Il Genoa è ritornato da Parma con un’umiliante sconfitta e una sconcertante prestazione. Il presidente Preziosi ha esonerato l’ennesimo allenatore. Andreazzoli ha lasciato il posto all’ex rossoblu Thiago Motta, indimenticato centrocampista ai tempi del Genoa di Milito e Milanetto, allenato da Gasperini. Thiago Motta esordirà oggi sulla panchina genoana contro il Brescia, squadra neopromossa dalla Serie B.

Uno sguardo d’insieme sul Brescia.

La compagine lombarda è allenata da Eugenio Corini e sta disputando un inizio di campionato più che dignitoso. Corini, ex giocatore blucerchiato, è un allenatore moderno e cerca il risultato attraverso un gioco propositivo. Le rondinelle scendono in campo con il 4-3-1-2 ed hanno in Tonali l’uomo di maggior spessore, un giovanissimo centrocampista dal futuro roseo e brillante e già pronto per la Nazionale di Mancini. Il gioco si sviluppa soprattutto con la palla a terra e l’interprete principale è Tonali. Quando effettuano il lancio lungo, cercano Balotelli per la difesa della palla o Ayé per la profondità. Questa è una squadra in cui tutti sanno che dovranno lottare per conquistare la salvezza.

L’analisi reparto per reparto. Cominciamo dalla difesa.

Tra i pali abbiamo Jaronen, portiere della nazionale finlandese. Ha una fisicità importante e una notevole reattività, nelle uscite alte sfrutta al meglio la sua notevole statura, è rivedibile con i piedi. Sabelli, Cistana, Chancellor, e Mateju formano la linea a quattro. Sabelli è un esterno di fascia destra dal rendimento regolare e più che sufficiente, forte di gamba e dalla corsa inesauribile. Il ceco Mateju giostra sulla sinistra, ma è più a suo agio sulla destra: comunque è giocatore diligente dal punto di vista tattico e con tecnica di base più che sufficiente. Chancellor e Cistana formano la coppia centrale. Chancellor, venezuelano dal fisico imponente, è molto forte nel gioco aereo. Cistana giovane del vivaio, è rapido ed attento, e gioca con la malizia di un veterano.

Il  centrocampo.

Bisoli, Tonali e Romulo compongono un reparto forte e compatto. Bisoli è giocatore di corsa e di inserimento e possiede buoni fondamentali. Tonali, il playmaker, ha corsa, tecnica e capacità di tackle: un giocatore completo, intorno a cui ruota tutta la squadra. Romulo, ex di fresca data, è un buon elemento dalla corsa inesauribile: avrebbe fatto comodo, nella attuale rosa rossoblu.

Infine l’attacco.

Lo slovacco Spalek, il trequartista, rapido e di ottima tecnica, si distingue per i suoi assist. Balotelli ed Ayé sono le due punte. Balotelli, rientrato in Italia dopo varie stagioni passate all’estero, è considerato da tutti un fuoriclasse che non è mai riuscito a dimostrare il suo illimitato valore, probabilmente per il suo carattere bizzarro. Fisicamente forte, calcia con entrambi i piedi e nel gioco aereo sa il fatto suo, però è poco mobile e difficilmente aiuta la squadra. Aye, la seconda punta, giovane francese molto mobile e fastidioso da marcare, era sconosciuto alle grandi platee. Come attaccante potrebbe anche giocare Donnarumma, il bomber della squadra: dà il meglio di sé dentro l’area di rigore, dove i suoi tagli e i suoi movimenti sono imprevedibili e pericolosi.

Come si comportano sulle palle inattive.

Su quelle a sfavore marcano ad uomo ed hanno in Chancellor e il portiere Jaronen uomini importanti per la loro fisicità. In fase offensiva i corner e le punizioni laterali sono calciati da Tonali oppure le rondinelle fanno il gioco a due o a tre per muovere la difesa avversaria. Dal limite dell’area gli incaricati sono lo stesso Tonali o Balotelli.

In conclusione?

Per il Genoa, dopo l’ennesima rivoluzione, sarà un test difficilissimo, sia per le difficoltà che incontrerà durante il match sia sotto l’aspetto psicologico. Per Thiago Motta un esordio pieno di insidie e trappole, ma l’italo-brasiliano da giocatore è riuscito a dare il meglio di sé proprio nelle situazioni difficili. Non ci resta che sperare e fare al nuovo mister un grande in bocca al lupo.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.