Calci negli stinchi e nel sedere al campionato e ai suoi tifosi, al calcio giocato nella ventiseiesima giornata di campionato.

Nell’attesa domani del mercoledì non da Leoni, ma da Iene nella riunione di Lega, il calcio italiano dopo il sabato del Villaggio non da professionisti per il lavoro che devono svolgere:  Ministri, CONI, Lega, e FIGC hanno dato la conferma che come nei guai calcistici del passato finché non è intervenuta la magistratura, i dirigenti del pallone hanno dato il massimo sfoggiando  incapacità e imperizia con i vertici delle istituzioni e diffidenza dentro  la Confindustria del calcio.

Il problema del virus in Italia non è piccolo e nel calcio manca compiutamente  la volontà di affrontarlo o di volerlo affrontare.

Chi decide ai vertici di FIGC e Lega , considerati che sono stati scaricati dal Ministro dello Sport e dal Governo , dovrebbero avere unità di intenti con i Presidenti delle società decidendo in modo tempestivo dopo averli consultati  e con una programmazione alla luce del sole per tutti.

Dopo sabato tutti pronti a fare marcia indietro dimostrando di essere poco adatti e pronti a gestire il problema, la patata calda di decisioni da prendere subito ha spaventato e impaurito coloro che dovevano essere il volano per garantire un campionato lineare. L’opera da Ponzio Pilato del Ministro dello Sport è sconfortante dopo che decidono o vogliono decidere su tutto del Covid-19.

Da sabato hanno protestato quasi tutti: chi ha giocato e chi non ha giocato. Tutti si sentono vittime e sono diffidenti e nessuno è disposto a fare un passo indietro oppure perdere qualche beneficio. La diffidenza tra società e nei confronti delle istituzioni messe a dirigere  senza avere nessuna voce in capitolo alimenta solo polemiche.

Il virus sta rovinando un campionato finalmente avvincente, equilibrato in tutte le parti della classifica ed è un peccato che tutto sia stato mandato all’aria dall’incompetenza o ignoranza di chi amministra il Paese e da quelli che dirigono lo sport, per adesso, più amato.

Bastava che il Governo e il Ministro dello Sport in questo particolare momento decidessero, come fatto in altri casi, invece di delegare la Lega, dove difficilmente sono d’accordo su qualsiasi problema, e FIGC, che comanda come il due di picche quando il seme della briscola è a cuori, nel cercare di risolvere il problema.

I commenti di chi vive nel calcio, ex giocatori, dirigenti sono unici e inequivoci: “Misure restrittive solo per la A e poi in vece da altri parti: Serie B, il Sei Nazioni di rugby a Roma, trasferte da nord al sud, addirittura Barcellona- Real Madrid dove dalle  immagini si è visto che c’erano tutte le razze del mondo, compreso cinesi. Per tutti serviva una scelta unica per tutte le gare di Serie A. Se non c’erano condizioni bisognava sospendere tutto. Lo stop sarebbe stato più corretto. Al massimo per non fare scivolare il campionato bastavano le porte chiuse. Scelta da prendere prima di mezzogiorno del sabato. A metà maggio si rischia che non siano partite vere”.

Domani bisogna decidere nella riunione della Lega spostata a Roma per paura del Virus. Basta discutere, polemizzare tra società e Lega. La brutta figura è grande e pericolosa in un momento in cui le priorità e le rassegne stampa, fuori dal calcio, danno l’impressione di essere bollettini di guerra annacquati. Se il calcio è veramente una delle principali risorse del Paese muovendo milioni di euro è l’ora di finirla di assistere a questo dissociato balletto di rinvii, cancellazioni di partite da un’ora all’altra.

Osare pensare che qualche calciatore possa prendere il Coronavirus , come tutti gli uomini: cosa succederebbe? Si metterebbe in quarantena la squadra oppure si fermerebbe il campionato italiano?

I casi di contagio giorno dopo giorno invadono l’Europa e non solo. Cosa faranno l’Uefa e la FIFA, fermeranno la Champions League, l’Europa League e tutti i campionati?  Per adesso l’Uefa ha fermato tutte le gare della Youth League dove sono impegnate le italiane. La prossima settimana Champions e Europa League a porte chiuse  per le squadre del tricolore?  In Svizzera sede dell’Uefa aspettano notizie da parte della riunione di Lega in programma domani per mettere in atto il piano B anti Virus, ad oggi rimasto nel cassetto. Basta farsi male da soli: il verbale della riunione di Lega di domani deve essere pubblico. La salute di tanta gente è importante.

Calcio giocato. Meno male che c’è stato anche qualche pallone a rotolare sul prato verde. I 20 gol della 26ª giornata dimezzata, giocata solo da 8 squadre, non può aver fatto dimenticare i danni di quello successo. Sabato alla Lazio è bastata mezz’ora per battere il Bologna, mezz’ora da far stropicciare gli occhi a chi ama il calcio. Ciro è restato Immobile, ma Luis Alberto e Correa hanno fatto rivivere ai tifosi biancocelesti un ricordo come vent’anni fa: da soli in testa alla classifica ed anche 20 gare senza sconfitte. Il Bologna ci ha provato, cercando di andare oltre i propri limiti, ma VAR e pali gli hanno proibito di spaventare Inzaghi e Lotito.

Napoli-Torino nel segno di Don e DNA Gattuso. 5 vittorie nelle ultime 6 giornate fanno ragliare alla parte destra della classifica arriviamo. La squadra azzurra ha dimenticato il sarrismo e il buonismo di Ancelotti: con la cura di Ringhio è tornata compatta e, grazie al mercato di gennaio, anche efficace. Il Torino ad ogni vigilia annuncia di voler combattere, cerca farlo ma non ci riesce. I granata, vittime delle loro paure, adesso viaggiano anche loro nella infida zona rossa inaspettata dopo 7 sconfitte consecutive, già 3 con il nuovo trainer Longo.

Alla domenica la Dea distruggente e screditante con 7 gol nei confronti del Lecce a domicilio. L’Atalanta  alla 14ª vittoria, anche se odiata da molti, ha fatto godere Gasperini per i 70 gol realizzati: È la cosa che più ci inorgoglisce. Gol arrivati nel Salento anche quando i nerazzurri avevano deciso di fare accademia. Liverani non ha rinunciato alla difesa  a 4 e la sua retroguardia ha fatto acqua, senza mai annacquare la classe della Dea. Troppo sicuri nel secondo tempo, dopo aver rimontato i due gol iniziali, di poter scherzare con il G&G: Gaspe,  gioco, gol, godimento. Godimento per gli 80 (200 hanno perduto l’areo aspettando comunicazioni) tifosi bergamaschi che avevano raggiunto Lecce in volo anche dopo aver subito il  termo-scanner  al ’ingresso dello Stadio di Via del Mare da personale sanitario dotato di mascherina.

Cagliari-Roma è la Festa degli attaccanti con il redivivo Kalinic per i giallorossi e il primo gol  italiano di Gaston Pereiro, acquisto rossoblu nel mercato gennaio. 11ª gara senza vittorie per i sardi, contestati a fine partita e avvicinati per un faccia a faccia dagli ultras. La Roma si è divertita con il calcio tutto verticale di Fonseca contro la difesa del Cagliari, che non è a doppia mandata e affoga contro a velocità avversaria. Anche in una partita da fuochi d’artificio non sono mancati gli errori dell’arbitro Di Bello di Brindisi.

Importante domani, per non continuare dare calci al calcio, agitare bene una soluzione prima di servirsene. La medicina giusta c’è e non dovrà essere utile per nessun interesse. La legge dovrà essere uguale per tutte le squadre, altrimenti Lega Calcio e FIGC saranno nuovamente i benefattori degli impresari delle Pompe Funebri, riportando il calcio a farsi mangiare dai vermi sotto terra come nel passato. Senza trovare soluzioni e modifiche ma solo pianti di coccodrillo, parole e rimpasti.