Il Boxing Day del calcio italiano non si è chiuso nel migliore dei modi proponendo, purtroppo con una vittima, uno spettacolo tutt’altro che invitante per il pubblico estero. Al pomeriggio, ore 15, alla Sardegna Arena era andato in scena lo scontro fra Cagliari e Genoa e non aveva offerto di meglio. Una di quelle sconfitte dove si perdono punti per strada e si cerca di capire a fatica il perché siano andati perduti.

Prima di voltare definitamente pagina, rimangono da evidenziare alcuni punti. Perché il Genoa lo si potrà prendere da qualsivoglia angolatura, ma completamente avulso dalla gara non lo è mai stato. Il Cagliari, squadra pragmatica, non ha mai fatto della gestione del pallone un punto di forza, ma resta pur sempre il fatto che il Genoa glielo ha concesso solamente un quarto di gara, quello tra il quarto d’ora e la mezz’ora della prima frazione. Poi il predominio col pallone tra gli scarpini lo ha sempre avuto il Grifone.

Facile o difficile che fosse mantenere questo pallino del gioco, il Genoa ci ha provato fin da inizio gara e non ha quasi mai dato l’idea di incassare la manovra avversaria. Forse solamente in quel quarto d’ora di predominio cagliaritano, in cui si ritrova soprattutto il destro di Barella (il più pericoloso del Cagliari) terminato in angolo e uscito a pochi centimetri dal palo. Gestione dallo scarso profitto, insomma, con Cragno decisivo ma neppure troppo vanesio nel dopo gara quando avrebbe ricondotto i suoi interventi su Piatek a pura routine. Ma un dato su tutti emerge e fa riflettere su cosa potrebbe essere mancato alla trasferta di Cagliari.

Ormai è chiaro che il Genoa, fuori casa, difficilmente fa punti, che spesso vanifica buone prestazioni con colpevoli pause e che quell’equilibrio difensivo granitico della passata stagione è svanito. Basti pensare che l’anno scorso alla 18esima giornata i gol subiti in trasferta erano 5, oggi sono 24. Lontano da casa ha perso sette gare su nove e, ad oggi, si ricordano come sfide a punti il pareggio contro la Juventus e la vittoria di Frosinone. Gare che, pur disputate con allenatori differenti in panchina, avrebbero avuto un minimo comune denominatore con la gara di Cagliari: sono state quelle con la maggiore produzione di gioco da parte dei tre centrali difensivi rossoblu. A Frosinone i palloni giocati furono 165, allo Stadium bianconero 135. Ieri, alla Sardegna Arena, addirittura 159 accompagnati da una percentuale di realizzazione del 66 per cento. Da inizio campionato, peraltro, si tratta del dato più alto per il terzetto difensivo composto da Biraschi, Romero e Criscito (terzetto schierato dal primo minuto già 8 partite su 18, ndr).

C’è da domandarsi perché allora, seguendo questa strada statistica, non ci sia stato barlume di punti. Tenendo conto che ogni gara parla per sé, le risposte sarebbero diverse, dall’ennesima pausa che ha tradito il Genoa a fine primo tempo passando per la scelta di ripartire dalla formazione che aveva brillantemente chiuso la gara contro l’Atalanta. Assai probabile, però, è che sia pesata parecchio l’assenza per un tempo di Kouame nell’andare a recuperarli questi palloni. Non certo tutti e 159, ma quantomeno quelli recapitati alla coppia d’attacco coi lanci lunghi. Ormai è cosa nota per Kouame l’essere un esplosivo saltatore, un ottimo combattente sui palloni alti e un abile giocatore di sponda. Addirittura uno dei migliori del campionato. Lo scrivevamo già settimane fa su Buoncalcioatutti, prima che uscisse agli onori delle cronache nazionali.

I dati oggi lo confermano, come confermano di un Lazovic sempre più nel gioco di Prandelli e sempre più saldamente ancorato alla corsia di sinistra, dove lo si era traslocato per necessità a partire dai ritiri estivi e dove lo si è progressivamente consolidato. Dall’arrivo di Prandelli, il laterale serbo è tornato a giocare molti palloni: non accadeva infatti dalla sfida interna col Parma che toccasse quota sessanta palloni giocati in una sola partita. In quell’occasione furono 61, appena uno in più.

Ed è così che, fra numeri contrastanti e un risultato negativo, la trasferta di Cagliari porta in dote solamente qualche piccolo, positivo coccio di un bicchiere che esce poco integro dal brindisi natalizio del Boxing Day genoano. Per il resto, si confermano le tendenze già viste contro Spal, Roma e Atalanta. Il Genoa cerca di giocare con discreta personalità, con la difesa spesso alta sino al cerchio di centrocampo quando in possesso pallone e le maglie strette in fase difensiva coi due esterni che, nel dare equilibrio alla squadra, spesso aiutano nei raddoppi di marcatura. Bisogna lavorare sull’aspetto mentale? Alla Fiorentina l’ardua sentenza. Perché così non basta ancora per costruirsi una classifica definitivamente migliore.

I DATI DEI SINGOLI GIOCATORI ROSSOBLU DOPO LA TRASFERTA DI CAGLIARI


I PALLONI GIOCATI A PARTITA DAL TERZETTO CRISCITO-ROMERO-BIRASCHI

  • 135 (Juventus-Genoa)
  • 98 (Genoa-Udinese)
  • 108 (Genoa-Napoli)
  • 118 (Genoa-Sampdoria)
  • 114 (Torino-Genoa)
  • 74 (Genoa-Spal)
  • 90 (Genoa-Atalanta)
  • 159 (Cagliari-Genoa)

LE STATISTICHE DI CAGLIARI-GENOA CAGGEN


I NUMERI DEL GENOA 2018/2019 (aggiornati alla 18° giornata della stagione 2018/19)

  • PARTITE GIOCATE: 18
  • VITTORIE: 5
  • PAREGGI: 4
  • SCONFITTE: 9
  • GOL FATTI: 25
  • GOL FATTI/partita: 1,3
  • GOL SUBITI: 35
  • GOL SUBITI/partita: 1,9
  • GOL FATTI IN CASA: 14
  • GOL FATTI IN TRASFERTA: 11
  • GOL SUBITI IN CASA: 11
  • GOL SUBITI IN TRASFERTA: 24
  • CLEAN SHEET: 2
  • PUNTI CONQUISTATI: 19
  • MEDIA PUNTI: 1,05 (a partita)
  • VITTORIE IN CASA: 4
  • PAREGGI IN CASA: 3
  • SCONFITTE IN CASA: 2
  • VITTORIE IN TRASFERTA: 1
  • PAREGGI IN TRASFERTA: 1
  • SCONFITTE IN TRASFERTA: 7