La partita di oggi a Firenze contro la Fiorentina di Montella deciderà il futuro della squadra rossoblu: solo con una vittoria il Genoa sarà sicuro della salvezza perché con un pareggio bisognerebbe sperare nella sconfitta dell’Empoli contro l’Inter. in questo momento l’Empoli è una delle squadre più in forma del campionato, sicuramente una formazione che mette in mostra un calcio piacevole, bello e redditizio.

Invece lo scontro tra Fiorentina e Genoa mette a confronto due squadre in piena crisi di risultati e di gioco, con le tifoserie sul piede di guerra contro società e giocatori. Oggi, invece di parlare dettagliatamente della squadra gigliata, degli schemi e delle caratteristiche dei viola, vorrei esprimere il mio pensiero su quello che i giocatori genoani dovranno esprimere in quel di Firenze.

Dovranno ricordarsi di essere il Genoa Cricket and Football Club 1893, di indossare la maglia rossoblu, non una qualsiasi, dovranno ricordarsi di rappresentare un popolo, una città e avere lo stesso coraggio che avranno i 2500 tifosi rossoblu che saranno sugli spalti dello stadio fiorentino. Perché andare oggi a Firenze a seguire il Grifone vuole dire veramente essere CORAGGIOSI.

Oggi non esistono sistemi di gioco, non esistono 4-4-2, 4-3-3 o 3-5-2, ma solamente essere undici Grifoni. Essere undici uomini impavidi e dare tutto, anche qualcosa in più.  Essere undici Marco Rossi, essere undici Fabrizio Gorin: solamente così si potrà ottenere qualcosa.

Oggi non prevarranno le qualità tecniche, ma bisognerà tirare fuori il meglio che ognuno ha, in fatto di amore per la causa e per la maglia. Non sono ammessi gli scaricabarile, gli alibi e le scusanti: oggi ci sarà solo spazio per undici UOMINI VERI.

Il professor Scoglio diceva “noi siamo il Genoa e non il Roccapepe e chi non se la sente lasci la borsa e non salga nemmeno sul pullman“. Ecco, questo è lo spirito che dovrà esserci oggi. Essere genoani è essere come gli indiani d’America: nonostante le vittorie, poche, e le sconfitte, tante, niente ci abbatte e nessuno ci potrà mai togliere la nostra genoanità, bene di inestimabile valore. E ringrazierò sempre mio papà per avermi fatto diventare GENOANO!

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