Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile del Genoa, è un occhio costantemente rivolto a tutte le diramazioni del settore giovanile rossoblu, da chi muove i primi passi sino alla Primavera. Nel pomeriggio di ieri la sua presenza a bordo campo a Begato 9, quartier generale della scuola calcio del Genoa per tutte quelle leve che anticipano il settore agonistico. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare che annata sta prendendo forma in un settore giovanile ricco di Genoani e genoanità.

Siamo a Begato, cuore dell’attività del settore giovanile del Genoa che sta ripartendo per una nuova annata

“L’attività è iniziata prima del Ferragosto per il settore agonistico, la Primavera ovviamente in ritiro, gli allievi e i giovanissimi. Ora, in concomitanza con l’inizio della scuola, dal 20 agosto in poi è iniziata l’attività pre-agonistica che riguarda le categorie dal 2007 al 2012 dove ci sono i ragazzi liguri-genovesi entrati a far parte del settore pre-agonistico in varie annate: 2007 un po’ prima, il 2012 è la leva d’ingresso. Oggi si possono veder i gruppi del 2009, 2010 e 2011 in una struttura bella e accogliente fin dall’inizio, che ci dà orgoglio, per la quale ringraziamo Alessio Vernazza e tutti coloro che ci hanno lavorato per dare al settore giovanile una casa degna della sua storia, in sostituzione della Sciorba che purtroppo abbiamo perso due anni fa.”

Quante squadre ci sono? 

“Ora siamo 12, quest’anno si è aggiunta nel settore agonistico anche l’Under 18: scelta condivisa con i maggiori club italiani. Abbiamo ritenuto opportuno, essendo un po’ invecchiata l’età della Primavera con cinque fuori quota del 2000, che la categoria degli Allievi nazionali in uscita e in arrivo in Primavera avesse difficoltà: l’anno scorso la media dei giocatori del 2001 usciti dagli Allievi e titolari in Primavera è stata 1.8/2. Pochissimo. Pensiamo che lo scalino intermedio dell’Under 18 sia molto utile per consentire una completa maturazione del percorso giovanile dei ragazzi. Ci sono le leve 2014, 2015 e 2016 che terminano il settore agonistico e si allenano a Ponente (da Arenzano a Volti, Prà, Pegli e Multedo), poi il settore pre-agonistico con la canterà in Via Madre di Dio per i più piccoli”.

Quanti giocatori ci sono e quanti tecnici?

“Abbiamo circa 250/260 ragazzi e circa la metà per quanto riguarda il settore femminile, un settore in grande espansione come si è visto anche nell’ultimo Mondiale. Le campagne pubblicitarie e il seguito della Nazionale femminile fa pensare che in futuro possa avere un grande sviluppo e quindi il Genoa si deve far trovare pronto e preparato. Per quanto riguarda il settore maschile le cifre sono quelle, i tecnici sono 35 e si dividono tra istruttori principali, collaboratori tecnici, preparatori dei portieri e preparatori atletici. Ci sono ovviamente anche i video-analisti: proprio oggi questa struttura ha visto la presentazione delle nuove telecamere installate per riprendere le gare dei campionati nazionali, quindi un ulteriore passo avanti a livello tecnologico.”

Il 70% qua sono liguri 

“Noi abbiamo un numero di stranieri limitato rispetto alla media delle altre società italiane: non è proprio una scelta prestabilita, è una situazione che si è creata. Qualche anno fa avevamo solo Raul Asencio (ora al Pisa, ndr) come straniero, adesso ne abbiamo circa 8/10, soprattutto in Primavera dove lo straniero arriva magari non già maturato completamente ma definito, quindi pronto per un campionato che di settore giovanile ha più poco: è un campionato molto selettivo con 16 squadre e 3 retrocessioni. L’anno scorso abbiamo visto che alcune squadre di grande blasone sono retrocesse in Primavera 2 proprio per l’alta selezione del campionato e l’alta competitività”.

La genoanità c’è nel settore giovanile: Sbravati, Chiappino, Ruotolo, Murgita, Rossi, Bianchi, Gemiti…

“Una delle risorse principali che in questi anni ha caratterizzato il lavoro nell’era Preziosi è il fatto che siano usciti tanti ragazzi: non per fare dell’autoreferenza, però non avendo magari le migliori strutture in assoluto – la Liguria ha sicuramente delle lacune rispetto ad altre realtà – e risorse straordinarie, il senso di appartenenza che è nel DNA del Genoa non deve mai mancare. Questo senso trasmesso a questi ragazzi è molto importante: un ragazzo che viene a giocare nel settore giovanile del Genoa deve conoscere la storia del Genoa.

I ragazzi più piccoli sicuramente la apprendono attraverso questi istruttori. Probabilmente inseriremo un ragazzo tra i  preparatori dei portieri che ha fatto tutto il settore giovanile e ha raggiunto il professionismo e adesso per motivi personali deve smettere: lui saprà trasmettere questo. Abbiamo un ragazzo che non ce l’ha fatta per colpa di un infortunio, Lorenzo Tagliabue, che ha fatto tutto il settore giovanile ed ora si laureerà in fisioterapia: entrerà nel nostro staff. Sono tutte figure – oltre ai grandi ex giocatori che abbiamo – che potranno dare iniezioni di genoanità che porteranno dei grandi benefici per la loro vita sia sportiva che professionale”.


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