Il Genoa visto martedì sera nella partita contro il Parma è stato a dir poco imbarazzante, squadra molle e senza idee, senza anima. I tre mesi di stop hanno mandato in tilt la truppa di Nicola e si spera che oggi a Brescia il Genoa ritrovi il filo smarrito.

Uno sguardo d’insieme sul Brescia.

La squadra lombarda occupa l’ultima posizione di classifica e nella partita di oggi ripone le poche possibilità di salvezza rimaste. Dopo qualche cambio, ora sulla panchina delle rondinelle siede Diego Lopez, allenatore uruguayano che dopo l’esonero di Thiago Motta sembrava prossimo a guidare il Grifone. Lopez ha poca esperienza ma si dice sia meticoloso e preparato. Il Brescia aveva riposto molte speranze di salvezza in Mario Balotelli, ma anche qui super Mario ha deluso sia per il suo rendimento spesso insufficiente sia per il suo carattere sempre troppo esuberante, ad ora è un separato in casa. La squadra scende in campo con il 4-3-1-2, ma non ha mai dato l’ impressione di avere un piano tattico ben preciso. Il Brescia non ha uno spartito vero e proprio, tutto il suo gioco passa per Tonali. Dà il meglio di sé quando riesce a fare blocco dietro la linea della palla e poi ripartire velocemente. La situazione in classifica è quasi proibitiva, le ultimissime speranze passano per la partita di oggi.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il portiere Joronen, nazionale finlandese, autore di un ottimo torneo, ha un fisico imponente ma è ugualmente molto reattivo e forte tra i pali, e sa farsi valere anche nelle uscite alte. La difesa vede da destra a sinistra Sabelli, Papetti, Mateju, Semprini, linea giovane e più portata a difendere singolarmente che a lavorare di reparto. Sabelli è un degli elementi più positivi della squadra, ha sempre fornito buone prestazioni: forte di gamba, si propone spesso in avanti con spunti interessanti e prevalentemente con il destro. Papetti e Mateju sono una coppia che da poche partite gioca insieme ne consegue uno scarso affiatamento. Papetti, giovane del vivaio, è marcatore arcigno e tignoso, e pur essendo alle prime armi si sta rivelando elemento affidabile. Mateju gioca centrale difensivo per esigenze di formazione, ma il suo ruolo abituale è quello dell’esterno e la sua disabitudine al ruolo si vede tutta. L’esterno di sinistra è Semprini, altro elemento del vivaio bresciano di cui si dice un gran bene: dotato di buona corsa e di un ottimo piede sinistro, è più portato ad attaccare che a difendere.

Il centrocampo.

È a tre e vede Bjarnason e Dessena come mezzali di parte e Tonali come playmaker. Le due mezzali sono entrambi ex blucerchiati: il primo, nazionale islandese, ha buone capacità fisiche, tecnica apprezzabile e capacità di inserimento; il secondo, grande combattente e giocatore di temperamento, ha subito due gravi infortuni, ma ha saputo rientrare nella mischia senza remore. Tonali, il top player dei bresciani, richiesto dalle grandi squadre italiane ed europee, abbina un ottima tecnica ad elevata dose di agonismo, calcia quasi in toto le palle da fermo. Già all’andata fu autore del momentaneo vantaggio del Brescia, tutto il gioco della squadra lombarda passa dai suoi piedi.

L’attacco.

Zmrhal, il trequartista, ha un piede sinistro parecchio educato, è bravo negli assist e nelle punizioni: ex Slavia Praga, è però molto altalenante per rendimento. I due attaccanti sono Donnarumma e Torregrossa. Donnarumma gioca in appoggio alla prima punta, calcia prevalentemente con il piede destro ed è abile negli spazi stretti. Torregrossa, il centravanti, forte di testa e nella difesa della palla, è in possesso di un ottimo sinistro.

Eventuali varianti?

Potrebbero partire dall’inizio o subentrare l’ex rossoblu Romulo e Martella. Il brasiliano ex genoano, dopo un brillante avvio di carriera, è sceso molto di rendimento, ma può ricoprire molti ruoli del centrocampo. Martella è un esterno basso di fascia sinistra, bravo in fase offensiva, però lacunoso quando deve difendere. I suoi traversoni sono pericolosi. Martella è stato uno dei protagonisti del miracolo Crotone.

Come si comportano sulle palle inattive?

Quando devono difendere, sui corner marcano ad uomo ma spesso incorrono in disattenzioni e perdono la marcatura. Sulle punizioni laterali e sulla trequarti difendono a zona. In fase offensiva tutte le palle inattive o quasi sono di Tonali, solo in rare occasioni ci prova Torregrossa dal limite con il suo mancino. Per i corner salgono i due centrali difensivi, che insieme a Donnarumma, Torregrossa e Bjarnason si dividono l’ area.

In conclusione?

Il Genoa dovrà dimostrare che quello col Parma è stato un incidente di percorso dovuto ai tre mesi di stop: tutto troppo brutto per essere vero. Se si dovesse ripetere la pessima prestazione di martedì, anche per la squadra di Nicola si prospetterebbe un futuro assai gramo e nero.