Siamo molto lontani dal poterci immaginare quando si tornerà in campo per il calcio giocato, ma già la settimana scorsa un piccolo “assaggio” di vita calcistica lo si era vissuto con le nuove indicazioni dell’IFAB, che dal giugno 2020 ha intenzione di modificare il regolamento del calcio. O meglio, darà la possibilità di terminare i campionati col precedente regolamento o con le nuove direttive. Una delle tematiche al centro dell’attenzione è stata quella del fallo di mano. Una situazione di gioco che, a dirla tutta, negli ultimi anni, a partire dal 2013, ha cambiato chiavi di lettura e interpretazione.

Nel 2013 teneva ancora banco il concetto di volontarietà, tant’è vero che il Regolamento recitava come il fallo di mano implicasse “un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un giocatore”. C’erano – e permangono in parte anche oggi –  diversi criteri per stabilire questa volontarietà, come il movimento della mano verso il pallone o la distanza tra avversario e pallone, il cosiddetto “pallone inaspettato”.

Nei tre anni successivi, sino al 2016, questi due criteri del movimento e della distanza non si modificheranno all’interno del Regolamento, che però da più facilmente interpretabile diventa sempre più cavilloso. Subentra infatti una dicitura legata alla tipologia di movimento che il giocatore fa prima di toccare il pallone: “la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un’infrazione“.

Arriviamo quindi all’anno 2018, che rappresenta un viatico decisivo: viene introdotto il VAR. La tecnologia impatta col calcio. Con qualche affanno iniziale, si capisce immediatamente che sarà più semplice utilizzarlo per il fuorigioco, mentre i falli di mano lasceranno ancora spazio all’interpretazione dei direttori di gara. Nel 2018 perde sempre più valore la volontarietà o meno del tocco di mano e cresce l’attenzione per la posizione del braccio. Largo, aderente, congruo al movimento del corpo.

L’anno successivo, il Regolamento AIA – quello in vigore anche per la stagione 2019/2020 – arriva a suddividere su tre piani il fallo di mano, non certo semplificando il quadro della situazione: quando “è infrazione“, quando “di solito è infrazione” e quando normalmente “non è da considerarsi infrazione“. Come se tornassero a galla volontarietà e involontarietà, come se la tecnologia desse la possibilità di ampliare i criteri di valutazione e collocare un tocco di mano in una categoria o nell’altra.

L’arbitro, tenendo soprattutto conto del movimento del braccio, giudica un tocco di mano falloso se il giocatore “tocca intenzionalmente il pallone” oppure se “ottiene il possesso del pallone dopo che questo ha toccato le sue braccia” oppure se “segna nella porta avversaria direttamente con le mani”.

Nei casi limite è più importante invece la posizione di mani e braccia, “se sono posizionate in modo innaturale aumentando lo spazio occupato dal corpo” oppure se “sono al di sopra dell’altezza delle sue spalle“. Se il pallone ribatte sulle braccia dopo aver colpito un’altra parte del corpo del giocatore oppure un avversario molto vicino nella dinamica di gioco oppure le braccia sono aderenti al corpo, l’arbitro tendenzialmente non dovrebbe considerare il tocco di braccio un’infrazione. Anche un giocatore in caduta che dovesse colpire il pallone con le mani solitamente non dovrebbe essere punito, ma nella stagione in corso, vedasi Lazio-Lecce del 10 novembre 2019, ci si è trovati di fronte a calci di rigore comunque concessi anche di fronte a dinamiche che avrebbero “scagionato” l’autore del tocco.

Tornando al presente e al futuro, il Regolamento IFAB che entrerà in vigore dal prossimo giugno si innesta su quello relativo all’anno 2019, ma con una serie di varianti, specialmente per quei tocchi di mano che aiutano un giocatore ad entrare in possesso del pallone. Attenzione particolare per gli attaccanti. “Il fallo di mano di un attaccante dovrebbe essere sanzionato soltanto se si traduce “immediatamente” in un gol oppure in una chiara opportunità per i giocatori e/o la squadra di segnare un gol“. Il comunicato fornisce anche una precisazione a questa nuova regola circostanziando la possibile situazione di gioco: “in seguito al tocco di mano, la palla viaggia solo per una breve distanza e/o vi sono davvero pochi passaggi“.

Infine, un fallo di mano andrà sanzionato “quando il braccio si fermerà nella parte inferiore dell’ascella“, andando a chiarire come interpretare un tocco sopra o sotto la spalla, mentre “il tocco di mano di un difendente sarà da considerarsi “gesto deliberato” ai fini della valutazione del fuorigioco“.


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