Su questa barca “ci siamo proprio tutti” ha detto e continua a dire Papa Francesco, ma molti sono rimasti ancora a terra. Fanno finta di non capire che la barca non è sballottata da un mare Forza 9 ma da piccole onde, che sono micidiali e si chiamano non con il nome dei venti ma con quello del Coronavirus. Non è difficile da capire ma è difficile da attuare: tutti siamo assaliti da solitudine, disperazione, paura, impotenza  ed “io resto a casa” non viene osservato. Però, se tutto si allungherà, sarà anche per colpa di chi cerca di aggirare il decreto non facendo solo la passeggiatina, la spesa e quello necessario.

Sulla barca non sono saliti, oltre ai passeggiatori, anche coloro che in un mese di blocco – ormai mancano pochi  giorni – pur essendo del mestiere, illustri primari di virologia e infettivologia, non hanno chiarito se la mascherina serva o non serva. Il populismo della mascherina, utilizzata appena si esce da casa se non si è infettati, non piace: è giusto o non è giusto? Per qualcuno di questi illustri scienziati l’unica protezione contro il virus è il metro e mezzo di separazione, perché le mascherine utilizzate male sono ricettacolo di batteri.

Sulla barca non è salito neanche il mondo del calcio, a livello dirigenziale di FIFA e UEFA che guardando le curve dei modelli matematici del virus pensano e sperano che possa rallentare la presa e propongono già date per ripartire, anche se il Covid-19 ad oggi è ancora un’allerta rossa. L’ultima data di ieri per definire campionati, classifiche e le squadre che parteciperanno alle prossime competizioni europee, è il 3 agosto. Non è un ultimatum, ma quasi, alle leghe e alle federazioni. Totò contro Maciste affermava: “Non sono brutto ma mi arrangio”. Pensiero, frase che calza a pennello per la UEFA. Ci vuole cervello per cavarsela senza dire niente. In sede, a Nyon, la chiamano l’arte di arrangiarsi. Adesso Lega Serie A e FIGC hanno la scadenza, il termine massimo per portare a termine i campionati e visti i chiaroscuri di questi giorni dovranno diventare maestri in quell’arte di accomodare nel mettere tutti d’accordo. Nel pezzo di ieri di Alessio Semino ha spiegato tutto e bene su quel che sta succedendo ed è inutile ripetersi .

L’unica certezza che leghe e federazioni hanno ottenuto di avere la priorità sulle coppe europee e adesso sono pentiti, e che l’UEFA vorrà in ogni caso portarle a termine, anche a costo di giocarle fra luglio e agosto, anche se qualche campionato finirà tagliato. Non vuole giocare le finali a giugno: il rischio di porte chiuse senza incassi è troppo, poco importa se saranno i campionati a giocarsi nei deserti degli stadi. I padroni del vapore, non della barca, avranno fatto in questi giorni una riflessione perché il Titanic-calcio rischia di affondare? Viene comodo dare la colpa al Coronavirus senza mettere in discussione qualcosa anche per il futuro. Devono rendersi conto del perché il mondo calcio sia così fragile. Colpa di una carena, di una chiglia arrugginita da debiti miliardari e da qualche comandante che lo ha pilotato sugli scogli  senza “gli attributi”. Senza riuscire a farsi rispettare, imporsi, cercando di fare riforme, salvaguardando solo il business.


Rassegna Stampa del 4 Aprile: in Serie A non c’è accordo sugli stipendi. Burioni: “Giocatori diano l’esempio”