Ieri c’è stato il Consiglio della FIGC dopo che il calcio si è fermato con la speranza – non solo del Presidente Gravina – che dopo la quarantena possa riprendere. Si sono studiate vie  d’uscita per portare al termine il campionato, ma la porta principale è quella che dal 4 aprile si possa giocare subito con turni infrasettimanali per recuperare subito le gare  non giocate e, a seguire, giocare la 27° e 28° giornata stoppate dal coronavirus per finire il campionato il 31 di Maggio. Giocare tre volte alla settimana a prescindere dalle Coppe Europee.

La crisi giorno dopo giorno appare difficile e senza precedenti e il blocco totale, simile alla città di Wuhan, voluto non solo dalla Regione Lombardia, è stato auspicato (e in silenzio auspicato anche dalla FIGC).

Nessuno in Federcalcio vuole rinunciare a far finire il campionato e sono state vagliate altre supposizioni per portare a termine la stagione attraverso playoff e playout, senza dimenticarsi che dovranno fare i conti con la Lega di Serie A e le società.

L’operazione più sostanziosa della FIGC è quella di fare pressione con l’UEFA affinché posticipi l’inizio del Campionato Europeo, forte anche dell’aiuto di Spagna e Francia – e prossimamente della Germania. Per adesso questi Paesi chiudono le porte dei loro campionato, ma giocano. L’UEFA su pressioni delle federazioni più corpose potrebbe non sospendere i campionati fra 15 giorni per la sosta delle nazionali e potrebbe fare giocare in quel periodo, ma anticipando le gare di Coppa e gli spareggi per partecipare all’Europeo, considerato che le squadre impegnate hanno pochi elementi che partecipano a Champions e Europa League.

I club di Serie A la Lega calcio si riuniranno invece per valutare, oltre l’impatto economico, i rischi dei diritti TV per rispondere alla richiesta dei calciatori di non allenarsi. L’AIC (Associazione Italiana Calciatori) ha proposto che questo stop sia considerato ferie. Chissà se avranno interpellato i loro associati?   

Già parecchie società, senza aspettare il responso della Lega, hanno deciso di non allenarsi con sedute giornaliere di tutta la rosa. Le prime squadre sono state Brescia e Milan, a seguire anche Genoa, Bologna, Lazio. Utilizzeranno lo smart working e il significato è poco intuitivo, se qualcuno non lo spiegherà.

Nel mondo del lavoro lo smart working viene utilizzato per dare alle persone flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare e giorno dopo giorno o settimanalmente devono dare i risultati del lavoro. Nel calcio, considerata la professionalità dei calciatori, sarà misurato al termine del lavoro con gli strumenti a disposizione, oltre la bilancia, per vedere chi ha lavorato a domicilio. Occasione giusta per i calciatori per dimostrare autonomia nel raggiungere i risultati prefissati.

Smart working nel calcio? Più facile dire che gli allenatori e lo staff tecnico avranno comunicato gli esercizi da eseguire. Per adesso ci sono solo idee e supposizioni in Federcalcio e giustamente si è presa una decisione saggia, senza lasciare la possibilità di studi di fattibilità per terminare la stagione: darsi l’appuntamento il 23 di Marzo per interpellare il vero giudice, il Coronavirus.

Alla luce di quello che sta succedendo in tutta la Penisola, con l’aggiunta di altro Dpcm in giornata per ulteriore stretta per contenere il contagio, si è aggiunta anche l’accusa di omicidio doloso per chi ha sintomi, ma esce di casa, e anche 6 anni di prigione per chi dichiara il falso nell’autocertificazione per muoversi. Per combattere l’epidemia una legislazione speciale di emergenza, senza nessun appiglio italico ai codici di comportamento. Il breviario italico degli imbroglioni per una volta in un angolo: fatta la legge, trovato l’inganno. Per tutti che  la convalescenza sia la luna di miele della salute. È un momento duro per l’Italia. A questo punto tutti chiusi in casa aspettano risultati fra 24 giorni.

Per adesso sono tutti d’accordo con il giro di vite voluto dal Governo  al 25° giorno senza risultati sono pronte a suonare le campane di chi è stato in silenzio, in particolare tra i politici: “ne ero sicuro che non sarebbe successo nulla“.

Grazie Atalanta per la vittoria a suon di gol al Ballo della Champions League. Dea hai  regalato un sorriso non solo al calcio. Il punto più alto raggiunto e meritato da Giampiero Gasperini, ma anche dalla saggezza e oculatezza della famiglia Percassi. L’Atalanta si presenta ai quarti di finale di Champions forte delle sue 87 reti stagionali: un biglietto da visita che incomincia a fare paura a tutti in partite secche.

Adesso Gasperini sarà l’unico allenatore delle quattro squadre qualificate a non pensare al sorteggio: ha già vinto e adesso può arrivare chi volete. Non solo gli orobici nella storia, ma anche Ilicic: lo sloveno che sembra indolente quando gioca infila quattro volte a domicilio il Valencia, squadra che si è sempre giocate le Coppe Europee.

Anche la vittoria del Lipsia sul Tottenham potrebbe essere una lezione al calcio italiano: contano poco i miliardi, ma contano il gioco, le idee  e la voglia di giocarlo da parte dei calciatori.