Cagliari-Genoa finisce 3-1. Un Grifone cotto come un porceddu in 45′. Perché? Una mesta broccagine non può essersi impadronita improvvisamente dei calciatori di Andreazzoli. Sconfitta pesante, che brucia, ancor di più perché nei primi 45’ di gioco il Genoa non è stato a guardare sul piano del gioco con ghiotte azioni da gol andate in fumo. Nel secondo tempo arriva il gol sardo dopo un solo minuto di gioco, con Giovanni Simeone libero di buttarla dentro di testa davanti a Radu. Il cross di Ionita partito dalla trequarti ha superato tutta la linea difensiva e non ha fatto gol un terzino arrivato da dietro ma il centravanti. Questo gol avrebbe potuto abbassare le difese psicologiche? Difficile da crederci, considerato che c’erano da giocare ancora 50’ con i recuperi. Bisogna dare a Maran quello che è di Maran. Il tecnico dei sardi, passando al 4 4 2 con Ionita largo a sinistra, Castro a centrocampo, oltre ad aver fatto bingo ha anche spiazzato Andreazzoli. Il mister genoano è stato a colloquio con i suoi collaboratori almeno altri 20’ prima di provare a cambiare l’inerzia della partita con i cambi che quando sono stati fatti non hanno sortito effetti benefici.

Il pareggio con la “pennellata” di Sanabria per Kouamé aveva riacceso la speranza, considerato che il Cagliari aveva perso il suo uomo d’ordine Cigarini. Invece non hanno fatto in tempo a battere la ripresa del gol che i padroni di casa si trovati nuovamente in vantaggio con un altro regalo difensivo: autorete di Zapata. Un secondo tempo quasi tragico, causato dalle mosse tattiche avversarie ma anche da riflessi spenti, nervosismo, sofferenza, quasi fiato corto ma soprattutto intelligenza svanita, che non possono essere di una squadra di Andreazzoli in nessuna categoria. In 45’ di gioco non possono essere spariti improvvisamente i punti di forza: qualità nel fraseggio, movimenti senza pallone, compattezza difensiva del cono centrale, pressione alta vista fino a domenica scorsa dopo tre mesi di lavoro. I punti di debolezza sono stati chiari: ricerca eccessiva della manovra elaborata, gestione transizione negativa e la concretezza sotto porta. Tante le amine psicotoniche avrebbe scritto Brera al termine della gara tra molti che girano intorno al pianeta Genoa: l’ampio turnover, Saponara tra le linee in trasferta, Favilli, lettura della partita dalla panchina?

L’ampio turnover era inaspettato considerato che il tecnico di Massa – come tutti gli allenatori che lavorano sull’identità della squadra – si fida di un gruppo ristretto di titolarissimi. Probabilmente dopo 4 giornate di campionato non lo avrà ancora trovato ed avrà voluto provare gli altri della rosa a disposizione. Le risposte le possono dare solo Andreazzoli e il suo staff e i calciatori nel turno infrasettimanale di mercoledì prossimo contro il Bologna. In questo contesto bisognerà anche leggere bene la futura collocazione di Schöne in campo. Il professore si è visto bene nelle due occasioni in cui ha rinverdito i fasti olandesi, quando ha affondato nella area sarda con un tiro ed un assist da spingere in porta. Oltre al danese bisognerà capire se Zapata ripeterà gli errori visti al Milan. Nessuno può mettere in discussione la sua forza fisica, ma la discontinuità e non essere sempre sul pezzo, quello si. Un giocatore della sua esperienza non può sbagliare la postura, la posizione la foto del secondo gol sardo, mettendo da parte l’incidente sul terzo gol. Non solo lui in crisi: sull’isola in difesa a salvarsi è solo un Biraschi al rientro.

I difetti a cui porre subito rimedio sono anche la “mollezza” in momenti topici della gara. Non si può in Serie A pareggiare per poi andare in catalessi e andare nuovamente  sotto. Biraschi in conferenza stampa è stato categorico: “Si tratta di una questione mentale”. Anche il Joker ha visto la partita come i tifosi ed è ritornato alla scorsa stagione di questi tempi: troppi gol incassati, modulo pimpante non piaciuto e vorrà il ritorno al 3 5 2. Importante anche per lui non ripetere gli errori dello scorso anno. A caldo perdere non fa piacere a nessuno, adesso deve ragionare con l’allenatore e la dirigenza. Oltre alla mancata lettura della gara, nel secondo tempo Andreazzoli avrà rivisto fantasmi toscani della scorsa stagione ad inizio campionato, quando giocava ma bene faceva pochi punti per ingenuità clamorose, ingenuità che cambiavano il risultato e lo determinavano.
Ajo’, ma’, perché questa battuta d’arresto? Meno male che mercoledì si gioca e tutti dovranno dimostrare che l’autunno non è arrivato solo per il Vecchio Balordo, considerato il caldo e le temperature.


Rassegna Stampa del 21 Settembre: del Genoa si salvano in pochi. Zapata distrugge, male Criscito e Favilli