Bentornato calcio si può dire o no dopo tutte le beghe in agenda non risolte: fine contratti, prestiti in scadenza il 30 giugno, diritti TV, beghe alle quali si sono aggiunti i calendari  e gli orari delle gare da giocare. Oggi la risposta in Lega.

Il Presidente Gravina che passa dall’euforia allo sconforto leggendo le ultime interviste contro tutti e nessuno, i nomi e cognomi dei dissidenti non escono mai e il suo successo lascia perplessi con il tono delle sue parole: “cialtroni, i filosofi dell’ovvio, i negativi, mecenatismo, ora so da chi guardami“.

Presidente Gravina, è il momento delle riforme, almeno quelle dei campionati. Non si rifugi nel CONI e nel Governo: le hanno dato il coltello dalla parte del manico e se non lo utilizzerà altro che chiacchiere.

Le  tirate di orecchio del Presidente del CONI Malagò: “il calcio è stato bravo, ma ora impari la lezione, le sviolinate del Ministro dello Sport Spadafora danno l’impressione di aver la tentazione di trovare o scovare vincitori e vinti di questa partita infinita non solo con il Virus.

Sul ring ci sono saliti tutti, a giorni alterni, con colpi anche proibiti, eccetto la comunità dei tifosi mai invitata e il Presidente della Lega Dal Pino che ha parlato poco e ha fatto dei fatti da manager scavato, ad esempio archiviando la pratica Marotta e l’Inter che non volevano giocare subito la Coppa Italia, appuntamento che la Lega aveva concordato con il Governo ascoltando il manager dell’Inter non convinto è passato alla votazione con  l’Inter e Marotta andati sotto. Dal Pino non sembra preoccupato neanche dei diritti TV non pagati da Sky una battaglia giudiziaria da vincere solo con l’ingiunzione di pagamento, considerato che si giocherà.

L’uscita di Sky, dopo aver pagato, dal calcio italiano secondo il manager della Lega  potrebbe essere dopo 18 anni un’opportunità di portare in il calcio italiano in un mercato, quello vero, con quotazione in borsa. Il fronte calcio si è subito spaccato sul calendario della ripartenza della stagione 2019/2020 e della Coppa Italia. Si ripartirà giorno 13/14 giugno dalle semifinali di Coppa Italia e finale tre giorni dopo, per rendere felice il Ministro dello Sport che vuole far vedere il calcio in chiaro.

C’è il Piano A, quello di finire la stagione; il piano B, playoff e playout; il Piano C, con cristallizzazione dei risultati in caso di interruzione; e ieri dal Presidente Gravina  è arrivato il piano D se qualcosa dovesse andare male: un “algoritmo che proietti la classifica fino al termine del campionato“. Vincere o retrocedere per un algoritmo entrerebbe nella storia del calcio, anche se non si capisce cosa si intende.

Il calcio è stato trasformato in una playstation umana. Per favore niente bambole, cartoni, foto sugli spalti e cori finti, ma trasformarlo anche in un algoritmo appare strambo perché nel calcio non si potranno risolvere i problemi mancando istruzioni elementari, chiare e non ambigue e i problemi del pallone non possono essere calcolati tramite concetti fondamentali dell’informatica e della matematica dentro un calcolatore che dovrebbe rappresentare la logica di elaborazione, con 100 giorni di sospensione, giocare sotto il solleone che potrebbe cambiare una campionato ignoto alla sua ripartenza, cambiando non solo i parametri ma anche i valori rispetto alle 27 gare giocate e le altre da giocare. Neanche la macchina di Eta Beta potrebbe calcolare e pesare la media fra punti e gare giocate più il parametro sul numero di sfide disputate fuori casa.

L’ultimissima del Presidente della Juventus, Agnelli, è quella da metà luglio di dare la possibilità di avere sugli spalti il 15% della capienza dello stadio. Come? In ordine alfabetico, numero di abbonamento, raccomandazioni? Da settembre cambia il numero: 30% di spettatori distanziati sulle tribune. Con quale metodo, quello detto prima, oppure rimborso degli abbonamenti non utilizzati per 12 gare e dopo altra campagna abbonamenti con distanziamento? Con quali prezzi?

Ad  oggi le  certezze sono 103 giorni che non si gioca, dall’ultima partita disputata Sassuolo-Brescia del 9 marzo. Sono 127 le gare da disputare tra campionato e Coppa Italia: 12 giornate e 4 gare da recuperare, partite che dovranno essere collocate in 7 weekend e altre 6 giornate collocate durante la settimana, giocando quasi tutti i giorni.

Giocare due mondiali o campionati europei in 40 giorni è una scommessa che dovranno vincere gli allenatori, gli staff di preparatori e i calciatori.