È un altro momento particolare della storia del Vecchio Balordo. Essere prudente non può fare parte del lavoro di un giornalista o di un cronista, anche se l’uomo prudente con il Genoa di mezzo deve essere come uno spillo e la testa deve impedirgli di andare troppo oltre.

Le parole dell’ex presidente Edoardo Garrone hanno dato l’impressione di creare preoccupazioni: un interesse che pensa di pagare sui guai prima che essi arrivino. Nessuno del Genoa per adesso ha mai detto che il fondo interessato fosse York Capital, ieri svincolatosi dalla trattativa Sampdoria.

Le parole fanno un effetto in bocca, un altro nel portafogli. Era difficile che la trattativa di vendita della società rossoblu andasse in porto prima dell’inizio della prossima stagione. Il fondo americano è ancora interessato al Genoa e, fra l’altro, Preziosi tempi addietro, negli scorsi mesi del 2019, aveva detto che voleva mettere in sicurezza il Genoa dal punto vista finanziario con il pagamento delle “tasse” arretrate entro la fine di dicembre. Data che potrebbe essere la svolta per rendere più appetibile il Grifone  per passare il capitale genoano in mano di altri.

Paragonare la vendita della Fiorentina a quella del Genoa era  impensabile: l’italo-americano Commisso non era dalla fine del campionato che rincorreva i colori viola, ma da almeno un anno.

Nel mese di giugno ci sono da discutere le comproprietà, alla fine del mese presentare i documenti e tirare fuori gli euro per iscriversi al campionato, il primo di luglio ufficialmente dovrà iniziare il calciomercato e nella prima settimana di luglio si dovrà partire per il ritiro estivo.

Il Genoa alla luce dei fatti di questi ultimi giorni – prima di scrivere abbiamo aspettato se non l’ufficialità almeno le parole e le idee del presidente rossoblu – sarà ancora nelle mani di Preziosi e della Fingiochi.

Giochi Preziosi e Fingiochi, dopo un’acquisizione importante nel mondo dei giocattoli in Spagna, stanno facendo un altro passo per essere quotati in borsa, con il Genoa in allegato.

Preziosi nella sua testa, dopo la notte da incubo e da infarto di Firenze, non pensava alla vendita del Genoa, operazione difficile visti gli stretti tempi, ma alla rifondazione della società nell’ambito sportivo. Dopo il silenzio, in questo fine settimana ha parlato con la Gazzetta dello Sport  di una probabile trattativa con un fondo americano, lunedì scorso ha fatto capire altre intenzioni anche con la presunta trattativa in corso.

Ritornerà Capozucca, mentre dovrebbero abbandonare  Villa Rostan Perinetti e il suo staff, anche se ad oggi non c’è ancora l’ufficialità. Donatelli rimarrà con altri compiti.

Capozucca, direttore sportivo dal primo luglio 2004 al 2 novembre 2012 per 3046 giorni (un record per aver lavorato con Preziosi con la qualifica di Direttore sportivo), era già ritornato il 25 maggio 2014 rimanendo in carica fino al 27 maggio 2015 con la qualifica di dirigente.

Stefano Capozucca entrerà nella storia del Genoa perché è l’unico dirigente ad essere uscito dopo lungo tempo dalla Stanza di Villa Rostan dove la Marchesa ha tirato i piedi a tutti quelli che si sono seduti su quella poltrona: Pastorello, Foschi, Lo Monaco e altri giovani figli e amici d’arte pallonara come Gaucci Jr, Moggi Jr (consulente), Sogliano Jr, Fabiani nell’orbita di Moggi Luciano. A tutti si può aggiungere anche Fabrizio Preziosi, benché con altri compiti.

Tutti sono usciti con l’etichetta da parte dei tifosi di non aver saputo incidere sulle sorti della squadra dal punto di vista tecnico-calcistico, pesando poco sulle campagne acquisti in entrata, per il Joker anche poco in quelle in uscita.

Fare calciomercato con le idee di Preziosi, insomma, è stato difficile per tutti. Il Presidente gestisce i suoi canali da solo. Capozucca ha un merito ed è stato quello che ha inciso più di tutti nelle campagne di vendita e di uscita dal Pio Signorini. Capozucca è un punto di riferimento della vecchia guardia dei direttori sportivi italiani perché conosce non solo i direttori sportivi, ma anche l’ambiente Genoa e tutto quello che gli gira intorno.

Ci vuole coraggio per ritornare al Genoa in questo particolare momento dove i temporali e le libecciate sulla piazza sono quasi giornaliere. Capozucca è innamorato del Genoa, ma ci vuole ancora più coraggio per tornare indietro e cercare di riparare quello che si è rotto, e non solo con l’ultimo campionato.

Un grosso in bocca al Lupo a Capozucca per il suo lavoro in questo mondo genoano non solo sul campo verde. La speranza di chi vuol bene al Vecchio Balordo è che porti a Pegli giocatori come Bocchetti, Kharja, Matteo Ferrari e come fece, in sinergia con Braida, un centrocampista come Rincon, in modo da far conquistare altri posti in classifica e dopo, siccome tutti sono stanchi, poter fare succedere qualcosa di diverso anche in società.

Prima di fare un profilo sul futuro allenatore rossoblu a quarti aspettiamo l’ufficialità di chi sarà. Probabilmente chiunque arriverà, se leggerà non solo i giornali ma anche i social, prima di trattare l’ingaggio farebbe bene a approfondire le strategie tecnico-tattiche future. Il prossimo anno non si potrà sbagliare.

Anche prima di salutare Perinetti aspettiamo l’ufficialità. Nel mondo del calcio si chiacchiera che se Preziosi lasciasse sulla tolda i due navigati manager lasciando loro più spazio che non agli agenti – agenti che in questa stagione lo hanno buggerato – qualche risultato sul piano tecnico potrebbe arrivare, come nei tempi passati, quando prima si cercavano i calciatori che servivano al tecnico e dopo i procuratori.

Da parte dei Genoani, arrabbiatissimi neanche sotto l’ombrello o in montagna viste le condizioni atmosferiche, c’è sempre la voglia di fare un racconto non breve di carattere allegorico che dovrà prefissarsi in un futuro più roseo .

La passione per i Genoani è per l’uomo come la barba: quando cresce troppo cambia i connotati, tutti sarebbero contenti se alla fine del prossimo campionato non sarebbero riconosciuti dopo quello sofferto in quella notte fiorentina che rimarrà nella storia del Vecchio Balordo.