Finito il girone d’andata con una sconfitta a Verona, il Genoa si ritrova ora con soli 14 punti al penultimo posto in classifica. Per raggiungere la salvezza, Nicola ed i suoi ragazzi dovranno compiere un’autentica impresa. Bisognerà fare punti in ogni partita, anche contro le squadre di alta classifica. E la Roma che scende oggi in campo a Marassi è una di queste, essendo alla caccia di un pass per la Champions League.

Una sguardo d’insieme sull’avversario di oggi.

Sulla panchina giallorossa siede il portoghese Fonseca, che sin da subito ha avuto un impatto positivo con tutto l’ambiente romanista. Un allenatore intelligente che usa metodologie moderne e che fa giocare alla sua squadra un calcio propositivo ed offensivo. La Roma scende in campo con il 4-2-3-1 ed oggi, nonostante alcune defezioni, proporrà una squadra con elementi di alta qualità. La Roma cerca sempre di uscire dalla propria area con la palla. A Marassi mancherà Kolarov, che con il suo piede sinistro di solito è lo sbocco principale dell’inizio azione. Molto importante è il lavoro in fase di impostazione dei due mediani, che cercano di allargare la manovra per sfruttare il lavoro dei due esterni offensivi. Quando effettuano il lancio lungo, cercano Dzeko che spizzica di testa per i tagli degli esterni oppure difende la palla per duettare con Pellegrini.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Pau Lopez, il portiere, ha grande personalità e capacità di giocare coi piedi, è reattivo e svelto nei movimenti, ma non è irreprensibile nella presa. Santon, Mancini, Smalling, Spinazzola formeranno la linea difensiva di oggi. Santon e Spinazzola sono gli esterni e dispensano entrambi grande corsa. Santon, che dopo un periodo opaco sembra essere tornato ai suoi livelli, preferisce essere lanciato in profondità. Spinazzola, dopo essere stato vicinissimo al trasferimento all Inter di Conte, oggi verrà impiegato al posto di Kolarov squalificato: dotato di buon dribbling in velocità, preferisce giocare sulla fascia sinistra pur essendo un destro. I due centrali sono Smalling e Mancini, una coppia che sta dando sicurezza e tranquillità a tutta la squadra. Smalling, giocatore esperto, dotato fisicamente ed intelligente tatticamente, bravo nel gioco aereo, manca in rapidità. Mancini, che in emergenza è stato impiegato anche come centrocampista, ha buona tecnica, è sempre pronto all’anticipo ed è il giocatore che finora ha commesso più falli nel campionato italiano.

Il centrocampo

I due mediani sono Diawara e Cristante, che oggi verrà rilevato da Veretout, come spiegato dal tecnico giallorosso in conferenza. Diawara, guineano, bravo nell’interrompere la manovra avversaria e nell’immediata verticalizzazione, si contraddistingue per la sua tranquillità nell interpretare le partite. Cristante, ambidestro, bravo nel gioco aereo e nella distribuzione della palla, ha un ottimo tempo di inserimento.

L’attacco.

I  tre che agiranno oggi alle spalle della punta centrale saranno Under, Pellegrini, l’uomo più in forma dei giallorossi, e Kluivert. I due esterni giocano a piede invertito, Under sulla fascia destra e Kluivert sulla sinistra. Entrambi veloci e dall’ottimo dribbling, amano andare all’uno contro uno. Under è in possesso di un forte tiro dalla distanza, Pellegrini è abile sia in fase di impostazione sia in fase di recupero palla, ha buone capacità tecniche e grande qualità negli inserimenti. Dzeko, centravanti bosniaco, nonostante la stazza è rapido e svelto, ha un’ottima tecnica di base ed è bravo nella difesa della palla: uno spauracchio, in area di rigore.

Come si comportano sulle palle inattive?

Su corner e calci piazzati laterali a sfavore si dispongono a zona, e anche Dzeko retrocede a dar man forte. In fase offensiva, i corner che solitamente vengono calciati da Kolarov, oggi saranno appannaggio di Under e Kluivert. Sia Mancini sia Smalling, molto pericolosi, salgono per colpire di testa. Dzeko, Cristante e Pellegrini sono gli altri incursori dentro l’area. Le punizioni dal limite sono competenza di Pellegrini, Dzeko o Cristante.

In conclusione?

La tifoseria rossoblu è in fermento, la protesta contro la proprietà continua incessante, tutto questo non aiuta, ma senz’altro i pessimi risultati e lo scarso gioco visto negli ultimi anni hanno esasperato il popolo rossoblu. La squadra dovrà cercare di isolarsi. Tutti insieme, e quando dico tutti non parlo solo di giocatori, dovranno compiere questa “mission impossible”.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.