Alla vigilia della sfida casalinga tra Genoa e Lazio, il tecnico rossoblu Davide Nicola si è espresso sulle tematiche della gara in conferenza stampa. “Non ci basterà essere solo attenti, tenaci e qualitativi” ha esordito il tecnico rossoblu, che ha citato il noto film “Over The Top” (1987) per indicare la difficoltà della sfida contro la Lazio, in piena corsa scudetto e squadra più in forma del campionato.

 

Che Genoa sarà quello contro la Lazio? 

“Partiamo dal presupposto che già in settimana ho potuto inquadrare la partita che ci attende e ho parlato di stress-test. Cosa significa? Che sarà una prova ipotizzabile nel peggior contesto possibile. Ci darà l’opportunità di testare la nostra capacità di essere squadra, capire dove e quanto possiamo ancora migliorare. Indubbiamente incontriamo l’avversaria forse più forte in questo momento, ufficialmente i corsa per lo scudetto. Ed è motivo di orgoglio: sarà una partita piacevole – piacevole nel volerla giocare – e dovremo produrre una prestazione positiva a tutti gli effetti. Non ci basterà essere solo attenti, tenaci e qualitativi. Con certi avversari non basta essere al top. Servirà un Genoa “over the top”, come il famoso film. Non varrà solo per noi, perché quando parlo di Genoa intendo tutto l’ambiente Genoa. I miei battiti cardiaci mi trasferiscono la convinzione che avremo tutto un ambiente in grado di capire che questa sarà una grande opportunità per poter crescere ancora. Mi aspetto un trasporto eccezionale da parte di tutti”. 

A proposito di ambiente: c’è stata la polemica dei biglietti venduti in gradinata sud ai tifosi laziali. Cosa ne pensa? 

“Sicuramente ci sono organi preposti che si occupano di questi aspetti e non dipende dalla società, né tantomeno da noi. Chiaramente, quando uno gioca in casa avrebbe sempre la voglia di riempire il proprio stadio della propria gente. Noi pensiamo ai nostri tifosi, che saranno tanti. Lo immagino, lo spero, lo voglio”. 

Come si ferma questa Lazio? 

“Con una sfera di cristallo potrei risponderle subito. A parte gli scherzi, noi ci siamo concentrati su di noi, su cosa vogliamo fare. È fondamentale sapere cosa vuoi fare. Se abbiamo raggiunto un’identità – che non è concetto individuale, ma qualcosa di riconosciuto da una società e dagli altri – e dimostriamo di avere passione per ciò che stiamo facendo e volerci togliere da questa situazione, saranno tutti requisiti che cercheremo di mettere in campo al meglio. Contro la Lazio servirà davvero qualcosa di più. Abbiamo già affrontato partite di difficoltà crescente e domani servirà ancora qualcosa in più”.

Come sta Schöne?

“Si è allenato così come tutti gli altri. Certamente è stata una settimana con accortezze un po’ diverse rispetto alla scorsa, ma la grinta che ho visto è qualcosa che mi piace e che voglio sia portata avanti”. 

Avete fatto un mese portando a casa tanti punti, pur con un calendario difficile. Siete però ancora lì. Te lo aspettavi che saresti stato ancora ad inseguire? Psicologicamente può pesare?

“Non mi aspetto nulla: concentrandoti su te stesso, da te stesso devi aspettarti quello che vuoi raggiungere. Questa situazione si può vedere in una duplice veste: si poteva avere qualche punto in più su certe posizioni, ma il fatto che altre squadre abbiano fatto il tuo stesso percorso ha tirato dentro altri. La cosa più importante da valutare ora è che un’identità, un certo modo di lavorare e approcciarti a ciò che vuoi ottenere ti ha fatto ottenere risultati. Poi ci possono essere momenti positivi, momenti negativi, ma ciò che non deve mancare è la voglia di migliorare. La differenza la faranno al continuità non solo di risultati, ma anche di convinzioni, senza essere schiavo di alti e bassi. Questa è la più grande libertà di una squadra che raggiunge qualcosa di importante perché riesce a dissociarsi concentrandosi solo sulle proprie qualità. Tutto il resto può farti perdere qualcosa e noi non abbiamo tempo da perdere”. 

Da quando hai cominciato questa avventura in cosa è più cresciuta la tua squadra? E su cosa si deve ancora lavorare? 

“Ciò che dico a voi, di fatto, lo dico anche ai calciatori in forme e con parole differenti. C’è una linearità di comunicazione perché così solo si è credibili. Voglio che i giocatori pensino che sono utili, a prescindere dal numero di partite che fanno. La condizione lo sta dimostrando. Ci sono partite importanti, e altre più importanti ancora, dove un giocatore che ha giocato meno dimostra di essere importante. Questo concetto che il numero di partite renda un giocatore più o meno importante doveva essere acquisito e spero sia stato così. È motivo di orgoglio per un allenatore non doversi lamentare delle assenze perché gli dà la possibilità di dare spazio a chi sta giocando con meno continuità. Perché è il campo che alla fine decide e rende reale tutto quanto”. 

Sarà possibile rivedere domani Biraschi a destra nei cinque di centrocampo e Goldaniga nella difesa a tre, come accaduto nel secondo tempo di Bologna?

“Non sono molto per sperimentare qualcosa che non. nelle caratteristiche dei giocatori. Chiaramente una soluzione di quel genere era figlia di come stava evolvendo la partita di Bologna. Riconosco a Biraschi e Goldaniga determinate qualità, ma non amo sperimentare più di tanto perché significherebbe togliere sicurezza a giocatori che possono interpretare un determinato ruolo. Chi ha le caratteristiche per interpretare un ruolo deve essere messo nelle condizioni di farlo. Nella situazione contingente, nel cambio tattico di una partita da parte dell’avversario, ci si deve però fare trovare pronti e si opta per soluzioni diverse. È possibile vedere questa soluzione, ma non vedo Biraschi come un esterno di centrocampo, per come lo intendo io, ma lo ritengo abile ad interpretare il ruolo che sta facendo”. 

Secondo quanto detto da Inzaghi, Pandev sarà al centro dell’attenzione per la Lazio. Domani lo si rivedrà in tandem con Sanabria o studia altre soluzioni? Iago Falque può giocare domani nei due d’attacco?

“Tutti devono essere consapevoli di essere potenziali titolari. Poi chiaramente c’è chi farà più gare di altri e si deve guardare lo stato di forma. Abbiamo ereditato una partita tosta e presenteremo una squadra che sta al top fisicamente. Sia chi parte dall’inizio, sia chi subentra. Falque? Sta lavorando in maniera importante, con una dedizione particolare. È la dimostrazione che i grandi talenti sono tali perché hanno anche una mentalità importante. Ha fatto passi da gigante e non vediamo l’ora di inserirlo. C’erano già delle idee riguardo a questo, ma le contingenze delle partite, specialmente le ultime due, non hanno permesso di sperimentare più di tanto”.

Come vive la vicenda del coronavirus? Stanno arrivando i primi rinvii di partite anche in Italia

“Credo fortemente che in Italia ci siano le competenze per risolvere la situazione. Il nostro popolo ha persone competenti, che sanno come impostare la questione. Per scelta personale evito ogni concetto che abbia a che fare con psicosi di massa: ciò che non posso controllare non mi piace granché. So che abbiamo uno staff medico importante che monitora tutto, compresa la nostra vita al di fuori del campo. In Italia abbiamo chi ha le competenze per risolvere la situazione eventuale”.

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