La conferenza stampa di Davide Nicola, alla vigilia della dura trasferta contro la Fiorentina, si apre con un messaggio sulla falsariga di quello lanciato prima di sfidare la Roma: “Oggi abbiamo i tempi stretti, abbiamo dovuto anticipare l’allenamento – ricorda il mister del Genoa nella sala stampa del Centro Sportivo Signorini, i cui lavori di riqualificazione possono dirsi finalmente terminati – Parlare è facile ma dobbiamo lavorare. L’obiettivo sapete quale sia: senza fare tanti giri di parole, dobbiamo iniziare ad urlare la nostra identità. Nel secondo tempo la squadra ha risposto bene come coraggio, sviluppo del gioco ed aggressività. Questo è quel che vogliamo diventare in maniera stabile, il lavoro sta cominciando a dare i suoi frutti e dobbiamo cercare di continuare su questa strada. La dimostrazione dei nostri tifosi a fine partita è la dimostrazione di come sia sostanzialmente semplice arrivare a catturare la gente, la nostra gente, che poi è quello che ci interessa. A noi interessa la nostra gente”.

A fine partita sotto la Nord c’è stato un urlo liberatorio dopo la gara con la Roma. Che significato ha avuto?

“Non era un urlo liberatorio ma la dimostrazione di quanto dicevo. Gli attori principali siamo noi in campo ed attraverso le nostre gesta ci portiamo dietro tutto il contorno. Dobbiamo fare questo senza pensare troppo. Anche nel primo tempo la preparazione delle uscite era la stessa del secondo tempo. Bisogna iniziare ad urlare la nostra identità nel vero senso della parola, farlo con convinzione e con coraggio. Essere propositivi. Stiamo crescendo anche dal punto di vista fisico. Vi ho sempre parlato di step successivi e quello che mi aspetto dalla gara contro la Fiorentina è dimostrare di continuare su questa strada, quella del secondo tempo contro la Roma. Proporre e cercare di imporre il nostro gioco. So che non è facile ma è l’unica strada che ti permette di avere consapevolezza e creare anche di più”.

Qual è lo status fisico della squadra?

“Abbiamo avuto qualche problemino, c’è ancora un allenamento e vediamo”.

Possiamo già contare su Eriksson per domani?

“L’idea è di poter integrare tutti e subito: abbiamo bisogno di giocatori che si integrino subito nella nostra realtà. Di Eriksson ci ha fatto buona impressione per la voglia di mettersi subito a disposizione e ci è piaciuto anche il discorso che ha fatto alla squadra: è venuto convinto di poterci dare una grande mano e per lui è un onore essere qua. Per noi questo è fondamentale e denota lo spirito di un giocatore. Chiunque venga qui sa che deve lottare per creare un’identità precisa di un gruppo”. 

Che Fiorentina si attende domani? Ha ritrovato la rotta di inizio stagione?

“Sta bene e sta dimostrando di avere giocatori di qualità e voglia di raggiungere obiettivi e risultati. Noi però, a prescindere dall’avversario che affrontiamo, dobbiamo costruire la nostra sotto il profilo del gioco e del coraggio: raggiunto questo possiamo essere competitivi”.

Behrami a che punto è dal punto di vista fisico?

“Non siamo molto numerosi in quel reparto. Da questo punto di vista stanno crescendo fisicamente un po’ tutti. I lavori sono stati impostati in maniera diversa, vedremo dopo l’allenamento chi potrà essere il giocatore che può dare maggiori garanzie”.

Goldaniga si è comportato molto bene contro la Roma: da ora in avanti ha un’altra pedina da giocarsi in difesa

“Io di Edoardo mi sono fidato: con noi ha fatto 2 partite su 4. È un ragazzo serio, applicato e su cui noi puntiamo e che intendiamo valorizzare. Ci può essere utile da titolare o gara in corso, che poi uno giochi o non giochi è un altro discorso. Sembra un’alternativa in più ma non è che ora come ora siamo molto numerosi in quel reparto. Quattro ho potuto conoscerli con più sicurezza: Goldaniga, Biraschi, Criscito e Romero sono stati sostanzialmente i più impiegati nelle partite di campionato e in Coppa Italia. Però basta venga il raffreddore a qualcuno per essere nuovamente in emergenza. Dovremo fare le nostre valutazioni”.

Quanto potrà dare a questa squadra, che sta ritrovando i gol degli attaccanti, ritrovare anche quelli dei centrocampisti e sui calci piazzati?

“Ho visto i dati e inizialmente contro la Roma su piazzati, così come contro il Torino, noi siamo sempre riusciti ad essere pericolosi. Da un corner si è arrivati al tiro con Barreca e alla grande occasione deviata da Pau Lopez. Sui piazzati bisogna crederci, perché la differenza la fa la capacità di ingannare e desiderare di battere l’avversario in duello, cosa che è diversa dal calcio giocato. Applichiamoci come abbiamo fatto, con ancora più convinzione. La cosa importante è che gli attaccanti inizino a segnare: i movimenti iniziano ad entrare e le qualità per fare gol ci sono. Bisogna continuare a lavorare e crescere: tutto qui”. 

Masiello è il profilo giusto per la sua difesa?

“Speriamo sia ufficiale, ora non lo so. È molto chiaro quel che ci diciamo con la società e le mie richieste sono chiare. Questa squadra è stata costruita per fare un certo tipo di gioco e secondo me va migliorato in termini strutturali, qualitativi e di personalità quel che si era già iniziato. Ora si tratta di capire chi non ha molto spazio e chi invece deve costruire il gruppo trainante. Stiamo lavorando per consolidare il reparto difensivo – secondo me servono più alternative – ma il mercato non è finito e dobbiamo andare avanti anche negli altri reparti”.

Zapata come sta?

“Spero che dalla prossima settimana possa tornare a lavorare con noi. Garantirebbe un’alternativa in più e un’alternativa importante”. 

Una vittoria esterna come quella recente della SPAL quanto vi servirebbe domani?

“Le vittorie sono sempre fondamentali perché ti permettono di far punti e passi avanti in classifica. Se è tanto che non vinci, questo dovrebbe già costituire un’adrenalina importante e darti l’ambizione di poter cambiare le cose. Prima raggiungi un’identità certa e sicura, un’identità convinta, più hai la possibilità di fare risultato, sia in casa che fuori. Anche in trasferta devi portarti dietro la stessa marcia, perché mica non siamo seguito da nessuno. Dobbiamo metterci in testa poi che i punti vanno fatti sia in casa sia fuori casa”.


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