Intorno alle ore 19,30 il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto in conferenza stampa per aggiornare il Paese su più fronti, a partire dall’estensione del lockdown sino al prossimo 3 maggio 2020.

Abbiamo appena predisposto un nuovo Dpcm con cui proroghiamo le restrizioni sino al 3 maggio 2020. Decisione difficile, ma necessaria di cui mi assumo tutta la responsabilità politica. È stata presa dopo alcuni incontri coi nostri ministri, con le province, le regioni, i comuni, i sindacati, le associazioni di categoria e il comitato tecnico-scientifico, che ci ha dato conferma che i segnali della curva epidemiologica sono incoraggianti. Ci sono evidenti indicazione che le misure di contenimento sin qui adottate stanno dando frutti, stanno funzionando, e stiamo ottenendo anche grandi riconoscimenti come dall’Ufficio Europeo dell’OMS.

Proprio per questo non possiamo vanificare gli sforzi sin qui compiuti: se cedessimo adesso, rischieremmo che ogni risultato positivo conseguito possa andare perduto. Non dobbiamo abbassare la soglia dell’attenzione e farlo anche adesso che si avvicinano Pasqua, la festività della Liberazione e il ponte del Primo Maggio. Siamo tutti impazienti di ripartire, ma l’auspicio è che dopo il 3 maggio si possa partire con cautela: dipenderà dal nostro comportamento. Questa nuova proroga vale anche per le attività produttive: continuiamo a mettere la tutela della salute al primo posto, comunque ponderando tutti gli interessi in campo. Chiaramente ci sta a cuore anche la tenuta del nostro tessuto socio-economico e la nostra idea è di allentare quanto prima le restrizioni per poter fare ripartire quanto prima, a pieno regime e in sicurezza, il motore del nostro Paese. Non siamo però ancora in quella condizione. Dobbiamo quindi attendere ancora: ciò che vi posso promettere è che, se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni alla luce delle raccomandazioni dei nostri esperti, cercheremo di provvedere di conseguenza. Non possiamo permetterci una ricrescita della curva di contagio. E dobbiamo anche ripensare alcune logiche dei trasporti e della logistica.

Qualche piccola variazione comunque ci sarà: da martedì 14 aprile riapriamo cartolibrerie, librerie, negozi per neonati e bambini. Riapriamo anche la silvicoltura, ossia il taglio dei boschi che alimenta i combustibili solidi, e varie attività forestali. Il lavoro per la “fase 2” è già partito e non possiamo aspettare che il virus scompaia del tutto dal nostro territorio. Siamo già lavoro e, superata la fase acuta, dovendo convivere col virus, stiamo lavorando a un programma che poggia su due pilastri: l’istituzione di un gruppo di lavoro di esperti e un protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sarà la nostra Bibbia per ripartire a lavorare sui luoghi di lavoro: lo stiamo rafforzando e sarà il documento che assicurerà la ripartenza delle attività. A tutti i responsabili delle aziende raccomando che approfittino di questo periodo di sospensione delle attività per sanificare i luoghi di lavoro e predisporre le massime condizioni di sicurezza dei lavoratori per una corretta applicazione delle misure e il rispetto delle distanze sui luoghi di lavoro”.  

Il Presidente del Consiglio, poi, è tornato anche sul tema delle decisioni prese all’interno della Commissione Europea. “L’Europa sta affrontando una situazione mai vista in tempo di pace. Alcune stime ci dicono che serviranno almeno 1500 miliardi di euro per fronteggiare questa emergenza europea, la più significativa che l’Europa e l’intero Pianeta stanno affrontando. Le proposte, che ieri sono state messe sul tavolo dai ministri delle finanze, sono un primo passo in una risposta europea. Il Ministro Gualtieri ha fatto un grande lavoro, ma siamo d’accordo con lui che quanto fatto sia ancora insufficiente. L’Italia deve combattere in Europa la principale battaglia di un fondo finanziato con condivisione economica dello sforzo: i famosi eurobond. Il fondo dovrà avere una potenza di fuoco proporzionata alle necessità di un’economia di guerra. E dovrà essere disponibile da subito: se arriveremo tardi, sarà una risposta insufficiente e la somma originariamente pensata sarà insufficiente. 

E sulle molte polemiche relative al MES?L’Eurogruppo propone anche una nuova linea di credito, senza condizionalità tranne quella legata a spese di natura sanitaria, collegata al MES. Vedo che in Italia, già dalla scorsa notte, si è levato un dibattito legittimo e vivace. Il Governo troverà l’opportunità per interloquire col Governo, ma è necessario che il dibattito si sviluppi con chiarezza e senza falsità. Il MES esiste dal 2012 e non è stato istituito o approvato ieri o la scorsa notte, come falsamente dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non è assolutamente così: questo Governo non lavora col favore delle tenebre, ma guarda in faccia gli Italiani. L’Eurogruppo non ha firmato nulla e non ha istituito alcun obbligo. Questa è una menzogna. Su richiesta di alcuni Stati membri – non dell’Italia – si è lavorato a questa proposta, non ancora completata ma sul tavolo: una linea di credito legata al MES, totalmente nuova rispetto alle linee di credito esistenti e diversamente regolate. L’Italia, peraltro, non ha firmato alcuna attivazione del MES perché non ne ha bisogno: lo ritiene strumento inadeguato e inadatto rispetto all’emergenza che stiamo vivendo. Sin dall’inizio, anche nell’ultimo Consiglio Europeo, ho chiarito che l’Italia non ritiene il MES adeguato a questa emergenza. Se ci sono stati, coi quali stiamo lavorando in sinergia, che vogliono una nuova linea di credito senza le vecchie condizionalità e nuova regolamentazione. Ecco perché l’Italia partecipa a questa discussione sul tavolo. Ieri è successo anche qualcosa di nuovo: c’è un intero paragrafo pronto ad accogliere la nostra proposta degli Eurobond. Ciò che desideriamo è questo strumento sia immediatamente attuabile. 

Le menzogne e le falsità ci fanno male e ci indeboliscono nella trattativa. Avevo chiesto all’opposizione di essere accomunati in questo senso di responsabilità: le falsità che sono state dette rischiano di indebolire non il Presidente Conte, non il Governo, ma l’intera Italia. Assicuriamo che si tratta di una trattativa difficilissima e dobbiamo fare capire il nostro progetto, esprimere la nostra lungimiranza e il nostro coraggio. Se il dibattito prosegue in questi termini, rischiamo di compromettere la nostra forza negoziale. Lo dico chiaramente: al prossimo Consiglio Europeo lotteremo per avere gli Eurobond. Non firmerò finché non avremo un ventaglio adeguato di strumenti per affrontare un’emergenza che riguarda tutti gli Stati Membri. Sono convinto che con tenacia e forza della ragione riusciremo a convincere tutti che questo sia l’unico percorso che permetterà all’Europa di alzare le reni e competere sui mercati globali”. 


Preziosi: “Riprendere il campionato solo se ci sono le condizioni per farlo” – AUDIO