Dopo una serata all’insegna della sofferenza, messa in atto una svelta rimonta e sventati i tempi supplementari contro l’Ascoli nel Quarto Turno di Coppa Italia, una delegazione della prima squadra del Genoa ha fatto tappa nel cuore del centro cittadino genovese, al Teatro Carlo Felice, per porgere i saluti ai ragazzi e alle ragazze del settore giovanile rossoblu in occasione della festa organizzata in occasione del Natale 2019.

Mister Motta, Murgita, Pilati, Gatto, Colinet insieme con capitan Criscito, Sturaro, Biraschi, Ghiglione e i giovanissimi Klimavicus e Rovella, quest’ultimo reduce dall’esordio fra i grandi proprio negli ultimi minuti della gara di coppa. Grandi e più piccoli, tutti guidati dall’instancabile team manager Marco Pellegri: “Questo è solo l’inizio” sussurra sui social al già citato Rovella, simbolo di una cantera che sforna giovani già pronti per giocare. “Se sono giovani e sono forti devono giocare” ribadiva Motta in conferenza stampa qualche minuto prima di recarsi al gran galà, splendidamente incorniciato dal Teatro cittadino del “Carlo Felice”.


UN UOMO PERBENE – Tutti sul palco, anche se per pochi minuti: gli allenamenti chiamano, la trasferta di Lecce si avvicina e la vittoria contro i bianconeri non deve far sedere sugli allori. Cosa desidera Thiago Motta per il Natale 2019? La prima domanda è tutt’altro che semplice da scartare. “Possiamo migliorare tutti, anche noi della prima squadra. E io mi metto sempre per primo in questo senso. Questi ragazzi devono pensare, alla loro età, di migliorarsi e divertirsi. Possono imparare il rispetto, devono studiare e continuare a giocare a calcio. Oggi devono prepararsi in un altro modo e devono approfittare del calcio per sviluppare questo senso di divertimento. Spero che tanti di questi ragazzi diventino, prima che calciatori, uomini per bene. Abbiamo bisogno al giorno d’oggi, in questo mondo, di più cultura e di più educazione. Chi ha più esperienza, dagli allenatori alle famiglie, deve insegnare a questi ragazzi cosa bisogna fare nella vita. Spero che con il lavoro e il rispetto possano arrivare a raggiungere il loro sogno: fare i calciatori. E giù di sorrisi, applausi e strette di mano.

NON È SEMPRE DOMENICA – La palla passa ai giocatori, chi reduce da una partita intera, chi da uno spezzone e chi – come Ghiglione e Klimavicius – da una serata divisa fra tribuna e panchina. Entrambi al servizio della prima squadra, entrambi svezzati dal settore giovanile. “Qualche anno fa quando ero al vostro posto – ricorda Stefano SturaroVedo Michele Sbravati, vedo tutte le persone che ho conosciuto ormai undici anni fa. Vi ringraziamo perché voi siete il motore del Genoa, mentre noi siamo soltanto quello che si vede alla domenica. Se noi sentiamo la vostra fiducia, il vostro lavoro, la vostra voglia di lavorare tutti assieme, certamente renderemo di più in campo. A differenza di questi ultimi anni, durante i quali si è sbagliato qualcosa, in questi mesi si sta cercando di recuperare: tutti assieme dobbiamo tirarci su e far tornare il Genoa dove merita. Voi continuate a sostenerci e seguirci”. La palla passa al capitano Criscito, visibilmente commosso: “Mi accodo alle parole di Stefano, che ha detto cose giuste. Questi ragazzi ci seguono sempre alla domenica e noi cerchiamo di essere un esempio per loro. Spero che tanti altri diventino come noi: qui  4/5 persone sono cresciute con questa maglia. È un onore, così come lo è fare il capitano della squadra per cui faccio il tifo. Speriamo di riportare in alto il Genoa e sappiamo che tra due settimane c’è una partita importante: dobbiamo vincerla. Lo aspettano tutti i genoani”. Clima di festa? Sì, ma c’è già aria di derby.

THE FUTURE IS NOW – “Voi dimostrate cosa significhi essere qui e questa serata mostra il senso di appartenenza che avete per il Genoa; voi rappresentate il futuro, il domani, Siete ciò che ci dà la forza per andare avanti e continuare – ricorda l’amministratore delegato Zarbano, che poco dopo sottolinea l’importanza del settore giovanile anche nel campionato di Quarta Categoria (primo torneo nazionale di calcio a 7 rivolto esclusivamente ad atleti con disabilità cognitivo-relazionale promosso dalla FIGC) e nella sua componente femminile. Immancabile il parere di Ilaria Cavo, assessore regionale con delega allo sport: “L’importanza di questa serata è quella di dare un grande segnale. Un segnale che dà la società coi suoi dipendenti, i suoi ragazzi e le loro famiglie. Un’attenzione per i giovani in una serata dedicata al talento, che dobbiamo sempre augurarci esca dai nostri ragazzi”.

BENTORNATA PRIMAVERA – I primi ad arrivare ed anche i primi a lasciare la sala (pienamente giustificati) sono i ragazzi della Primavera di Luca Chiappino, attesi domani pomeriggio da un recupero importante contro la Juventus. Lo rammenta anche il direttore sportivo Carlo Taldo: “Ci aspetta una partita importantissima, ecco perché sarà meglio andare a letto presto”. Nonostante una battuta d’arresto a Bologna, il Genoa è partito a razzo, veleggia nelle prime posizioni di classifica e non sembra intenzionato a fermarsi. “Come Primavera siamo convinti di avere giocatori bravi, che devono solamente crescere in autostima. Come si allena la loro testa? Il nostro lavoro è a 360 gradi. Loro devono sapere che esistono delle regole da rispettare: hanno la fortuna di fare uno sport collettivo, non individuale, ed è importante saper stare all’interno di un gruppo e socializzare. Poi i ragazzi che alleniamo devono capire che giocano per una società importantissima. E questo è già un grosso vantaggio. Devono però essere consapevoli che, quando vanno in campo, devono rispettare tutti quanti senza paura di nessuno”.

Anche senza un paio di elementi chiave e una buona dose di ragazzi chiamati a rapporto da Thiago Motta nelle ultime settimane, persino nella serata di ieri. Cleonise è già sulla bocca di tanti, Rovella ha esordito con la maglia della prima squadra e con la sua solita personalità proprio nel 3-2 inflitto all’Ascoli. Il mister dei Grifoncini li ha visti da vicino in tribuna, ma quando viene chiamato a parlare resta al fianco dell’infortunato Flavio Bianchi, che oggi toglierà il gesso e vedrà pian piano avvicinarsi la data del rientro in rosa. “Sono gli ultimi giorni di gesso, poi potrò toglierlo e comincerà la riabilitazione. Un infortunio non può abbattere un giovane calciatore: bisogna affrontare i problemi e prenderli con il sorriso”. Peraltro lo stesso motto lanciato via social da Christian Kouamé.

FAMIGLIA GENOANA – Chiude la carrellata di ricordi, auguri e complimenti il responsabile del settore giovanile Michele Sbravati, occhio di Sauron su tutto ciò che nasce, cresce e prende forma all’interno della cantera. “Allenatori e famiglie sono il segreto degli esordi tra i professionisti dei nostri ragazzi – ribadisce Sbravati, che fa poi la conta dei giovani genoani approdati al calcio professionistico – Sono 138 ad aver raggiunto il loro sogno ma tutti, anche chi non ce l’ha fatta, può portare il ricordo di un’esperienza straordinaria anche a livello umano. Il senso di famiglia è sempre stato un segreto, uno dei motivi principali di successo. Vogliamo coltivarlo con passione. Passione che passa da competenza, determinazione e volontà”. La competenza di allenatori, dirigenti ed accompagnatori; la determinazione di ragazzi e ragazze; la volontà di lasciare il segno stagione dopo stagione. Il tutto senza guardare le classifiche, favolose su tutti i fronti e per tutte le età. Si vince, si perde, si pareggia: l’importante è farlo tutti insieme. Tutti insieme, un po’ come quando si aprono i regali sotto l’albero. E chissà quest’anno cosa arriverà

Nella foto, il nostro Mario Ponti assieme a Biraschi, Sturaro e Criscito

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