Aurelio Andreazzoli si è presentato nel primo pomeriggio in conferenza stampa, alla vigilia della trasferta alla Sardegna Arena. Il suo Genoa affronterà il Cagliari del collega Rolando Maran (clicca qui) già intervenuto intorno all’ora di pranzo. Tanti gli argomenti trattati a Villa Rostan, dall’eventualità concreta di vedere in campo Saponara e Favilli ad altri pareri sulla sconfitta contro l’Atalanta, la prima nella Serie A 2019/2020 dei rossoblu. C’è spazio anche per la coppia Schöne-Radovanovic a centrocampo, ruolo in cui si attende anche il recuperando Sturaro.

Sull’amarezza per la sconfitta nella partita contro l’Atalanta 

“Appena finita la partita un po’ di amarezza relativa al risultato c’è sempre. Passata questa, cerchiamo di analizzare in maniera oggettiva ed in particolare chi riveste il mio ruolo. Quindi io mi devo attenere a quel che ho visto in campo, non se ci fosse o meno il calcio di rigore assegnato alla fine e nel complesso non posso che essere soddisfatto. Oltre al mio aspetto, oggettivo, c’era anche un’oggettività data dai numeri. I numeri dicono una cosa importante: sotto molti aspetti abbiamo pareggiato la partita dell’Atalanta, sotto altri aspetti l’abbiamo addirittura superata. La prerogativa di una squadra è la forza atletica che riesca ad esprimere, e l’abbiamo pareggiata. Anzi, sotto alcuni aspetti come quelli relativi alla prestazione su alte velocità, li abbiamo superati. Rimaniamo sull’oggettività: superata la nottata abbiamo superato l’amarezza. Ho ringraziato i giocatori il mattino seguente, perché sono andati anche oltre quelle che erano le mie aspettative; è facile poter pareggiare una partita oltre il 90′, ma è difficile cercare di vincerla come credo abbiano fatto. Li ho ringraziati per questo, perché questa è la strada: noi non dobbiamo porci limiti e cercare di battere ogni squadra che venga da noi, anche se molto modestamente abbiamo già detto di aver affrontato una squadra più forte di noi e come capiterà più avanti. Questo deve essere lo spirito, e non cambia se domenica abbiamo lasciato 3 punti sul cammino. La mentalità deve portarci a cercare di guadagnare 3 punti ogni volta e credo che questa sia la strada che seguiremo. O che cercheremo di seguire nel limite del possibile”.

“Dopo aver pareggiato, nel finale di gara abbiamo fatto un’azione importante sulla sinistra con Criscito e poi una sulla destra, un’imbucata su Kouamé che avrebbe potuto essere l’azione decisiva per far esplodere la Gradinata Nord. Poi abbiamo preso un gol con 6 giocatori sotto palla più 2 centrocampisti di rinforzo contro 4 avversari, quindi la squadra ha fatto quel che doveva fare con lo spirito che deve esserci. Se noi abbiamo perso un punto questa domenica non vuol dire niente. Ne perderemo anche un altro, non vuol dire niente: noi dobbiamo andare per guadagnarne tre, con una mentalità vincente. Ci vuole pazienza per aspettare la mentalità, che è la cosa più difficile da dare a una squadra. La strada può essere in discesa ma può avere anche qualche dosso, e se noi ci fermiamo al primo che cosa facciamo? Buttiamo all’aria tutti i ragionamenti fatti in precedenza e torniamo indietro? Noi, per fortuna, abbiamo fatto tre gare che ci hanno soddisfatto. Credo ci sia da essere contenti ed incrementare questo aspetto, poi chiaro che tutti quanti avremmo barattato la sconfitta con un pari. So che ci sono dei dazi da dover pagare, noi aspettiamo che arrivi il momento di riscuotere”.

Radovanovic e Schöne rischiano di pestarsi un po’ i piedi? 

“Penso di no. Penso che siano complementari, come dimostrato dalle gare che stanno facendo. Uno ora ha bisogno dell’altro, delle qualità dell’altro. Quindi siamo contenti di quel che stanno facendo: chiaro che tutti e due possano migliorare, come tutti quanti, ma lo sanno anche loro. Magari fosse un problema relativo solo a questi due nomi, ma non è così. La strada percorsa è corta e sarebbe utopistico pensare di essere già arrivati alla dama. La dama è molto lontana”.

Schöne all’Ajax non era tanto metronomo, ma un play nelle metà campo avversarie che sviluppava gioco. Voi ve ne eravate resi conto fin dall’inizio

“Si è trattata di una necessità, perché l’infortunio di Saponara ci ha permesso di verificare  Radovanovic, conosciuto e visto migliorare giorno dopo giorno. Con Schöne credo sia una coppia che ci sta. È poi evidente che tendiamo a migliorare”.

Le statistiche hanno dato la gara in perfetto equilibrio per 90′. Anche nello scontro con Gosens ed Hateboer sulle fasce, quasi mai arrivati al cross

“Quando parlo di oggettività mi riferisco al mio ruolo ed è impensabile che io dia un giudizio sulle emozioni. Sarebbe opportuno che non lo faceste neppure voi, ma questo è un problema che riguarda voi. E il vostro intervento, con tutto il rispetto, è marginale rispetto a quello su cui incide il mio. Verificare le cose, come sta facendo lei e come i numeri ci possono dare la possibilità di fare, penso che sarebbe opportuno anche per la soddisfazione di fare uno studio meno superficiale e più incentrato su quel che accade in campo. Relativamente agli avversari, che avevano due caterpillar a produrre uno per l’altro, quinto per quinto, sono stati limitati per quanto possibile. Ci sono anche gli avversari, siamo stati limitati anche noi”.

Sul cambio di sistema nel corso della gara contro l’Atalanta e le possibilità di tornare presto al 4-3-1-3, un po’ la coperta di Linus di mister Andreazzoli 

“Domenica è venuto fuori, quando ne abbiamo bisogno lo possiamo utilizzare. Ora l’abbiamo fatto saltuariamente ma lo faremo sempre più spesso: ci alleneremo anche su quel sistema lì. Credo che una squadra debba avere la conoscenza di più strade da poter perseguire, perché gli avversari a volte decidono la tua strategia”.

Insidie, pregi e difetti del Cagliari

“Siamo al cospetto di un campionato particolarmente complicato. Si vede dalle prime tre giornate che tutti quanti hanno delle difficoltà, anche nella prima fascia. Si alternano gare con molta qualità, intensità, a gare che sembrano il contrario un po’ per tutti. Questo fa presupporre che chi si contrappone non sta a guardare, anzi. Credo che tutte le gare, come si dice sempre e forse è una banalità, debbano essere interpretate al massimo. Normale che sia così: stiamo affrontando un campionato di Serie A. Questa tendenza che anche le piccole fra virgolette vogliano giocare al calcio porta in alto l’asticella, la alza un po’. Quella forbice è molto più stretta, quindi si sta sulle particolarità: chi è più aggressivo, presente, chi ha la giocata migliore. E le tre gare fatte finora lo dimostrano, nessuno può permettersi di essere sotto tono. L’insidia che affronterà contro il Cagliari sarà quindi la stessa che affronterà il Cagliari; anche se andiamo a giocare fuori casa, cambia poco”. 

Turnover alla Sardegna Arena?

“Lo consideriamo. Abbiamo voluto un gruppo a ruoli doppi e abbiamo cercato di fare e di avere qualità nelle coppie. Abbiamo un gruppo del quale siamo soddisfatti, forse un tantino numeroso e questo non è la situazione ideale, però la gestiamo o cerchiamo di gestirla. Ma, tornando alla domanda, noi abbiamo massima fiducia in tutti i calciatori della nostra rosa e sarebbe un dispiacere grosso non dare a tutti la possibilità di partecipare. Sarebbe una pena notevole allenarli e poi non dargli soddisfazioni. Non appena ci sarà la possibilità noi andremo in quella direzione, sapendo di non avere difficoltà nella scelta di uno o dell’altro ma andando a cercare la diversità di caratteristiche che ci sono fra l’uno e l’altro. Poi ci sarà anche la freschezza, gli stimoli, l’amicizia che in un gruppo deve esserci, la volontà di mirare tutti ad uno stesso scopo”.

Giocatori indisponibili?

“Non abbiamo nessun problema di ordine fisico. Se hanno recuperato lo vedremo domani sera. Penso di si, sono passati pochi giorni: abbiamo fatto attenzione, per alcuni non era il momento di caricare ma di gestire e viceversa. Speriamo di aver fatto le scelte giuste e di non aver commesso errori. Il tentativo si fa sempre in senso positivo, ma di errori ne commettiamo molti: giocatori, allenatori, chi fa il vostro mestiere. Ma è normale”. 

Il recupero di Sturaro?

“Una risposta che non ho. Posso dire che il recupero va bene, va entro i tempi prestabiliti e non ci sono intoppi. Di queste cose però dovete parlare con il nostro staff medico, che ha più consapevolezza”.

Su Saponara e i minuti che ha nelle gambe

“L’altra sera è entrato esattamente come me l’aspettavo. È stato bravo, intraprendente, ha dato quel quid in più alla squadra che ci aspettiamo da lui e quindi sono molto soddisfatto. Come tutti gli altri è disponibile, vedremo strada facendo: anche questi sono conteggi, quelli dei minutaggi, da fare sempre. Le sensazioni buone e ci aiutano a fare le scelte”.

Su Favilli e le possibilità di vederlo in campo domani contro il Cagliari

“Lui ha una possibilità come gli altri. Ha avuto un percorso da completare, l’ha completato ed ora è un altro rispetto a quello di due mesi fa. Si è dato molto da fare, molto ci siamo dati da fare anche noi: ora è nella condizione di poter dare un contributo. Già domenica scorsa, se non avessi deciso di cambiare sistema ma di cambiare uomini, sarebbe subentrato prima della fine. Alla fine ho deciso di cambiare sistema, quindi non c’è stato spazio”.

Sugli arbitri e la necessità di aiutarli dopo ciò che hanno detto le prime giornate 

“Argomento su cui non mi dovete coinvolgere perché non ne parlo mai. Io di arbitri non parlo mai, perché loro fanno un lavoro molto difficile, con coscienza, e non vorrebbero mai sbagliare. Facendo un lavoro molto difficile è facile sbagliare. Vedo che non c’è presunzione da parte loro, cosa che può essere un pericolo. Vedo che sono ottimi, ho un ottimo rapporto con tutti, e lascio a voi le valutazioni. Ho massima stima, vedo e so che sbagliano ma non vorrebbero sbagliare: sono giudicati e vorrebbero fare tutto perfettamente. Da collaboratore mi è capitato di fare l’arbitro o il guardalinee e so che è un problema tenere a bada chi corre a cento all’ora e magari a volte ti vuole pure imbrogliare”. 


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