Il cambiamento è molto spesso legato al concetto di miglioramento. Secondo alcuni luoghi comuni, lo stravolgimento delle parti in causa porta inevitabilmente ad un miglioramento delle stesse. Per la prima volta dopo alcuni anni, le convergenze tattiche nel Genoa che sarà non spaventano.

Senza sputare nel piatto dove si è mangiato, anche lo scorso anno l’euforia viaggiava coi gol di Piatek, ma dopo il giocattolo si è rotto per qualcosa che non aveva a che vedere con il pallone che rotola.

In questo mese d’agosto è giusto pensare in positivo, con calma e non attraverso i risultati, perché la squadra rossoblu dopo la salvezza ottenuta a fatica nello scorso campionato viaggia con una idea di gioco precisa.

Al di là dei risultati, sempre una ottima medicina per il morale fuori dal terreno di gioco e per le certezze dentro uno spogliatoio, la caratteristica principale del Vecchio Balordo messa in mostra non solo nelle gare ufficiali, ma anche negli allenamenti, è stata la qualità verticale.

La qualità è stata espressa con ripartenze veloci e ficcanti con la ricerca della verticalità. I rossoblu a quarti hanno sempre cercato di risalire velocemente il campo per mettere in moto le combinazioni offensive negli spazi esaltando le capacità dei giocatori di farsi trovare tra le linee e poi attaccare la profondità.

Andreazzoli nelle gare giocate, in particolare in Francia, sta cercando di costruire una squadra che impari ad applicare questo gioco in fasi di transizione, ma riuscendo a rendersi efficace anche con una manovra più paziente. Il Genoa del futuro dovrà essere bravo a fare un gioco d’attacco anche con squadre e difese schierate.

Anche nel sistema difensivo non dovranno esserci più falle visto che davanti Radu non ci sono calciatori immaturi, non solo per l’età, ma anche per l’esperienza.

Prossimamente Andreazzoli, lavorando molto sulla struttura identitaria della propria squadra con l’idea di un gruppo di titolarissimi che non sono solamente undici, dovrà  essere aiutato dal calciomercato, non solo in uscita, ma anche in entrata. Inutile ingolfare campo e spogliatoio.

Il calcio vero attuale, per di più con il fuorigioco al millimetro sanzionato dal VAR, sarà quello verticale. “Il passaggio laterale prepara, ma è la verticalizzazione che decide” era frase storica del maestro Franco Ferrari ed è come l’ABC del calcio, tempo e spazio, già utilizzato e sfruttato in altri pezzi scritti.

Chapmam intorno agli anni 30’ diceva che “il calcio diventa un modo per dirsi la verità, non qualcosa di ovvio. Qualcosa che, se ci si crede, a volte unisce e risolve“. Andreazzoli lo ha capito, anche sulla sua pelle, che il calcio è una cosa importante e va gestito in maniera semplice.

Il Genoa da tempo cercava un Generale e con Schøne potrebbe averlo trovato: è uno che ha l’idea primaria di Andreazzoli, ovvero sia quella della personalità e dell’abitudine nel provare a vincere contro chiunque.

Il danese “olandese”, oltre aver cresciuto giovani che hanno generato cifre da capogiro nel calciomercato europeo, è stato nell’Ajax l’eccletismo del nuovo calcio olandese con mobilità, adattabilità e scambi di posizione. Era lui negli ultimi Lancieri che dettava i ritmi della partita. Non sul proprio rendimento, ma in base a quello dei compagni. Uno alla Milanetto in grado di capire se i compagni devono tirare il fiato o possono dare di più.

Il numero 77 rossoblu diceva a chi gli diceva che era – o erano – lenti che “a volte bisogna andare più lenti per saper andare più veloce, importante che gli scambi di ruoli e correre senza pallone sia fatto a grande velocità per non ottenere il risultato opposto“. È mancato uno così al Grifone in mezzo al campo dal 23 luglio 2011, l’arrivo di Schøne potrebbe far ripartire dopo 8 anni l’orologio rossoblu a quarti nel cuore del gioco al di là di ogni numero di moduli.

Ma adesso arriva un momento particolare della stagione: quello delle scelte. In casa Genoa sono vive quelle in uscita per trasformarle in poche entrate. Prima di partire per Reggio Emilia visto l’utilizzo e le prestazioni nelle gare giocate sull’uscio di Pegli con le valigie in mano potevano esserci Jagiello e Sandro a centrocampo e in attacco Sanabria e Gumus, ma dopo i 4 gol e i movimenti in campo con la Massese, più importanti delle reti realizzate, su Sanabria si è cambiato idea?

Capozucca è bravo ed è un veterano del calciomercato e i suoi uffici sono tanti. Per questo è stato richiamato ufficialmente da Preziosi. Bravo nello sfoltire la rosa, il possibile lo farà e l’impossibile anche: per altri non nominati in uscita occorrerà il miracolo.

Oltre alle scelte del tecnico e della società ci dovranno essere anche quelle di quei giocatori che attualmente nella rosa si possono sentire precari e non partecipanti dimenticandosi che il campionato italiano lascia spazi a tutti coloro che si faranno trovare pronti quando vengono chiamati in causa.

Con le uscite giuste, il Joker vuol giocarsi non un re, ma un alfiere da mettere nella scacchiera di Andreazzoli, in particolare in attacco.