Questa sera, nell’ambito della trasmissione “We Are Genoa” in onda su Telenord, è intervenuto su più temi il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, che è tornato sulle parole di Edoardo Garrone rilasciate 24 ore prima (ma aveva già detto molto questa mattina sui quotidiani) e, soprattutto, sul futuro del Grifone, sulla questione Prandelli-Andreazzoli e sul capitolo di un’eventuale cessione.

Sulle dichiarazioni di Edoardo Garrone sui conti del Genoa:

“Ho poco da dire: lo invito a non parlare più del Genoa. Ha fatto una caduta di stile inattesa e quando parla del Genoa deve sciacquarsi la bocca. Sono rimasto abbastanza sorprese da esternazioni di questo genere, che ritengo inopportune. Non si può sicuramente parlare in quel modo di qualcosa che non riguarda la sua società passata oppure i suoi affari. Si tratta di una caduta di stile, ammesso che ne abbia mai avuta. Ieri ho cercato di parlargli, si è sottratto alle telefonate senza mai avermi risposto. Anche ad alcuni messaggi non ho avuto risposta. Evidentemente il presidente Garrone soffre ancora della retrocessione col gol di Boselli, una delle cose calcisticamente più belle che mi siano capitate da presidente.

Io non ho mai parlato della Sampdoria in questi quindici anni alla guida del Genoa. Non riesco a capire cosa gli sia passato dalla testa: forse ha voluto raccontare cose che facevano piacere a 40/50 tifosi, distogliendo l’attenzione da una contestazione che lo riguardava. Credo che un’esternazione sui conti del Genoa dicendo “che io sappia” rimanga poco intelligente. Mi aspetto solamente che possa chiedere scusa a tutti, ai Genoani e al sottoscritto. Per il futuro si faccia gli affari suoi, pensi ai suoi pensieri e non si permetta più di nominare il Genoa: penso che nessun genovese ha apprezzato un’esternazione del genere”.

Sul fondo York Capital e le possibilità di cessione o due diligence:

“Intanto se c’è una trattativa seria c’è il famoso “non disclosure”, ossia l’obbligo di non diffondere alcun tipo di nome, prima che si risolva in esito positivo o negativo. Si intende, insomma, il poter dire che c’è una trattativa e con chi. Noi riceviamo 5/6 lettere al giorno d’interesse, ma noi chiediamo solamente questo: una manifestazione d’interesse, poi la presentazione di coloro che vorrebbero acquistare il Genoa, poi la capacità e i fondi necessari. Attualmente c’è una trattativa, come tante altre in passato. Vedremo se ci saranno i presupposti per portarla alla conclusione. Non si può mai parlare però di una trattativa fatta tanto per dire: ai tifosi dico, dopo un’annata così disgraziata e dovendo loro qualcosa, che noi siamo qui per fare le cose seriamente per poter cedere la società. Potrei elencare tanti nomi usciti dai giornali, alcuni anche veri, ma non hanno nulla a che fare con una conclusione della cessione del Genoa. Stiamo facendo tutte le valutazioni necessarie e spero che possa esserci una conclusione. Altre società, la stessa Fiorentina, è da marzo dell’anno prima che ha iniziato una trattativa. Non possiamo pensare che una trattativa del genere possa risolversi in quindici giorni: ci vuole il tempo necessario. Spero che valga la pena spenderlo per una trattativa che poi vada in porto.

Se renderò pubblica l’offerta del fondo, laddove non andasse bene? Io non farò vedere nulla a nessuno. Le offerte sono coperte dal segreto. Se la trattativa non dovesse andare in porto ci sarà un comunicato sul perché non andrà in porto. Chiunque può avere accesso all’iter per la cessione della società e se qualcuno si vuole divertire viene da Assietta e prende nota di tutto. Le società infatti sono tante, gli imprenditori seri pochi. 

Probabilmente è un fondo quello con cui stiamo parlando, ma vi dico qual è il concetto del fondo. Qui si parla di passioni che sono state calpestate, ma qui stiamo parlando di un fondo che entra nel calcio. E quando ciò accade, il fondo vuole solamente raddoppiare l’investimento fatto. I fondi sono assolutamente lontani dagli investimenti nel calcio. Io voglio solamente dire che comunque un fondo ha un solo scopo: duplicare, triplicare, quadruplicare il proprio investimento. Non pensate che il fondo lavori col cuore, con passione, come una famiglia genoana a cui darei tutta la mia massima disponibilità, perché non è lo scopo di un fondo. Poi chiaramente se il fondo è importante, avrà liquidità sufficiente per fare investimenti e poi averne dei profitti. Io mi auguro che, nonostante il fondo con cui stiamo dialogando ora, speriamo ancora che ci sia qualche imprenditore che voglia metterci passione per investire nel Genoa. Quella passione e quella sensibilità che oggi mi dicono di non aver avuto io.

Se arrivasse un imprenditore, io sarò molto generoso verso questa famiglia o questo imprenditore, che potrà essere tranquillo e sereno. Questa società non presenta alcun tipo di rischio. Qualcuno dice che non voglio vendere realmente? Non è così. Stiamo portando avanti una trattativa che spero vada in porto: diciamo che la solidità è garantita, bisogna capire da parte loro la convenienza, perché se dal progetto troveranno la possibilità di rientrare, noi lasceremo la società e loro la compreranno. Se c’è già un piano B se la trattativa non andasse in porto? Quello c’è sempre, ma non posso abbandonare il Genoa, non posso scappare“.

“Il trading di calciatori può essere un modo per il fondo di rientrare dell’investimento? Questa è una buona domanda, forse anche figlia degli errori del passato. Potrebbe accadere che ci siano alcune cessioni, ma senza stravolgere la squadra, come per certi versi negli anni io sono stato obbligato a fare anche per i conti del Genoa. In un club come il Genoa, il più Antico d’Italia, si dovrebbe puntare a fare crescere il valore del club e questo potrebbe farlo un fondo. Le possibilità sono due: o vendo e compro calciatori oppure faccio crescere il valore del club attraverso i risultati sportivi. Sicuramente credo di poter dire che ad un certo tourbillon sia giunto il momento di dare uno scopo e che gli errori del passato fatti dal sottoscritto debbano restare appartenenti al passato. Oggi si potrebbe tornare ad un equilibrio normale di ricavi e uscite.  Il fondo può continuare a fare trading o valorizza il club in modo tale che, anziché valere 100, 200, 300, ne valga il doppio.

Se ricederei Piatek oggi? Alla luce di ciò che è successo, no. Non pensavo che questo potesse in qualche maniera portarci a questo tipo di risultati. La domanda non è se lo rifarei: ero convinto assieme ai miei collaboratori, ma è evidente che ne risponda sempre io come presidente. Alcune trattative non sono state prese collegialmente, dal ritorno di Juric alla vendita di Piatek. Ma ne rispondo sempre io. L’errore maggiore è stato quello di stravolgere la squadra con tre allenatori e non averla mai vista giocare bene. Questo è stato un problema. L’errore maggiore è stato avere 34 punti a 8/9 giornate dalla fine e non averne più vinta una delle ultime anche se ci mancavano pochi punti: c’è stata qualche colpa, che non è imputabile certamente ai tifosi. Non sto condannando Prandelli, ma sto dicendo che la squadra aveva paura, entrava già sconfitta prima di giocare la partita e non ha mai giocato a calcio“.

Su Andreazzoli:

“Capozucca l’ho confermato, ma altri nomi li fate voi. Quando ci saranno le firme, li confermerò: spero di poterlo fare questa settimana”. 

Sul futuro del Genoa e la pianificazione del prossimo anno:

“Promettere oggi diventa poco credibile. Già in passato è successo, ma posso dire una cosa: nell’ultima Fiorentina-Genoa sono stato vicino alla squadra già da venerdì e sabato. Non vorrei più viverla una situazione così. Non faccio promesse, ma credo di poter dire che a partire dall’allenatore dovremo allestire una squadra che non ci faccia più soffrire. Ma sono le solite cose che ho potuto dire anche l’anno prima senza che si realizzassero, perciò farei a meno di promesse e annunci e lavorerei in silenzio dimostrando tutto coi fatti, laddove non ci sia un compratore. Se ho fatto acquisti? Venerdì mi incontrerò l’allenatore, dopo aver messo a posto alcune cose. Farò un programma con lui, dopodiché partiremo per accontentare il mister e accontentarlo con giocatori adatti al suo modulo”.


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