Genoa, la media punti delle ultime 3 giornate di campionato non è stata buona e ha fatto scattare l’allarme rossoblu emiliano a strisce. Anche se si saprà il risultato di Torino-Bologna, per il Vecchio Balordo sarà basilare fare risultato con la Juventus. Non è una gara spartiacque, ma un acuto di Prandelli potrebbe far girare la stagione.

Non sappiamo quale sarà il modulo, il ruolo  dei calciatori, ma  lo spirito che dovrà esserci tutto dal primo all’ultimo secondo dei tempi di recupero lo conoscono tutti dentro e fuori dal prato verde. “Huevos da Grifoni”.

Il Genoa al Ferraris – e anche fuori dalle mura amiche – contro l’ammazza campionato del passato, del presente e del futuro è sempre stata un’eccezione per Allegri e la Juventus.

Aspettare la Juventus nella propria metà campo e limitare il numero dei calciatori, chiudersi a priori, coinvolti nella manovra d’attacco serve poco. Il Grifone potrà perdere in qualsiasi momento visti i Top bianconeri, aggredendoli si può avere la soddisfazione di metterli in difficoltà.

Già da dentro gli spogliatoi i calciatori che giocheranno dovranno pensare che il Grifone è una figura leggendaria con il corpo e le palle da Leone e la testa d’Aquila. Obiettivo primario togliere subito il respiro alla band Allegri. Prandelli dentro lo spogliatoio dovrà essere subito chiaro: “andate fuori e generate l’inferno“. Azzoppare calcisticamente subito la Zebra e la loro facilità a creare strappi con azioni individuali.

Altro obiettivo di Criscito e compagni sarà quello di non essere mai in ritardo nelle chiusure sull’uomo, non consentendo agli avversari di sviluppare in campo aperto le proprie trame. Non permettere a nessun bianconero di trasmettere, di dettare i movimenti negli spazi, tallonare chi sarà il play per non permettergli di fare un passaggio in profondità.

Dovrà funzionare meglio delle altre gare il pressing giocato bene in modo organizzato ed essere più forte fisicamente dei bianconeri che qualche scoria l’avranno addosso. Tutto ciò fatto bene può annullare il gap tecnico.

Appena si perderà il pallone, tutta la squadra dovrà premere come un’unità organizzata nel momento in cui l’azione offensiva termina e diventa difensiva. Non scappare indietro tutti: si dovrà provare a muoversi in avanti a caccia del pallone e dell’uomo per cercare di ritornare subito in possesso. Fare una partita da Grifo contro la Juventus, con il Tempio affamato non perché si gioca all’ora di pranzo non è come fare un Superenalotto e indovinare 6 numeri .

Per riuscirci occorre la partita perfetta. Cercare di tenere il possesso pallone, fare gol se capita l’occasione, vincere tutti i contrasti , non arrivare secondi  sulle seconde palle, fare qualcosa di preparato e poi trasportarlo in campo. Per definire tutto : ritmo alto.

Sogno o son desto direbbe Totò. Non ho contato le lastre per la strada e neanche le stelle ho solamente dormito con molte illustrazioni nel testo che ho scritto, rivedendo e ripassando quello visto e fatto contro la Vecchia Signora da Gasperini, Ballardini, Juric , Malesani e altri tecnici che non avevano nulla da perderci.

La formazione  e il modulo? Meglio aspettare domani alle 11.30 quando andrà sui social. Prandelli vorrà capire quale sarà quella della Juventus: ma qualche piccola indicazione si è già vista sulla probabile strategia tattica – che potrebbe cambiare – nella gara del giovedì con un 4 4 2. Poca la differenza, non notata, però  contro  i dilettanti con il 3 5 2. Prandelli da tecnico scafato coprirà non solo il centrocampo ma anche l’ampiezza. Sturaro si candida, Biraschi anche, Koaume all’antica con Sanabria alle spalle potrebbero rompere “los Huevos”  alla Signora bianconera.

Capitolo Juventus. Le analisi fatte fino alla gara con l’Atletico Madrid convergevano più o meno in un’unica direzione la Juventus in campionato, pur pareggiando solamente 3 partite con Genoa , Atalanta e Parma, non si era espressa al massimo facendo vedere solo in parte le proprie  potenzialità,  al di là di CR7.

Tanti risultati in campionato sono arrivati senza brillare molto e alcuni equivoci tattici:   la miglior posizione da trovare per Cristiano Ronaldo e Dybala, il ruolo di Pjanic che in Italia funziona all’estero meno,  danno ancora  qualche pensiero ad Allegri costretto a cambiare spesso strategia non solo  in corso di partita .

È una Juventus che bene o male gioca sempre in maniera uguale. Difesa a tre o a quattro cambia poco, importante non concedere facilmente l’uno contro uno e le imbucate centrali con un difensore sempre deputato alla prima costruzione, quasi sempre Bonucci e raramente Chiellini, che si butta dentro il campo per attirare su di se la pressione di un centrocampista e iniziare a muovere lo scacchiere avversario. Esterni a tutta fascia, centrocampo a tre  dalla duplice funzione: raddoppi costanti sull’esterno, in fase di non possesso in quella di possesso giochi a due , sovrapposizioni esterne e interne, tutto finalizzato a gestire le energie e dare pochi riferimenti  agli avversari.  

Strategia importante perché permette a CR7 di poter tagliare dentro per essere pericoloso dialogando con la punta centrale o il centrocampista che inserisce sia puntando direttamente la porta avversaria: CR7 è un punto di riferimento fondamentale per i compagni nella fase offensiva.

Oltre l’ampiezza e la profondità un altro obiettivo bianconero è quello di puntare con rapidità la difesa avversaria, non dandole il tempo di arretrare e riempire gli spazi. Altresì potenzialmente ogni cross proveniente dagli esterni rappresenta un pericolo per gli avversari in particolare sul secondo palo ,  costringendoli a una continua fase difensiva: i due gol di Ronaldo contro il Cholo.

Il Campionato non ha più storia. La Signora omicidi si avvia a vincere l’ottavo scudetto consecutivo. Un record senza precedenti in Italia, così come nel resto d’Europa che calcisticamente conta.

Vincere lo scudetto con 18 punti di vantaggio è un numero troppo facile, un vantaggio troppo grande, a questo punto del campionato e a questo livello, ma deve preoccupare le altre squadre , come i sette, quasi otto scudetti  consecutivi.

La Juventus non si eliminerà  mai da sola e tutti dovranno porsi una domanda per non fare diventare il campionato italiano noioso e poco attrattivo: cosa fare.

La formazione bianconera dopo la fatica contro il “cholismo”  è nella testa di Allegri, sarà la migliore perché ritiene la partita del Ferraris difficile, vuole raggiungere la matematica certezza dello scudetto alla svelta  puntare 106/107 punti ,  concentrarsi sulla  Champions e non ha digerito il pareggio di Juric  , il primo della stagione nel girone di andata.

Arbitra Di Bello di Brindisi. Designazione inaspettata dopo i clamorosi errori in casa della Roma di tre mesi fa e la multa corposa a Preziosi dopo le dichiarazioni post gara.

Il brindisino avvocato e arbitro internazionale è stato allontanato dopo la gara dell’Olimpico  dalla A per un mese e domani dovrà essere bravo a digerire  la “polpetta avvelenata” di Rizzoli .

Per molti è una designazione non capita. Se doveva esserci il ritorno del pugliese a dirigere il Genoa, meglio  averlo con  la Juventus che la domenica successiva dopo la sosta in casa dell’Udinese. Lui sulla graticola, non la Juventus, e il Genoa con un altro errore clamoroso, potrebbe mettere a  repentaglio non solo il campionato italiano, ma anche le partite a livello europeo.

Non contano  i numeri dei rigori e le espulsioni nel tabellino della carriera del direttore di gara. Conterà la prestazione e  rispetto alla gara di Roma al VAR non ci sarà un neofita Chiffi di Padova, bensì un esperto pronto ad andare in pensione: Mazzoleni di Bergamo.

Primo assistente Longo di Paola, secondo Santoro di Catania, quarto uomo Sacchi di Macerata (l’arbitro di Parma) non aiutato dal VAR. All’AVAR andrà Lo Cicero di Brescia.

 Diffidati Genoa: Criscito, Kouame, Zukanovic; diffidati Juventus: nessuno