Vittoria sofferta, ma meritata per il Genoa di Nicola contro un buon Cagliari. Oggi il Grifone affronta il Bologna sul difficile terreno del Dall’Ara in un altro match da non sbagliare: bisogna dare continuità ai risultati sin qui ottenuti, anche perché la classifica è sempre precaria.

Uno sguardo d’insieme sul Bologna.

È una squadra in forma sia sotto l’aspetto fisico sia sotto quello mentale, nell’ultimo incontro ha battuto la Roma all’Olimpico con pieno merito. Insegue un piazzamento che le permetta di entrare in Europa League. Il mister è Sinisa Mihajlovic, tecnico intelligente e sempre sul pezzo: lavoro meticoloso e coinvolgimento di tutta la rosa i suoi capisaldi. La vicenda della sua malattia ne accresce il valore come persona, Sinisa è un uomo di carattere e tempra inossidabili. La squadra scende in campo con il 4-2-3-1 ed è molto brava a modificare il sistema a seconda degli avversari e dei momenti della partita: le sue ripartenze possono essere letali.  Il Bologna è ordinato, tutti  rispettano le consegne date. In fase difensiva gli esterni e il trequartista si abbassano fino a formare una linea a cinque di centrocampo, ma un volta riconquistata palla si alzano tutti velocemente e vanno con solerzia alla conquista dello spazio e della conclusione.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Il polacco Skorupski è affidabile e bravo tra i pali, prestante fisicamente, discreto con i piedi. Tomiyasu, Danilo, Bani e Denswil compongono la linea difensiva. Il giapponese da il meglio di sé come centrale difensivo ma si calato in fretta nel nuovo ruolo di esterno basso di destra: ha corsa e discreta tecnica, è un ottimo colpitore di testa. Danilo e Bani formano la coppia centrale, ben assortita e complementare,.Danilo ha forte personalità, esperienza e buoni mezzi tecnici. Bani è giovane ma ha senso della posizione e mette decisione nei tackle, entrambi sono bravi in acrobazia e sulle palle ferme sono spesso decisivi. Denswil è l’esterno basso di sinistra, anche lui come Tomiyasu nasce centrale di difesa, ma ora per esigenze tecniche viene schierato sulla fascia: si sta adattando in fretta al nuovo ruolo, ha un buon piede sinistro attento in fase difensiva.

Passiamo al centrocampo.

Schouten e Poli sono i due mediani. L’olandese è più portato alla costruzione del gioco ed alla distribuzione della sfera, non è rapidissimo di gamba, ma è veloce nel pensiero. Poli è l’elemento di fatica e rottura, ha una tecnica più che sufficiente, apprezzabili i suoi inserimenti in zona gol. Poli è poi un giocatore con il gusto della polemica verso arbitro ed avversari.

Infine l’attacco.

I tre giocatori alle spalle della punta centrale Palacio sono Orsolini, Svanberg e Barrow. I due esterni Orsolini e Barrow giocano a piede invertito: il primo tutto mancino sta sulla destra; il secondo destrorso si muove sulla fascia sinistra. Orsolini è forte sulle gambe e va sempre raddoppiato poiché è dotato di dribbling ed è pericoloso al tiro dalla media e dalla lunga distanza.  Barrow, arrivato a gennaio dall’Atalanta, si è fatto subito trovare pronto all’impiego, è sgusciante e rapido: in precedenza era stato quasi sempre utilizzato come punta centrale, nella partita di Roma è stato devastante. Svanberg, il trequartista, ha fisicità, è tecnicamente bravo abile negli inserimenti, è il capitano dell’Under 21 svedese. Palacio, la punta centrale, è bravo a dare profondità e nella difesa della palla, i suoi movimenti e i suoi tagli sono sempre consoni alla manovra. Palacio è il primo a portare il pressing per la riconquista del pallone.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase difensiva sui corner marcano ad uomo, mentre sulle punizioni laterali dalla trequarti difendono a zona e scappano sempre all’indietro, con la totalità della squadra che si abbassa. In fase offensiva i corner sono calciati da Orsolini, salgono i due centrali, inoltre Tomiyasu,  Palacio, Schouten e Barrow fanno densità dentro i 16 metri. Le punizioni dal limite sono di Orsolini e  Palacio, anche Poli certe volte prova la battuta, ma soltanto in rare occasioni.

In conclusione?

Nicola sembra avere trovato la rotta giusta, ma portare la barca in salvo non sarà per niente facile, bisognerà stare attenti anche agli scogli più piccoli, troppe le falle precedenti per arrivare in porto con tranquillità. Il mister genoano lo sa bene e sta affrontando la rotta con tanto cuore, tanta dedizione e tanto lavoro. I suoi giocatori dovranno assecondarlo in toto, per riuscire nell’impresa.