Dopo sette giornate di campionato il Genoa ha dimostrato che c’è ancora dopo il black-out della scorsa settimana. Il Vecchio Balordo contro il Milan è stato molto più vivo con la formazione ideale, non il modulo, che ha in testa Andreazzoli.

È sbagliato dire che i meriti non sono del tecnico e dovranno essere riconosciuti da tutti dentro e fuori dalla Società. Tra i fantasmi di cambio di allenatore, che continuano a volteggiare, il Genoa ha sfoderato una prestazione di intensità, sacrificio e coraggio. Perdere gare del genere con il rigore a portata di mano e di punto dà fastidio.

Schöne alla De Gregori: “Ma Lasse non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia“.

Il danese queste qualità le ha dimostrate in Genoa-Milan, in particolare quando Andreazzoli ha schierato la squadra con il 4-3-2. In inferiorità numerica si è rivisto lo Schöne modello Ajax. Qualcosa con vista futuro.

Il pareggio starebbe stretto al Grifone, invece la vittoria è molto larga per il Milan visto quello che si è osservato al Ferraris. A capirlo immediatamente è stata la Nord, che ha applaudito a fine gara coloro che avevano dominato il Milan, anche se qualcuno dirà che è stato il più brutto Milan visto al Ferraris negli ultimi anni.

Non bisogna rifarsi ai freddi numeri per commentare Genoa-Milan. Ha vinto sul campo il calcio fatto di principi solidi e idee essenziali di Andreazzoli. Si è rivisto il Genoa che fa movimento, armonico e veloce, che diventa concretezza anche se non traduce in gol le  occasioni create.

Il Genoa contro il Milan ha pagato l’ingenuità dei calciatori, non la mancanza di un sistema valido. Il problema che giocare bene, ma fare pochi punti non può fare contento nessuno. Anche nel periodo buio delle tre gare in un settimane, ingenuità clamorose nelle aree avversarie e nella propria metà campo hanno cambiato il risultato. O, per meglio dire, l’hanno determinato.

I principi di Andreazzoli di mobilità/imprevedibilità sono stati quelli che hanno creato maggiori problematiche al Diavolo senza fuoco di Giampaolo .

Il gioco su Kouamè che crea disordine è stato sfruttato dai compagni per trovare spazi o soluzioni diverse. Sono d’accordo con chi giudica Kouamè come tecnica calcistica. A Pegli ci provano allenamento dopo allenamento, anche se non visti, a guidarlo in quelle particolari qualità che dipendono dalle capacità coordinative e che devono determinare il modo di muoversi, evidenziare il campione e conferire al gesto e al movimento tecnico un determinato attributo di valore. Alla fine di questa scuola di tecnica calcistica dello staff di Andreazzoli, Kouamè stopperà e invierà il pallone con la traiettoria voluta in relazione alla  posizione e al movimento del compagno e degli avversari.

La partita contro il Milan, oltre il gioco verticale, ha messo da parte le voci di un disordine sommesso dello spogliatoio nei confronti del tecnico e quelle che vorrebbero il Vecchio Balordo arrancare sul terreno di gioco perché non sarebbe preparato bene.

Certamente se i confronti si fanno con la gara contro la Lazio, tutti i dati sono contro. Se invece si fossero fatti contro l’Atalanta, squadra che in sette giornate ha messo sotto tutti eccetto il Grifone sul piano fisico, della corsa e dell’intensità, le conclusioni sarebbero state diverse.

Andreazzoli contestato per non aver effettuato prima il cambio di Pandev alla luce dell’assist rigore su Kouamè. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte: e se l’avesse fatto prima e avesse “beccato” in contropiede il terzo gol del Milan come si sarebbe commentata la sostituzione?

Oltre gli errori dei rossoblu che non si possono commettere in Serie A, parlare con l’arbitro e non stare sul pallone viene insegnato nei NAGC. Sull’economia di Genoa-Milan bisogna mettere anche la direzione di gara di Mariani di Aprila e del varrista di professione Mazzoleni.

Prima di parlare di loro vorrei sottolineare il comportamento non giusto dei moviolisti nazionali, in particolare sulla rosea. I due rigori ci sono entrambi, in particolare quello per il Genoa: su quello di Biraschi c’è qualche dubbio in più ed è stato spiegato in cronaca su Radio Nostalgia dopo aver visto le immagini rallentate in diretta. Indipendentemente dal giudizio dei moviolisti di professione, mai d’accordo tra Nord e sud a seconda delle squadre nella disputa, Kouamè è già la seconda volta che lo vogliono far passare per un cascatore o tuffatore. Non è bello visto che gli arbitri studiano i calciatori più degli allenatori avversari.

Sul primo gol del Milan, oltre la negligenza di Romero di non stare sul pallone mentre parla con l’arbitro, si ha l’impressione cheil pallone sia stato giocato in movimento, fregando non solo Romero ma anche Mariani di Aprila e il VAR. Senza il Milan di mezzo Mariani avrebbe fatto ripetere la battuta?

Sul rigore per fallo di mano di Biraschi, viste le nuove regole sui contatti con mano e braccia, ci può stare, ma come detto in radiocronaca si è avuta l’impressione, confermata da un video preso dal VAR che è circolato ieri, che prima di Biraschi sia stato Leao a colpire la sfera con il braccio.

Diamo per buono il rigore dopo quattro minuti di consultazione con il VAR, assolutamente fuori dal Regolamento il rosso a Biraschi per chiara ed evidente opportunità di segnare una rete. Sfortunatamente per gli arbitri in occasione dei falli di mano non esiste più la volontarietà, mentre non è cambiata nel giudicare le occasioni evidenti da gol. Se Biraschi non avesse toccato il pallone con la mano, Leao avrebbe fatto gol? No, il pallone sarebbe passato e parato da Radu.

Il rigore su Kouamè ci sta tutto e anche se qualcuno mette in dubbio che l’ivoriano sia stato toccato. La regola 12 parla chiaramente: si possono dare le massime punizioni anche con leggero contatto per negligenza, imprudenza e vigoria fisica, operazione che non sembra sia stata assente nell’uscita di Reina.

Mariani oltre gli episodi importanti, internazionale dopo 63 gare in serie A (troppo poche),   non è piaciuto sul piano comportamentale per un senso di arroganza nei confronti del pubblico dopo il rosso a Biraschi, accentuato sul piano disciplinare dai troppi e poco congrui cartellini gialli estratti dato che in precedenza aveva tollerato falli e situazioni più gravi.

La domenica è passata alla ricerca di sapere qualcosa sul futuro della panchina di Andreazzoli. A stamattina è confermato. D’altronde sulla piazza non ci sono allenatori che siano in grado di rinverdire i fasti non solo tecnici, ma caratteriali, del Professore Scoglio, ricordato sabato dalla Gradinata Nord, e il vocabolo “Signore” non ha un senso comune nel calcio.

Se si giudica Genoa-Milan solo in base al risultato e non alla prestazione, sarebbe una bizzarria se Andreazzoli fosse allontanato e Giampaolo riconfermato.

Alla ripresa del campionato il Genoa, almeno fino alla prossima sosta e lasciando da parte le gare in trasferta contro Juventus e Napoli (12°giornata, 10 novembre) prima dell’altra sosta, giocherà in casa del Parma e poi al Ferraris con Brescia e Udinese, gare che non si potranno sbagliare senza nessuno appello.

Oltre far gol, sarebbe bello che i “fantasmi” di Villa Rostan e quelli di Villa Piantelli dessero tregua al  Vecchio Balordo viste le reti ai primi minuti di gioco, viste quelle sbagliate per centimetri e nessuna fatta con deretano. A questi aspetti, poi, bisogna aggiungere il pesante infortunio a Criscito dopo 10’ di gioco. Auguroni Mimmo, sei atteso da tutti!