in rosa altri cinque giovanotti della Primavera per far giocare a quelli che non saranno titolari e  gli altri che hanno giocato scampoli di gara ufficiale rimettendo in moto un’altra partita 11 contro 11, il vero allenamento giocando ogni tre giorni. Lavoro di scarico e riposo per gli altri che sono stati in campo per tutta la gara giocata.

Nicola predicherà che il percorso non sarà facile e per ottenere l’obiettivo occorreranno lavoro, giusto riposo, voglia e ambizione. Il percorso con Nicola è stato positivo subito dal suo arrivo (e non solo per i risultati): adesso bisogna crederci e affrontare tutte le responsabilità.