Intervistato nel corso della trasmissione We Are Genoa, in onda su Telenord, il direttore generale del Genoa Giorgio Perinetti è tornato a parlare di Piatek, bilanci e progetti per migliorare le strutture esistenti. Riprendendo più di una tematica già affrontata nella nostra lunga intervista al DG e al DS Mario Donatelli (clicca qui), Perinetti ha ribadito la ferma volontà nel trovare quanto prima una stabilità. Societaria così come sul campo ed in panchina.

Di seguito, in sintesi, le dichiarazioni di Perinetti: “Ci sono state cessioni, recenti e passate, ma tutto questo verrà reinvestito per il bene della squadra anche in ottica di riequilibrare la rosa con l’avvento di Prandelli, che ha ereditato una squadra e con cui abbiamo pianificato il mercato di gennaio. Se si cerca di ottimizzare il bilancio, in questo senso la società sta facendo, fa e ha fatto cose importanti per riportarlo a condizioni serene. Poi ci saranno strutture e altri interventi a Pegli nel futuro, interventi che permetteranno alla squadra di esser sempre più in grado di svolgere al meglio il proprio lavoro. Naturalmente abbiamo l’idea di raddoppiare nell’immediato la situazione a Pegli, avere due campi e rendere più confortevole la presenza dei tifosi su tribune nuove, un’area mediatica più confortevole. Questo per l’immediato, affinché già nella prossima stagione la squadra abbiamo possibilità di allenarsi con condizioni più confortevoli. Anche per il settore giovanile ci sono posti già in essere”. 

Sulla situazione economica del Genoa: “Sicuramente la situazione è migliorata e sta migliorando. Ripeto, già nel 2019 avremo un segno tangibile di questi benefici perché ci porteremo avanti in tutti i settori, dalla contribuzione fiscale a tanti altri aspetti che ci permetteranno di affrontare l’immediato futuro con più serenità. Immediatamente sul miglioramento del bilancio, delle strutture”.

Europa League: “Il problema è che bisogna arrivarci gradualmente e tutto passa dalle cose che abbiamo detto. Miglioramento graduale della squadra, dell’impiantistica in modo che la squadra possa allenarsi meglio, una situazione societaria più stabile e serena che possa dare un impulso maggiore. Tutte queste cose consentono una crescita graduale della società e si riversano su una migliore possibilità di costruire una squadra più forte, con tante situazioni che possono portare a una posizione di classifica più autorevole”.

Sulla cessione di Piatek: “Ho un rapporto molto chiaro con la tifoseria, molto schietto: io nasco tifoso e poi dirigente, come altri. Nel Genoa c’è tanta passione e lavoro, dal primo all’ultimo. Dispiace deludere i tifosi e perdere calciatori importanti, posso espormi di più mediaticamente ed il fatto che abbia ribadito che nessuno sarebbe mai partito è sembrato un tradimento, ma nessuno aveva mai avuto l’input di trattare giocatori per gennaio. Nessuno lo aveva avuto, ma il calcio ha dinamiche particolari e temporali. Poi c’è stato l’ingresso del Milan a gamba tesa, con la situazione di Higuain non programmata. […] Bisogna mettere a posto alcune cose e cessioni del genere possono permettere di farlo. Subito dopo c’è anche da considerare la questione del giocatore. Il calciatore ed il suo entourage hanno voce in capitolo. La prima questione è – senza ipocrisia – di carattere economico e poi la situazione del giocatore, che sarebbe stata difficile da gestire. Di conseguenza abbiamo deciso di sostituire con un giocatore più giovane ed altri giocatori che, di comune accordo con l’allenatore, potrebbero essere la base della squadra per il prossimo anno. Il nostro obiettivo è la stabilità societaria, investimenti sullo stadio e sugli impianti. Stabilità anche dal punto di vista tecnico: speriamo di aver trovato in Prandelli la persona con cui poter fare il percorso più felice e più duraturo e con cui potersi confrontare”. 

“Il giorno dopo aver concluso una trattativa mi sono sempre chiesto se avessi fatto la cosa giusta. Non sono il solo a decidere, c’è tutta la società a farlo. Ho sempre ottimizzato, ci sono stati giocatori che in un mese valevano 10 e dopo sei mesi faticavi ad arrivare a 5. Bisogna valutare tante situazioni: prima le condizioni che ti offrono, poi anche la gestione del giocatori. Non voglio fare nomi, ma in passato ci sono stati giocatori che hanno realizzato tantissimi gol e non sono partiti per cifre importanti e ora non valgono tanto. Se non ho considerato l’amore dei tifosi per lui? Non è che si sottovaluta, il calcio è sentimento ma bisogna anche fare i numeri, i conti e cercare di migliorare la società nel suo interesse. Grande rinuncia ma reinvestimento in situazioni molto importanti. Ci sono tante altre componenti, non solo i giocatori, che devono essere rette e credo che il Genoa abbia reinvestito totalmente o quasi tutto quello che è stato incamerato e sarà incamerato: alla lunga si vedrà se l’operazione Piatek sia stata valida o no. Per il tifoso importa quanti gol faccia un giocatore, non tanto il bilancio, ma questo non vale per i dirigenti o per gli azionisti. Il Genoa i giocatori è anche andato a cercarseli e trovarseli: ha ceduto dei giocatori, ma ne ha presi altri e ne prenderà ancora. Abbiamo un grande patrimonio e penso che si stia facendo un lavoro mirato alla crescita”. 


Il calciomercato visto da Perinetti e Donatelli – VIDEO INTERVISTA #1