Settimana giornata di campionato. Per commentarla bisogna iniziare dall’ultima gara in programma Inter-Juventus.

La Juventus dopo sette giornate di campionato ha espresso la globalità , l’universalità l’ equilibrio quasi perfetto confermando che il ciclo anche con Sarri  continua ad essere compiuto e dinamico.

Conte ha commesso uno dei 7 peccati capitali la Superbia ostentando sicurezza e cultura calcistica sminuendo i meriti altrui.

Il campionato è tornato normale , vince la Juve e si riprende la testa della classifica . L’Inter non ha perso restando anonima come gli scorsi anni cercherà di contrastare la Signora ma non può arrendersi  e condizionarsi perché perde Sensi nel cuore del gioco . Lukaku spettatore non pagante, Dybala e Higuain protagonisti più di CR7. Tutti i numeri della gara confermano che ha vinto Sarri.

Il numero 7  non è stato  il numero perfetto per tante altre squadre.  

L’estate è continuata al sabato pomeriggio anche con gli stabilimenti balneari chiusi  con tante ultime spiagge per gli allenatori.

All’uscita del pezzo di oggi solo uno licenziato perché ha rescisso Di Francesco, Giampaolo ancora non allontanato ufficialmente. L’ultima è su Andreazzoli, avvisato che salterà l’allenamento del pomeriggio a Pegli.

Andreazzoli dopo il rinvio dell’allenamento improvvisamente questa mattina ritorna in ballo? Allenamento rinviato per altro faccia a  faccia con Preziosi dopo il tumultuoso giro di notizie di ieri mai avvalorate dalla società, oppure altra carta da giocarsi di Preziosi che non potrà essere l’ennesima “matta” degli ultimi anni?

Andreazzoli ha fatto vedere – eccetto con la Lazio – di avere un gioco, che conta nulla se non arriveranno i risultati prossimamente con le squadre con cui dovranno arrivare assolutamente.

In molti si dimenticano dopo quello detto da luglio fino al secondo tempo contro il Cagliari facendo gli struzzi e mettendo la testa sotto la sabbia, qualcuno non per paura, ma anche per godimento per una crociata contro il Joker che ad oggi non ha dato risultati. Se dovesse succedere qualcosa di positivo – e prima dopo succederà non solo sul campo – bisognerà ricordarsi che l’unico uccello che non vola è lo struzzo.

Per quanto riguarda il cambio del tecnico sulla panchina di Pegli ripeto quello scritto ieri: non c’è il clone del Professore Scoglio, o se c’è non vuole venire. Uno pronto a discutere  prima con la proprietà e dopo fare l’allenatore sul campo. Gli allenatori vanno convinti e dopo sostenuti anche nei momenti non facili.

Il valzer dei tecnici ieri è stato suonato dal Diavolo rossonero che ha deciso di licenziare Giampaolo anche se ha vinto, perciò era una balla che bastava il risultato. Ballo milanista e dei suoi dirigenti che non hanno nulla da spartire con Berlusconi, Galliani e Ramaccioni, senza costrutto non avendo nulla per le mani ma solo la speranza in Spalletti che avrebbe dovuto rinunciare a tanti euro. Sic! Una barzelletta.

Dei tre indiziati all’ultima spiaggia sabato pomeriggio e sera chi ha lasciato l’amaro in bocca con il gioco sono state la Samp di Di Francesco e il Milan di Giampaolo. Se si traccia una riga tra le responsabilità dell’allenatore e di chi ha fatto la squadra, il tecnico non è l’unico ad avere torto.

La perfetta sinergia tra proprietà, dirigenza sportiva e allenatore con il rispetto dei ruoli porta alla lunga risultati: l’ultimo esempio è la Fiorentina di Commisso, Pradè e Montella.

La settima giornata di campionato è tutta per l’Atalanta di Gasperini che nel nuovo stadio ha annichilito il Lecce che aveva giocato non male fino alla sesta. La Fiorentina di Montella che con il falso doppio nove grazie alla professionalità di Ribery ha ritrovato il gusto di giocare nuovamente. La Roma piange e si lamenta dell’arbitraggio e del VAR, fortunati hanno pagine sui giornali per farlo. Il VAR non può essere mal comune e mezzo gaudio solo sul terreno di gioco ma anche nei giorni successivi nella propaganda via carta stampata, etere e tubi catodici. Il Cagliari meglio fuori casa che sull’isola continua a risalire la classifica. Torrino e Napoli sono annegate nella tattica. Bologna e Lazio hanno divertito a suon di gol e di gioco: bentornato Mihajlovic in panchina. L’Udinese di Tudor prova  a giocare all’italiana, ma senza gol – anche facili – la via è ardua.

La classifica è corta: in 8 punti dagli undici di Lazio, Cagliari e Fiorentina ai tre della Samp tutto può cambiare con soli due risultati positivi consecutivi. Genova, su la testa. VAR,  arbitri, nuove e vecchie regole non applicate bene: sarà un rosario per altre 32 giornate di campionato. Giornata dopo giornata si ha l’impressione che tutto sia stato allestito per fare spettacolo. Il gioco e i gol da soli non potevano concorrere a fare audience e differenza di altri sport.

Per altre notizie in casa Genoa bisogna aspettare non il pomeriggio, ma la serata. Oltre il colloquio tra Preziosi e Andreazzoli,  si vocifera, notizie non verificate, che Gattuso potrebbe essere nuovamente riavvicinato anche se in questo momento (ore 12) sta ancora dormendo dopo la partita tra vecchie glorie giocata ieri in Germania. Oppure c’è Thiago Motta. Rispetto a tanti altri sarebbe alla sua prima panchina ufficiale, ma sul piatto potrebbe mettere la sua personalità.