Dopo quattro sconfitte consecutive – e anche sonore – dall’avvento di Gasperini sulla panchina della Dea, finalmente il Vecchio Balordo ha vinto.

I  bergamaschi, questi simpaticoni, arrivando a Marassi sui pullman, in Tribuna stampa avevano gratificato la partita della più totale indifferenza in attesa della terza vittoria  consecutiva e della quinta dell’era Gasperini con un obiettivo la Coppa con le orecchie.

Nerazzurri in campo e fuori scesi dentro il Tempio sicuri di essere più forti, di avere doti tecniche, intensità e organizzazione superiori e senza una classifica di rendimento nella quale il Grifo poteva essere davanti, eccetto quella di Piatek. Spocchiosi gli orobici quando prima della gara pensavano, dopo aver perso con Cagliari, Spal e Empoli, che  Gasperini difficilmente avrebbe sbagliato con un’altra squadra secondo loro di pari grado.

Gasperini all’inizio acclamato e più amato certamente di Preziosi. Borderline: una linea di confine dei genoani tra nervosi e psicosi e tanti indovini sul risultato finale come amanti calcistici della Dea e del Gaspe.

La speranza che nessuno scriverà, dirà, parlerà, digiterà che la vittoria del Grifo è merito della giornata no dell’Atalanta. Se lo scrivono gli addetti ai lavori è da biasimare, se viene digitato e detto dai tifosi è da condannare.

Punti importanti per il Grifone alla 17esima giornata di campionato, non tanto perché lo fanno uscire dalle secche della classifica ma perché permetteranno a Prandelli, alla società, ai giocatori di riflettere per capire cosa è successo in questo rocambolesco girone di andata agli sgoccioli e cosa dovranno fare il prossimo anno.

Un Grifone entrato in campo alla “Balilla” ha vinto meritatamente con le stesse identiche caratteristiche del gioco di Gasperini. Prandelli ha dimostrato di conoscere bene lo spartito della sua squadra, anche se i suoi suonatori qualche volta hanno steccato per una non ancora perfetta conoscenza dello spartito da mandare a memoria.

Si è incominciato a rivedere al Ferraris contro l’Atalanta il gioco di Prandelli che verte sul centrocampo rotante con calciatori pronti a scambiarsi posizione più volte all’interno della stessa gara per non dare punti di riferimento agli avversari. Particolarmente a proprio agio è stato Rolon, oggetto misterioso arrivato in Italia con credenziali da fake news provenienti dalla Spagna.

La mano di un tecnico navigato contro gli orobici si è vista nella gestione dei cambi, Gasperini ha dato l’impressione di non leggere perfettamente la partita. La strategia iniziale con Gomez falso nueve tanto di moda o trequartista non ha dato risultati, meglio quella del tridente con Ilicic e Gomez larghi e Zapata nel suo ruolo di centravanti.

https://twitter.com/buoncalcio/status/1076491074498109441

Prandelli bravo a giocarsi la partita con 14 uomini e in particolare, come avevamo auspicato alla vigilia, con una resistenza più conservativa in fase di non possesso con una difesa schierata a 5/6 calciatori che ha chiuso sistematicamente il gioco avversario a doppia ampiezza rubando le corsie laterali alla squadra di Gasperini. Migliorate anche le marcature preventive, solamente una sbagliata, ovvero sia quella del gol del pareggio: il rigore procurato da Gosens per l’Atalanta.

L’uomo partita oltre Piatek e Radu, autore di un rigore e mezzo parato ed altre chicche, è in particolare Lazovic, uscito finalmente con una standing ovation al suo cambio, non solo per il gol che ha dato tranquillità al clan genoano e al suo popolo. Piccola rivincita del serbo nel confronti di Gasperini, non prodigo di complimenti al suo arrivo a Genova come tanti genoani fino ad ieri pomeriggio. Tutti  i rossoblu in campo e in panchina si meritano una pagella più che sufficiente ed è inutile fare classifiche, come gli scatti dalla panchina di Perinetti in pole position seguito a ruota dagli altri, tutti pronti ad immolarsi contro il VAR.

Altro “uomo partita” è stato il Ferraris che ha sempre soffiato e intimidito dal primo minuto: “un tempio d’altri tempi che ha ruggito”.

Per Piatek non ci sono più parole, aggettivi, vocaboli, verbi per raccontarlo. La Lega ha tentato di penalizzarlo per lesa maestà a CR7 levandogli il gol del vantaggio allo scadere. Come già scritto ieri, la redazione di Buoncalcioatutti è andata a “stuzzicare” i due ispettori della Confindustria del pallone a fine gara ricevendo assicurazioni che sui loro verbali il gol sarebbe stato assegnato al polacco.

Oltre battere Gasperini e la Lega, il Genoa ha battuto anche il VAR, che ha confermato di essere gestito da uomini e non da arbitri. Orsato al VAR da primo della classe ha fatto andare Doveri davanti alla Tv, anche se il protocollo non lo prevede, per due falli di mano dove era difficile pescare la volontarietà: esiste sempre con l’avvento della tecnologia?

Buona la gara di Doveri sul piano tattico e disciplinare. Due soli gli errori: credere troppo in Orsato e iniziare il riscaldamento sotto i distinti verso la Nord prendendosi gli insulti diretti al collega di Di Bello di Brindisi.

Doveri aveva valutato bene i falli di mano di Romero e di Criscito considerati non volontari.  Il VAR no e Gasperini ha chiesto anche il secondo giallo per l’argentino, che doveva starci. Bravo Doveri ad utilizzare la regola 18, quella del buon senso, per una massima punizione inesistente anche se qualche “mammasantissima” della moviola per continuare ad avere Santi in Paradiso all’Aia la scambia in modo coatto imposto per forza o per provvedimento di una pubblica autorità che non possono essere il VAR o Orsato di Schio, che continua a soffrire la non partecipazione da arbitro ai Mondiali russi.

Adesso con meno ansia si aspetta che termini sabato prossimo il girone di andata per capire cosà succederà di diverso con l’avvento di Prandelli, il quale finalmente potrà far giocare la squadra con il suo gioco e non con quello ereditato non sbagliando la campagna di rafforzamento con altri doppioni.

La scorsa settimana scrivemmo a Gesù Bambino, la prossima alla Befana per continuare a vedere quello visto contro l’Atalanta in casa e fuori casa. Un partita, quella contro l’Atalanta, da cartolina di Natale, anche se di mezzo non c’è la Doria col gol alla Branco ma ci sono quelli di Lazovic e Piatek.


Gol di Piatek o autorete di Toloi? Il comunicato della Lega Serie A