Nicchi, Presidente dell’Aia, ha studiato un’ altra rivoluzione al VAR. La caccia  alla poltrona per un altro mandato, il quarto, è partita da lungo tempo e perciò ogni occasione è la giusta vetrina per far capire al mondo del calcio e agli arbitri che la poltrona non l’abbandonerà nei prossimi anni. L’ultima è stata quella della presentazione dei nuovi organici arbitrali della prossima Serie A.

Dal prossimo anno Nicchi annunciandolo troppo presto perché se qualcosa succederà avverrà nel girone di ritorno del prossimo campionato – se ci saranno le autorizzazioni di FIGC e Lega che devono investire euro – la burocrazia per le gare d’appalto della nuova tecnologia rallenterà tutto, avendo detto che l’Aia è pronta per la nuova costruzione del VOR (Video Operation Room).

VOR e non VAR: si parla di postazioni, monitor ad alto cablaggio e definizione, tutto in un’unica sala di Regia a Coverciano. E allora tutte le sale VAR, visibili in tutti gli stadi in spazi improvvisati oppure dentro un furgone come operavano lo scorso anno, andrebbero in pensione.

Operazione che probabilmente scontenterà non solo le società che hanno investito in quella tecnologia, ma anche i direttori di gara che incrementavano con il rimborso spese di VAR e AVAR il loro compenso, considerato che l’arbitraggio per molti è il vero lavoro. Questa operazione, poi, metterà in allarme anche i tifosi per un campionato sempre più spezzatino.

La grande novità? Che il VOR non sarà in futuro – se andrà in porto – composto da arbitri in attività, ma da 10 specialisti chiamati da Nicchi “varristi” che saranno arbitri non più in attività.

I primi varristi  specialisti sono quattro: Banti e Mazzoleni dimessi per limiti di età e nel primo gruppo ci saranno anche Nasca di Bari e Di Paolo di Avezzano fuori dalla Can B. Il Gruppo dovrebbe raggiungere nel giro di qualche campionato le 10 unità: probabilmente i direttori di gara che usciranno dai ruoli della Can A e B dureranno in carica nel VOR per 4 anni dal loro insediamento.

Come dicemmo in varie rubriche del “Var.icocele” sarebbe stato meglio che gli specialisti fossero stati fuori dall’Aia e fossero tecnici informatici. Anche con il VOR, sarà difficile vedere la giusta applicazione della video-assistenza. Tutto sarebbe più semplice se il VAR o VOR fosse utilizzato come nel Mondiale femminile di calcio dove ogni minimo dubbio è stato esaminato e documentato in TV.

Nicchi già in campagna elettorale, con un anno di anticipo, ha cavalcato l’onda rosa proveniente dal mondiale francese annunciando che i soldi risparmiati di rimborsi spese  per i VAR e gli AVAR in ogni Stadio d’Italia verranno utilizzati per far crescere la classe arbitrale femminile: ad oggi in tutto lo stivale 1690 unità.

Nicchi nella conferenza stampa di presentazione della nuova squadra arbitrale del prossimo anno ha anche lanciato frecce alla “nutella” dicendo che “non ci riconosciamo nelle moviole e nei giudizi che leggiamo se chi scrive non è mai stato arbitro“. Presidente, suvvia, tutti i moviolisti nazionali sono ex arbitri e tutti genovesi. Altresì ha invitato i Presidenti delle società di calcio a vedere una gara della propria squadra nella VOR Room, quando ci sarà.

Balbettante e reticente quando gli è stato chiesto dal Presidente Federale Gravina se gli arbitri prossimamente parleranno affermando che non succederà alla fine delle gare, ma degli  episodi più contrastati si potrebbe discuterne il Martedì a Coverciano.

I nuovi quadri della Can A: in pensione Banti e Mazzoleni, rimasto Rocchi anche se più vecchio del livornese   del bergamasco perchè confermato arbitro internazionale fino a dicembre 2019. Promossi alla Can A in pianta stabile Giua della sezione di Olbia e Piccinini sezione di Forli.

Per quanto riguarda la Liguria, promosso Imperiale di Imperia da assistente della Can B a quella della A. Confermati Ghersini, arbitro alla Can B, e Schenone, assistente alla Can A.