Brescia-Genoa, un brodino per il Vecchio Balordo. La speranza di tutti nel momento in cui tutti iniziano la cura dimagrante per la prova costume è che il Genoa abbia iniziato quella ingrassante non solo di risultati e punti, ma anche di gol. L’inappetenza di vittorie e gol su azione può non far volare il Grifone post Covid.

Sotto l’aspetto tecnico l’incontro tra Genoa e Brescia non è stato una gran cosa. Ai 33 gradi di Brescia i tabellini delle statistiche indicano solo Genoa. Partita che anche all’Equatore il Vecchio Balordo doveva vincere vista la differenza di qualità.

Nulla di nuovo, compresi gli errori passati come prendere gol su rimessa laterale. Errori da gambero che sono frutto, come martedì scorso, dell’approccio mancato alla gara. I 26 punti in classifica sono i testimoni della fatica del Genoa a fare risultati. Dopo 28 giornate il Grifone non ha una punta in grado di arrivare in doppia cifra.

La missione di Nicola era iniziata e da parte sua continuerà facendo capire ai calciatori che senza fronteggiare, pressare, combattere e mai mollare già dentro lo spogliatoio prima di iniziare a giocare il Genoa avrebbe fatto fatica. I calciatori dopo la quarantena non sono entrati in sintonia con il tecnico visti gli approcci sbagliati con Parma e Brescia.

Lasciamo da parte la “tiritera” della preparazione non fatta bene dopo la quarantena comune a quasi tutte le squadre. Preparazione che non può aver inciso nei primi venticinque minuti con Parma e Brescia. Questo virus disgraziato non ci permette di fare domande dirette a Nicola e senza avere risposte si possono vestire come si vuole.

Ad esempio, domanda senza aver visto allenamenti e sapendo che le decisioni sono solo di Nicola e del suo staff: nessuno mette in discussione le qualità di Biraschi come difensore, sempre ottimo, ma il suo utilizzo da esterno troppo basso con squadre alla portata del Genoa, anche inferiori? Perché non viene utilizzato un giocatore di ruolo pronto a fare anche la fase offensiva?

Due attaccanti di peso serviti solo con palloni lunghi sono serviti poco contro le Rondinelle.  Qualche cross in più avrebbe potuto giustificare la presenza di Destro ancora in pieno recupero. Destro ha sbagliato due ghiotte occasioni con palloni arrivati rasoterra, difficilmente ha preso un pallone di testa dai lanci lunghi. Più efficace Pinamonti che ha svariato, lottato, ha cercato di far risalire la squadre e soprattutto ha buttato dentro un rigore che potrebbe essere pesante per il futuro del Vecchio Balordo.

Nessuno ingaggia battaglie dialettiche sui moduli di gioco, ma il Genoa post Covid ha smarrito forme di collegamento tra i giocatori dello stesso reparto o di reparti diversi:  l’impostazione dinamica assente nelle ultime due partite. Nicola aveva lavorato benissimo al suo arrivo sullo sviluppo e sul perfezionamento di quelle combinazioni di gioco che assicuravano un gioco di squadra efficace.

In queste dieci partite che mancano alla fine della stagione Nicola dovrà scegliere le caratteristiche, oltre che di ruolo, fisiche, tecniche e tattiche dei propri calciatori a disposizione. Il caldo ci sarà e purtroppo aumenterà giorno dopo giorno, giocando ai ritmi che si sono visti in questa ripresa la differenza la dovrà fare la qualità dei rossoblu a disposizione di Nicola.

Il Genoa non farà un’altra stagione anonima se confermerà quello che Nicola vuole continuare a far vedere: pochi tocchi, molta verticalità (rasoterra) e non lanci di 50 metri, tanta essenzialità, fronzoli zero.

Adesso non Nicola, ma i calciatori di tutta la rosa non devono perdere punti con dirette squadre interessate alla salvezza tutte in visita al Ferraris, anche senza la Nord.

In queste dieci rimanenti gare deve iniziare lo Schöne, visto non tanto, che deve ridare geometrie in mezzo al campo. Le punizioni, la specialità assente nello show aspettato al suo arrivo ad agosto.

Anche con la Juventus martedì notte, Nicola e nessuno dei genoani vorranno più vedere calciatori vuoti ad inizio partita, solamente con l’aria per respirare. Incomincia ad essere strano e non si capisce dopo le prime due gare della ripresa il perché, per di più dopo aver visto il lavoro di Nicola e il suo staff prima del Covid che veniva soddisfatto con l’aggredire gli avversari e bombardarli per fare buone prestazioni e anche risultati.

Perdere e giocare male può succedere, ma non vedere calciatori genoani incazzati come il tecnico in gabbia davanti alla panchina, nervosi e paurosi senza alcuna reazione. Ciò dovrà farli riflettere individualmente a dieci turni dalla roulette di questo finale di campionato. Per adesso va bene poco, allora è il momento di cominciare a giocare non solo per la squadra ma anche per se stessi.

Fare analisi delle due ultime gare del Genoa è difficile: occorrerebbe andare da uno psicanalista in grado di fare “psicologia analitica” dopo i gol incassati e i punti persi post-Covid.

Adesso Juventus, nessun miracolo anche se con la Signora qualcuno l’abbiamo visto. Partita  da giocare con un altro spirito da parte di chi giocherà, serviranno le caratteristiche della Nicola-connection.