Se in Serie A la maggior parte delle società si sono già dette assolutamente contrarie all’ipotesi di fare ricorso a playoff e playout per portare a termine la stagione nel minor tempo possibile non appena si sarà ripreso a giocare, in Italia c’è chi ormai li considera parte integrante della stagione e non potrà farne a meno. La Serie B, che seguirà a ruota le decisioni della FIGC, non vuole farne a meno, nemmeno se questo dovesse implicare (previa deroga) lo slittamento delle fasi finali in piena estate.

A confermarlo, tramite il quotidiano La Città di Salerno, è il presidente Mauro Balata: “Vogliamo portare al termine i campionati senza modifiche sostanziali. Siamo tutti d’accordo nel garantire massima regolarità al campionato seguendo il format iniziale. La volontà è quella di riprendere a maggio, se le autorità pubbliche ovviamente ci diranno di farlo in totale sicurezza, proseguendo poi fino al 30 giugno e, nel caso, con la Federazione che potrebbe anche fare un ulteriore impulso per andare oltre questa data. La possibilità di giocare anche a luglio, se in possesso di tutte le deroghe, è una condizione da non scartare”. I medici della lega cadetta, che oggi si riuniranno in video-conferenza, la settimana scorsa avevano consigliato di non effettuare “attività di aggregazione fino a un netto miglioramento dell’emergenza sanitaria” spingendo così tutte le società a sospendere a ruota gli allenamenti nei centri sportivi. Compresa la Salernitana di Lotito, finito oggi sulle prime pagine dei principali quotidiani sportivi per essersi impuntato proprio sulla ripresa degli allenamenti dell’altrettanto sua Lazio.

Le parole di Balata hanno invece fatto seguito al duro attacco del presidente del Frosinone Maurizio Stirpe, che aveva minacciato di ritirare la squadra dal campionato in caso di congelamento della classifica. La pensa allo stesso modo Oreste Vigorito, patron del Benevento, capolista indiscussa del campionato con 20 punti di vantaggio sulla seconda in classifica. Destinata alla promozione in Serie A, in caso di annullamento del campionato la squadra di Inzaghi vedrebbe sfumare una stagione superlativa: “Se vengono premiate istanze per società che hanno maggiore rilevanza nazionale – ha dichiarato il presidente – Io lascerò e il Benevento dovrà cercarsene un altro”. In parole povere: quale l’unico modo per evitare la bufera? Congelare la classifica e garantire la promozione delle prime tre in classifica, fra cui guarda caso proprio Benevento e Frosinone. Nel mezzo c’è il Crotone di Gianni Vrenna, che ad oggi ha tenuto toni decisamente più bassi e che nella giornata di ieri ha messo a disposizione uomini e mezzi della sua società (Salvaguardia Ambientale) per effettuare interventi di sanificazione nelle vie della città calabrese.

Il campionato potrebbe ripartire il 9 maggio, parola di Balata. Messe da parte le isterie per la classifica, c’è spazio per una corsa in aiuto agli ospedali. In prima linea è scesa la stessa Lega B donando un lotto di ventilatori polmonari (clicca qui)  a strutture indicate dalle stesse società. Il presidente della Cremonese Giovanni Arvedi, come annunciato dal presidente della Regione Lombardia Fontana, si farà interamente carico delle spese relative alla permanenza di un’equipe formata da 60 persone fra medici, infermieri e tecnici proveniente dagli Stati Uniti. La squadra lavorerà, almeno per i prossimi 90 giorni, in un ospedale da campo allestito proprio a Cremona. Mentre alcune squadre si sfidano sui social con partite alla PlayStation, Pordenone e Venezia giocano il derby fra le mura di casa: vince chi riesce a rifare il letto curando anche i minimi dettagli.

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Mentre in B si invoca un “piano Marshall” (clicca qui) per il calcio, la prima a muoversi in difesa dei tesserati è stata la Serie C, ultimo gradino del calcio professionistico in Italia. Ghirelli, con il beneplacito di primi e ultimi della classe, ha istituito già da diversi giorni un comitato di crisi per cercare di assistere equamente le 60 squadre suddivise nei gironi e sparse per l’Italia. “Abbiamo aperto una trattativa con l’Associazione Italiana Calciatori – ha raccontato il presidente – Abbiamo avuto un’iniziale risposta positiva: visto il periodo di crisi le due parti faranno sacrifici. Prima di tutto dovremo verificare i danni, quando avremo un quadro preciso della situazione che forniremo al presidente federale Gravina che coordinerà il lavoro con le altre leghe per presentare la proposta al Governo per il prossimo decreto. Con l’AIC faremo una verifica tecnica: c’è da capire quali sono gli strumenti per ammortizzare il danno, penso probabilmente alla cassa integrazione che riguarderà soltanto i giocatori di Serie C. In questo periodo non si sta né giocando né ci si sta allenando e c’è ancora da capire quanto durerà”.

L’ipotesi di non poter terminare il campionato incombe ed è la peggiore, quella che si cercherà in ogni modo di scongiurare per evitare ulteriori spargimenti di sangue. “Se dovesse accadere – ha ammesso nei giorni scorsi Ghirelli – Prenderemo in considerazione alcune strade come il mantenimento delle classifiche attuali e playoff più ristretti, ma ci dovranno essere in ogni caso 4 promozioni in Serie B”. Il messaggio che arriva dai bassifondi del calcio italiano è univoco e unanime: prima vengono la salute e i giocatori, poi si troverà un modo per mettere tutti d’accordo senza che nessuno debba portare qualcun altro in tribunale. Cosa mica scontata fra chi grazie al calcio vive ma non di rendita. Dopo giorni e settimane di polemiche sterili e contagiose, le meno costruttive e le più pericolose,  pian piano lo stanno capendo anche ai piani di sopra. Più si scende di livello, prima si scende dal piedistallo.


Rassegna Stampa del 20 Marzo, Serie A in perdita. Si riparte tutti a maggio a porte chiuse?