Il Vecchio Balordo per battere l’Inter non dovrà fare le fatiche di San Giorgio, il simbolo di Genova con il suo scudo croce rossa su campo bianco. L’Inter non è un drago, ma un Biscione che pur essendo al terzo posto in classifica naviga a vista nel campionato italiano per il calcio giocato e su quello chiacchierato, considerate anche le ultime parole di Spalletti da mulino a vento sul confronto di Icardi con Messi e compagnia nel giro di 48 ore.

Il calcio non può essere una compagnia di ballerine dove le parole fanno un effetto in bocca e un altro negli orecchi. Il calcio sulle panchine è diventato come la politica populista, come nel teatro con gli allenatori che scrivono le opere da recitarsi volendo apparire sul palco e i calciatori che le devono recitare, ma non sono convinti di quello scritto.

Per presentare Genoa contro Inter bisogna essere pappagalli e ripetere o scrivere le stesse frasi, quasi identiche, riportate prima della gara con la Juventus. Sarà o non sarà  altra gara discriminante,  visti i risultati degli avversari, contro Spalletti e compagnia? Un altro Do di petto da Grifoni e da Prandelli potrebbe togliere l’ansia della salvezza, dell’assetto tattico, della formazione  e piuttosto dare qualcosa in più nelle restanti nove gare.

Prandelli lunedì ha detto che cambierà qualcosa nel modulo visto al Friuli e che la formazione sarà comunicata alla squadra durante la merenda nell’Hotel dell’aeroporto. Tutto ciò probabilmente non interesserà al popolo genoano dentro il Tempio, davanti alle Tv e con le radioline attaccate alle orecchie: interessa vedere un altro Genoa con le “huevos da Grifoni.

Per ottenere altro risultato positivo con l’Inter bisogno togliere subito il respiro a Icardi e compagnia, schiacciare (calcisticamente) il serpente nerazzurro e non permettere alla qualità avversaria di effettuare strappi. Ritmo alto, seconde palle da arpionare subito senza arrivare in ritardo, vincere i contrasti e cercare di non far fare la specialità di casa Spalletti: cross dal fondo e dalla trequarti.

L’Inter è una squadra temibile e tanti principi di gioco sono ereditati dalla scorsa stagione. Uno dei principali quello di controllare il pallone per arrivare agli esterni, con il ritorno di Icardi quello di trovare il corridoio migliore per servirlo.

Il Genoa per avere ragione dell’Inter dovrà curare aspetti fondamentali: precisione del pressing, non sbagliare il meccanismo di pallone coperto non facendolo giocare liberamente all’avversario, altrimenti il pallone diventa scoperto. E qui Romero e compagnia scappando all’indietro devono essere bravi a stringersi per il coprire il centro davanti  Radu. Tante volte la difesa rossoblu è andata in affanno in ampi spazi e nel gestire le situazioni di pallone scoperto. Altresì dimenticandosi della gara giocata domenica sera contro la Lazio dei nerazzurri, non si deve permettere la ricerca interista di Icardi, bravo ad allungare la difesa. Il duello Romero-Icardi sarà una delle chiavi della gara di stasera.

La formazione del Genoa sarà un cambio di strategia tattica solo in attacco con Sanabria in campo con Kouamè? La formazione snocciolata dai quotidiani di oggi è vera? Prandelli l’ha nascosta nella rifinitura? Per tale motivo non cambiamo quello scritto ieri sera. Qualsiasi formazione va bene, ma l’importante che arrivi il risultato e abbia ragione Prandelli.

Tegnise au ventu, mettersi a favore di vento, non è solo una tecnica di navigazione, ma anche una scelta di vita.

Capitolo Inter. I nerazzurri arrivano al Ferraris dopo la sconfitta casalinga contro la Lazio di domenica sera. Un harakiri per Spalletti dopo aver visto i nerazzurri affannarsi nel cercare un gol senza attaccanti.

Tra moglie e marito ci ha  messo il dito Spalletti dopo le fatiche di Marotta per riportare Wanda e il mediatore nei ranghi. Le parole a fine gara contro la Lazio del Principe dei filosofi Spalletti sono state alla Machiavelli (“coloro i quali solamente per fortuna diventano“) e, riferite a Icardi nel tentativo di ricompattare e tutelare il gruppo, non porteranno in Champions. La tolleranza di Spalletti con vista risultato non esiste e nel calcio il saper ridere quando uno – meglio dire in questo caso una – vi pestano i calli mentali è fondamentale. I principi nel calcio dei metodi per mantenerli e conquistarli passano solamente attraverso i risultati e i gol.

Difficile capire quanto abbia influito Icardi durante la sua assenza sui difetti e pregi dell’Inter, che poi sono uguali a quelli dello scorso anno. Oltre Maurito, è stato il mancato impatto di Nainggolan sul gioco nerazzurro a rendere statico il progetto tattico di Spalletti.

Il problema che i cambiamenti apportati all’organico, quelli che avevano fatto individuare dalle parole estive da parte di tutti l’Inter come candidata anti-Juve, non hanno portato miglioramenti sostanziali dove occorrevano. Il centrocampista belga arrivato dalla Capitale avrebbe dovuto segnare il cambiamento tattico e di passo, trasformando l’Inter in una squadra a trazione verticale nella finalizzazione della manovra, offrendo una soluzione diversa rispetto al pallone lanciato in avanti verso il centravanti argentino. L’errore di non aver risolto  prima un caso mediatico solo da scoop fa faticare l’Inter a fare gol.

L’Inter non è cambiata nulla rispetto allo scorso anno, i cambi nella formazione tipo di Asamoah a sinistra e Politano a destra non hanno portato uno stravolgimento del gioco che ha un’unica soluzione: il cross dalle corsie laterali oppure il tiro dall’esterno. Tutto visto anche contro la Lazio domenica sera per i secondi 45’ dentro il centrocampo della Lazio nessuna parata miracolosa del portiere capitolino.

Tutte le manovre partono da Brozovic. Intuizione ottima di Spalletti trasformarlo in regista, anche se il croato non viene aiutato dalla qualità degli altri nel cuore del gioco.  Vecino e Gagliardini si alternano nel ruolo del doppio pivot e in avanti Joao Mario o Borja Valero non riescono a sostituire Nainggolan nel progetto del tecnico. Alla Pinetina è fallito pure il progetto della società più che di Spalletti di far condividere l’area di rigore a Icardi e Lautaro, due centravanti che si pestavano i piedi avendo identiche caratteristiche.

L’Inter è migliorata dietro quando giocano De Vrij e Skriniar, ma le idee in avanti sono annebbiate con la crisi post-mondiale che ha colpito Perisic. L’Inter resta comunque una squadra temibile per via della qualità dei suoi interpreti. Una qualità che però funziona a corrente alternata e ad Appiano Gentile, non solo, incominciano a pensare che sia colpa del manico. Addirittura qualcuno comincia a ripensare alle parole di Totti quando parlava di Spalletti, di scarsa flessibilità nel gestire la strategia tattica ma, soprattutto, il gruppo.

La formazione dell’Inter? Di sicuro rientra Icardi, dichiarato da Spalletti in conferenza stampa. Spalletti è combattuto se far giocare i presunti titolari e in particolare i diffidati da preservare per la gara contro l’Atalanta del prossimo turno. Le ultime dicono che Skriniar, Brozovic, Gagliardini sono a rischio cartellino, ma saranno in campo. Gli unici non mandati  in campo tra i diffidati saranno D’Ambrosio e Asamoah. Nainggolan, anche se a corto di fiato, non partirà dalla panchina.

La probabile formazione: Handanovic; Cedric, Miranda, Skriniar, Dalbert  in  difesa; Gagliardini e Brozovic davanti alla difesa; Politano, Nainggolan, Perisic alle spalle di Icardi.

Arbitrerà Mariani di Aprilia, classe 1982 e internazionale dal 1° gennaio 2019. Consulente informatico, ha 67 gare in serie A con 25 rigori e 22 espulsi. In stagione ne ha dirette 12, di cui due con il  Genoa, mai con l’Inter.

In carriera con il Grifone: 6 gare (1 vittoria,  2 pareggi, 3 sconfitte). Con il Biscione: 2 gare e 2 sconfitte. Col Genoa ha arbitrato il pareggio con il Frosinone a Marassi e una sconfitta in casa del Torino che ha lasciato perplessi sul funzionamento dell’orologio dopo aver dato due minuti di recupero: gol al 47esimo del primo tempo e raddoppio al 50esimo, con recupero effettuato per i festeggiamenti del Torino. Con l’Inter una sconfitta nello scorso campionato a San Siro contro l’Udinese e una nel campionato in corso, in casa del Sassuolo.

Primo assistente Vuoto di Livorno, secondo Tasso di La Spezia, quarto uomo Chiffi di Padova. Al VAR Di Bello di Brindisi, all’AVAR Liberti di Pisa.

Diffidati Genoa: Zukanovic, Kouame, Pandev. Diffidati Inter: Brozovic, Gagliardini, D’Ambrosio, Martinez, Skriniar.